21 aprile 2025: Roma Nasce, il Papa Muore

Colui che si presentò nel principio del suo Pontificato come “Vescovo di Roma”, per poi riprendersi il titolo di “Papa” dopo qualche anno non si sa in base a quale cambiamento (estasi di potere o di accentramento? troppa frequentazione dei media che continuavano a rivolgersi alla sua persona con un titolo così poco “collegiale”?), è deceduto proprio nel giorno con cui la tradizione identificata il Dies Natalis della Città Eterna.

Non amo i “romanzi vaticani” ma il simbolismo è potente, senza contare la coincidenza col tempo pasquale, nonché con l’anno giubilare. La Chiesa non ha mai celebrato ufficialmente il 21 aprile, tuttavia ci sono dei legami “informali”, come la ricorrenza di San Cesario inizialmente tenuta proprio nel giorno del Natale di Roma, usanza poi modificata dagli “occidentali” (franchi e germani), che spostarono la festa al 1° novembre, data che poi si trasformò in Ognissanti​, per rimpiazzare nell’inconscio collettivo i Cesari con i nuovi imperatori cristiani.

Del resto, senza voler scadere nel “tradizionalismo”, anche se la Chiesa non ha mai canonizzato ufficialmente una “festa della fondazione di Roma”, in epoca carolingia il calendario sacro sembrava incorporare simbolicamente la data con significati nuovi e cristianizzati, come parte della più ampia strategia di trasformazione delle festività pagane in celebrazioni cristiane. In questo modo, la memoria della nascita di Roma sopravviveva indirettamente nella liturgia e nella topografia sacra (basti pensare alla riconversione dei templi pagani).

Per quanto riguarda le tendenze giudaizzanti, posso ricordare così su due piedi la figura mitica di Abba Kolon, un personaggio menzionato in una leggenda talmudica che avrebbe divulgato tra gli ebrei la nomea di Roma come “Babilonia”, città corrotta nella quale le sukkot potevano restare in piedi solo grazie all’acqua dell’Eufrate. Il collegamento è molto blando ma si può utilizzare come spunto per pensare a quanta avversione ci sia nel concetto stesso di “Roma” nelle correnti più “spiritualizzanti” del cattolicesimo, che ancor prima del Concilio Vaticano II tendevano a rivalutare un’eredità “ellenica” astorica o sovrastorica come antidoto a qualsiasi tentazione del potere, ridotto -in modo poco “cattolico”- interamente a dominio del demoniaco.

Da tale prospettiva, che Bergoglio (perfetto rappresentante della corrente nomofobica/cratofobica di cui sopra) sia deceduto proprio durante questa ricorrenza potrebbe avere un qualche significato preternaturale, ma sono solo illazioni. Nonostante tutto, anche per l’ultimo Pontefice (lato sensu) dovrebbe valere, almeno per un giorno, il De mortuis nihil nisi bonum.

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One thought on “21 aprile 2025: Roma Nasce, il Papa Muore

  1. A proposito di “Papa Nero” : Il Papa nero. Non c’è nessun riferimento ad una celebre canzone di qualche anno fa. Si tratta di un romanzo degli anni ’60, opera del vaticanista di destra Emilio Cavaterra (Edizioni del Borghese). Siamo negli ultimi giorni del XX secolo (e forse negli ultimi giorni “tout court”). Tutto il mondo è scosso da guerre e disordini sociali e razziali. Dagli USA alla Cina è tutto un continuo. In Cina, poi, dopo che un pronipote di Mao si è convertito allo pseudo-cattolicesimo orientalizzato dei Tai P’ing del XIX secolo e si è proclamato imperatore, si è accesa la guerra civile . Il peggior genocidio, è però in corso da quasi mezzo secolo in Sudan (ohibò). Tanto sangue muove l’indignazione delle altre genti nere. Numerosi predicatori gridano che è ora di smetterla. Eserciti e governi di mezza Africa, ormai non esistono praticamente più. Un’orda di trenta milioni di neri è diretta in Sudan, per regolare una volta per sempre i conti con gli Arabi, che, dal canto loro, li aspettano al varco, con le armi nucleari. In tale contesto, muore il papa ed è eletto un giovane cardinale senegalese. Vorrebbe prendere nome Pietro II, ma gli fanno notare subito, non solo quanto sia “iettatoria” una tale scelta, ma anche quanto sia poco o punto ecumenica. Presta il fianco ad accuse d’orgoglio romano. Preso atto sceglie di chiamarsi Gelasio III, come l’ultimo papa africano. Nessuno si aspettava, da un nero che, immediatamente rendesse obbligatorio il tornare a celebrare in latino, spalle al popolo ed iniziando dall’Introibo (nessuno era giunto a pensare che, nella realtà, era creato ed imposto, un rito del tutto nuovo). Visto che tutti i suoi sforzi per fermare la guerra in Africa sono vani, si dimette e, tornato semplice vescovo, si fa paracadutare sulla linea del fuoco. Assisterà spiritualmente i neri prossimi alla strage e vedrà se gli Arabi avranno la determinazione di uccidere il papa “emerito”.

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