I contatti in Cina forniscono ai cartelli messicani di tutto, dai beni di lusso contraffatti ai precursori chimici per la produzione del fentanil. Ma con la diffusione del coronavirus, le spedizioni dalla Cina si sono diradate e i gruppi criminali ne risentono.
Nel febbraio 2020 l’Unión Tepito, che controlla il mercato di merci contraffatte a Città del Messico, ha dovuto constatare l’impossibilità da parte di molte aziende di pagare il pizzo per il mancato arrivo di prodotti taroccati dalla Cina.
Dal 2010 un clan interno alla Unión Tepito, noto come Los Marco Polos, si reca periodicamente in Cina per procurarsi vestiti, gioielli e accessori contraffatti da vendere poi nei negozi e nei mercati del centro di Città del Messico. Questa attività è importante dal punto di vista economico per il cartello tanto quanto il traffico di droga.
Negli ultimi mesi però i “Marco Polos” sono rimasti bloccati a causa del coronavirus: l’impossibilità di recarsi in Cina ha lasciato le attività a secco senza vie di approvvigionamento alternative. A fine gennaio, il gruppo criminale avrebbe riferito ai negozianti che i viaggi in Cina erano stati sospesi. Alcune di queste aziende, irritate per il pagamento anticipato di prodotti che avrebbero ricevuto in ritardo, avrebbero minacciato di smettere di dare il pizzo alla Unión Tepito. È improbabile che la situazione cambi per nei prossimi mesi, data la diffusione del virus.
E questa non è l’unica conseguenza per i cartelli messicani. Secondo quanto riferito, anche il Cártel de Jalisco Nueva Generación sta lottando per procurarsi precursori chimici dalla Cina per produrre il fentanil, l’oppioide che ha causato migliaia di morti sia negli Stati Uniti che in Messico.
Il 5 marzo 2020, il programma radiofonico messicano Nación Criminal, citando una fonte all’interno dell’ufficio del procuratore generale del Messico, ha riferito che il coronavirus aveva sospeso la catena di approvigionamento del fentanil con i partner del cartello in Cina. Come conseguenza, il cartello di Jalisco dovrà aumentare i prezzi col rischio di perdere clienti a favore dei concorrenti. Una marea di gruppi criminali in Messico infatti è in corsa per il controllo del redditizio traffico di fentanil.
I paesi dell’America Latina stanno chiudendo le frontiere e vietando i viaggi aerei, iniziative che rischiano di sconvolgere le economie criminali come lo spaccio, il contrabbando e il traffico di esseri umani. I voli per la droga, ad esempio, che sono un pilastro del traffico nella regione potrebbero diventare più facili da monitorare.
Questa situazione, destinata a durare per diversi mesi, metterà alla prova la resilienza delle strutture criminali. Proprio come le aziende legali, i grandi gruppi che operano in vaste aree di territorio avranno una maggiore capacità di resistere al rallentamento economico causato dal coronavirus. Soprattutto in Messico, dove i gruppi criminali sono vulnerabili alla frammentazione, cartelli come l’Unión Tepito, concentrati su un’unica area geografica o che godono di minori fonti di reddito, potranno trovarsi in difficoltà.
Eppure anche i gruppi criminali sono in grado di trarre opportunità da una crisi. In Honduras, dopo che il governo ha bloccato i confini a causa del virus, i trafficanti di esseri umani, noti come coyote, hanno aumentato i prezzi per far entrare o uscire illegalmente persone dal Paese.
Fonte: InSight Crime