Tantissimi di voi mi hanno parlato con entusiasmo del blog Château Heartiste: purtroppo non ho fatto nemmeno in tempo a plagiarlo visitarlo prima che WordPress decidesse di chiuderlo senza addurre motivazioni plausibili; fortunatamente il Nostro è poi tornato online con un dominio personale (heartiste.org), anche se ha smesso di scrivere da oltre un anno e mezzo…
Si tratta di uno strano miscuglio di tecniche di seduzione, nazionalismo bianco e misoginia, con qualche inquietante spruzzatina pedo; per il resto, la maggior parte dei pezzi è nella media di quelli dei numerosi blog destrorsi emersi nell’anglosfera negli ultimi anni. Anzi, l’ossessione per la cosiddetta “arte del rimorchio” per certi versi lo rendeva superato rispetto alle recenti evoluzioni della manosphere, che hanno visto, per esempio, un altro “seduttore” pentito, Roosh V, diventare un divulgatore delle idee dell’intellettuale tradizionalista cattolico Michael E. Jones.
Non a caso il post più popolare (risalente al 2008) di Château Heartiste è intitolato The Sixteen Commandments Of P o o n (“I sedici comandamenti della… seduzione”, perché tradotto letteralmente p o o n suona male), che a mio parere è una delle cose più normie che un suprematista bianco abbia mai scritto. In sintesi, i comandamenti sono questi:
1. Non dire mai “Ti amo” per primo
2. Falla ingelosire
3. La grande causa, non la donna, è la tua priorità
4. Non obbedire alle sue regole
5. Rispetta la sezione aurea
6. Lasciala sempre nel dubbio
7. Tieni sempre una donna di riserva
8. Chiedi scusa solo quando è assolutamente necessario
9. Condividi le sue emozioni
10. Ignora la sua bellezza
11. Coltiva una estrema fiducia in te stesso
12. Enfatizza i tuoi punti di forza, minimizza i tuoi punti deboli
13. Meglio sbagliare per esagerazione che per difetto
14. Scopala alla grande
15. Mantieni il controllo di te stesso
16. Non aver mai paura di perderla
Per carità, se ci fosse da descrivere le donne come esseri senz’anima attratti solo dalla brutalità, io sarei il primo ad alzare il braccio e urlare “presente”, ma bisogna almeno essere consapevoli che l’attrazione per i bad boy è subordinata all’aspetto: nel senso che se un maschio brutto (e chi legge blog come Château Heartiste presumibilmente lo è) segue queste regole, come minimo viene preso per un sociopatico. Il “bel faccino” (per usare un po’ di gergo dell’androsfera italiana) non si batte: possiamo tutt’al più riconoscere che, a parità estetica, lo “stronzo” stimola maggiormente il desolante istinto sessuale femminile.
Dunque la prima precisazione che andrebbe fatta è che i “16 comandamenti” non valgono per chi è sotto il 7: purtroppo è una cosa che nessun pick up artist si sente mai in dovere di ricordare, sia per ovvi motivi finanziari che per la funzione sociale che tale figura è venuta a ricoprire, quale ultimo baluardo dell’amor cortese prima del ritorno alla barbarie. Ad ogni modo, se per i brutti questi consigli sono dannosi, per i maschi con un alto valore di mercato (sessuale) essi sono perlomeno superflui: non c’è infatti alcun bisogno per essi di calcolare la sezione aurea dei messaggini (“se lei te ne manda tre, tu rispondi con due”), né seguire chissà quale tecnica per sembrare “misteriosi” (basta che stiano zitti per più di 15 secondi ed è fatta).
A tal proposito mi torna in mente una storiella dei tempi del liceo: quando presi in giro il Chad della classe perché la domenica andava a messa, tutte le sgualdrine atee, bestemmiatrici e blasfeme insorsero contro di me, con frasi del tipo “Come ti permetti di insultare una persona solo perché crede in Dio”. Ovviamente a parti inverse io sarei stato trattato come un chierichetto bigotto e Chad come un Voltaire palestrato e tatuato. Questo tanto per mettere in soffitta tutti i “buoni consigli” su come comportarsi con le donne.
Per tornare alla lista farlocca, uno dei punti più delicati è sicuramente il quattordicesimo: F*ck her good. Altra leggenda metropolitana smentita da numerosi studi: non è l’orgasmo a fare il maschio alfa, ma viceversa. Nel senso che le donne godono in proporzione all’aspetto del partner, indipendentemente da tutte le dispense sull’Arte della Scopata che un brutto può leggersi. Un altro mito legato a questo riguarda la convinzione che una vita sessuale soddisfacente renda una coppia più solida: no, niente da fare, nemmeno una fornitura a vita di pilloline blu potrebbe oscurare le “doti” di Chad.
Lasciando da parte le numerose contraddizioni (“sii insensibile ma connettiti con le sue emozioni”) concludiamo con l’unico consiglio che forse potrebbe valere qualcosa (a parte il classico “sii te stesso”, qui stranamente mancante, che in effetti ha senso nella misura in cui le donne ti giudicano in base all’aspetto e non alla personalità), ovvero il terzo: You shall make your mission, not your woman, your priority. In sostanza: la donna non vuole essere il centro dell’esistenza dell’amato, anzi forse desidera inconsciamente di essere trascurata in nome di una “grande causa”.
Si tratta del famigerato “teorema di Ferradini” («Chi meno ama è il più forte, si sa»), di quella “beffarda legge della vita” (C. Pavese: «Non chi dà ma chi esige, è amato. Cioè, è amato chi non ama, perché chi ama dà») di cui parla anche Slavoj Žižek: «Un uomo si merita l’amore di una donna solo se è abbastanza forte da resistere alla tentazione di abbandonare tutto per lei, se le lascia credere che può sopravvivere senza di lei – se lascia tutto per lei e la segue servilmente, lei presto o tardi inizierà a disprezzarlo». È un pensiero così lancinante per il filosofo che è riuscito a tirarlo in ballo persino nel recente dibattito con Jordan Peterson, parlando della felicità come traguardo raggiungibile solo per chi non si pone di raggiungerlo. Eppure anche questa “feroce forza” Chad può eluderla in tutta scioltezza, per esempio facendo di se stesso la propria “grande causa”.
Dunque, lasciamo perdere l’arte della seduzione declinata a destra (dominio) o a sinistra (persuasione): in ogni caso sarà un insuccesso. Senza dimenticare poi che in quasi tutti i campus americani è già considerata molestia il semplice “approccio” da parte di un maschio (magari convinto dal suo trainer personale che conta solo la “personalità”). Riconosco a Heartiste di aver almeno cercato di conciliare le proprie ossessioni con un progetto politico, il quale è stato appunto la causa della indebita e vigliacca cancellazione del suo blog.
Devo ammettere che non è stato facile criticare le sue posizioni dopo quanto accaduto: ci si sente come dei pugnalatori alle spalle. In fondo è così che ci si “radicalizza”: è inevitabile sposare le posizioni più estreme quando viene impedito anche solo di discuterle. Proprio per questo ho deciso (plot twist) che in nome della solidarietà e del cameratismo applicherò alla lettera i “comandamenti” di Château Heartiste, pur con la consapevolezza che sono tutte stronzate. Questa, del resto, è l’essenza profonda della destra: «Un uomo ben nato che per non apparire così ridicolo da battersi per un’idea, l’ammanta di note strazianti, di parole vuote, di orpelli inutili e si concede il piacere supremo di un sacrificio quasi fosse uno scherzo di carnevale» (Jean Raspail).
PS: Su Amazon è disponibile Heartiste On Game, summa del pensiero “acchiappone” del Nostro.
Così lo recensisce un lettore piuttosto redpillato:
Heartiste-Roissy è un blogger americano attivo da oltre un decennio, il cui focus principale è il rapporto uomo-donna e uomo-società alla luce dell’attuale momento storico. Nonostante il tono spesso provocatorio, i suoi contenuti sono di un utilità ineguagliabile per riuscire a vedere i veri fili conduttori che regolano la vita di ognuno di noi nel mondo attuale, e quindi per trovare la giusta direzione per la propria realizzazione nella vita.
In questo libro vengono raccolti i suoi post più significativi, il cuore della sua filosofia di vita o “game”.
Mi dispiace non aver avuto a disposizione questa lettura in adolescenza (anche se allora non conoscevo bene l’inglese e non avrei saputo leggerlo).
Consigliatissimo, ma è una lettura che richiede parecchio pelo sullo stomaco.
Si tratta a tutti gli effetti, come notavamo, di un volume unico nel suo genere: una guida al rimorchio per l’estrema destra. Un’idea certamente alle radici di tale pensiero (Crescite et multiplicamini) ma sempre considerata implicita e mai ritenuta degna di approfondimento, se non nell’altrettanto pioneristico Come si seducono le donne di Filippo Tommaso Marinetti (1916-18):
“Cosa bisogna avere per sedurre tante donne? Avere tutte le qualità di un futurista italiano. Corpo agile, forte, aggressivo. Muscoli militarizzati. L’eleganza e i capelli meravigliosi di Bruno Corra, oppure la calvizie elettrica di Marinetti. Potente vitalità. Tutta la scala dei semitoni nella voce maschia. […] Il denaro necessario per prendere una carrozza o un’automobile di piazza e affittare una camera d’albergo. Forti attitudini oratorie. Ingegno novatore. Saper dare uno schiaffo decisivo a tempo e soprattutto coraggio, coraggio, volontà, coraggio, coraggio. Non essere mai pedante, professorale, culturale. […] Odiare i mezzi termini. Considerare la donna come una sorella del mare, del vento, delle nuvole, delle pile elettriche, delle tigri, delle pecore, delle oche, dei tappeti, delle vele. Non mai considerarla come sorella delle stelle… Hanno tutte un’anima, dipendente però dalla lunghezza dei loro capelli, fili conduttori dell’uragano. Pensano, vogliono, lavorano; preparano anch’esse il progresso intellettuale dell’umanità. Ma sono tutte fondamentalmente recettive. Amano, sentono colui che le desidera con maggiore volontà, con maggiore prepotenza d’istinto. Adorano la forza del più coraggioso, del più eroico. Eroismo: ecco l’afrodisiaco supremo della donna!”
Nel suo libello il padre del futurismo trova modo di trattare anche le qualità seduttive delle ferite di guerra:
«Il proiettile è come un secondo padre del ferito. Gli impone il suo carattere. Gli insinua nelle fibre un atavismo di violenza feroce e di velocità incendiaria. Gloria alla pelle umana straziata dalla mitraglia! Scopritene lo splendore scabro! […] Donne, fate che ogni italiano dica partendo: Voglio offrirle al mio ritorno una bella ferita degna di lei!… Voglio che la battaglia mi riplasmi il corpo per lei!… Voglio essere così modificato dalle granate e dalle baionette nemiche per lei!… […] Questo non è Romanticismo che disprezza il corpo in nome d’una astrazione ascetica. Questo è il futurismo che glorifica il corpo modificato e abbellito della guerra. […] Fusione dell’Acciaio e della Carne. Umanizzazione dell’acciaio e metallizzazione della carne nell’uomo moltiplicato. Corpo motore alle diverse parti intercambiabili e rimpiazzabili. Immortalità dell’uomo!»
Per rendere felice una donna occorre solo essere:
1. amico
2. compagno
3. amante
4. fratello
5. padre
6. maestro
7. educatore
8. cuoco
9. carpentiere
10. idraulico
11. meccanico
12. decoratore d’interni
13. stilista
14. sessuologo
15. ginecologo/ostetrico
16. psicologo
18. psichiatra
19. terapeuta
20. audace
21. organizzato
22. buon padre
23. molto pulito
24. simpatico
25. atletico
26. affettuoso
27. attento
28. cavaliere
29. intelligente
30. fantasioso
31. creativo
32. dolce
33. forte
34. comprensivo
35. tollerante
36. prudente
37. ambizioso
38. capace
39. coraggioso
40. deciso
41. affidabile
42. rispettoso
43. appassionato
44. complimentoso
45. uno che ama far compere
46. uno che non fa problemi
47. molto ricco
48. non un peso
49. uno che non guarda le altre
ALLO STESSO TEMPO DEVI FARE ATTENZIONE A:
50. non essere geloso, ma nemmeno disinteressato
51. andar d’accordo con la sua famiglia, ma non dedicarle più tempo che a lei
52. darle il suo spazio, ma mostrarsi preoccupato per dove va
INOLTRE E’ MOLTO IMPORTANTE:
53. Non dimenticare le date di:
* anniversario (nozze, fidanzamento, primo incontro…)
* laurea
* onomastico
* mestruazioni
Purtroppo anche osservare perfettamente queste istruzioni non vi dà la garanzia al 100% della sua felicità, perché lei potrebbe sentirsi sommersa da una vita di soffocante perfezione e fuggire con il primo ‘figlio-di-buona-donna-bohemien-ubriaco-e-gran-viveur’ che incontra… Dev’essere per questo che Dio (bontà sua…) disse: ‘Amala!’ Ma non disse mai: ‘Comprendila!’
Come rendere felice un uomo:
1. Dargliela
2. Non rompere i coglioni
“Fusione dell’Acciaio e della Carne. Umanizzazione dell’acciaio e metallizzazione della carne nell’uomo moltiplicato.”
Qui Marinetti si spinge quasi a sfiorare il “Tetsuo” di Tsukamoto.
“…la convinzione che una vita sessuale soddisfacente renda una coppia più solida” è il punctum…
È evidente che i comandamenti e i futurismi (e a maggior ragione il Fu*k her good) vanno intesi in prospettiva tutta red-pillata/avanguardista, del tutto aliena alla prospettiva del rapporto di coppia, della relazione affettiva, del matrimonio.
Il secret hope, la recondita speranza che con le donne si possa entrare in relazione e (anche solo) concepire con esse una progettualità si intende del tutto eradicata dalla psiche del lettore, un lettore già iniziato e battezzato col fuoco e col ferro.
Fuori dall’elitarismo teatrale a destra (purtroppo?) rimane l’epica del riposo del macho guerriero o dell’ultras tra le braccia della sua donna/borgatara, la retorica sentimentale della mogliettina del parà che torna dalla missione, una figura di donna e ‘fammigghia’ che in certi contesti, restiste (vedi forze armate, pubblica sicurezza….forse gli unici statali, stipendiati, quelli col porto d’armi per i quali donna moglie e famiglia sembrano ancora garantiti di default)