Nella cultura tradizionale somala, la felicità di un uomo ha un unico metro di misura: il numero di cammelli in suo possesso. Perciò i loro aedi non celebrano le virtù della femmina umana, ma della cammella.
In un’antologia della poesia somala, il grande linguista polacco Bogumil Andrzejewski (1922-1994), assieme alla moglie Sheila ha raccolto alcuni di questi canti pastorali.
Dedico questi versi a tutte le lettrici: buon 8 marzo!
Oh tu che mi doni
il dolce suono
del tuo bramito
Oh tu che così allegramente
fai risuonare
il tuo gorgogliante grugnito
è di te che io vo’ cantare!
Chi può tenere il passo
col tuo andare?
Oh silenziosa inseguitrice
dai piedi delicati
è di te che io vo’ cantare!
(Raage Ugaas, “Alle cammelle”; cfr. B.W. Andrzejewski – S. Andrzejewski, An Anthology of Somali Poetry, Indiana University Press, Bloomington, 1993, p. 7)