Amazon rimuove dal catalogo i libelli antisemiti: ma dove siamo, nella Germania nazista?

Dopo la mia recensione alla nuova edizione di Ecco gli ebrei, antologia antisemita stilata da un anonimo repubblichino nel 1944, Amazon ha immediatamente rimosso il volume dal portale (anche se fino a poche ore prima annunciava “Ne restano solo 10 copie! Ordina subito!”).

Un lettore mi segnala che attualmente non è nemmeno possibile aggiungere commenti (la motivazione sarebbe che chi non ha acquistato il volume non può più recensirlo…?):

Pur trattandosi quasi certamente di un caso (sì), la vicenda è in sé imbarazzante, perché è da quando ho stabilito con Amazon una “affiliazione” (questo il termine utilizzato ufficialmente dal colosso dell’e-commerce), che denuncio senza sosta la possibilità da esso offerta di acquistare volumi antisemiti come niente fosse.

Chiaramente noi (parlo a nome della commiuniti), non possiamo condividere i contenuti di tali libelli, infarciti di quello che il diritto definisce eit spits: ci limitiamo ad acquistare, leggere, commentare, recensire, a volte alludere, strizzare l’occhio, caldeggiare, plaudere, applaudire, ma sempre da una prospettiva critica e riflessiva. Spiace tuttavia che, nel momento in cui si discuta pubblicamente di un volume presente appunto su Amazon, gli addetti al portale si affrettino a rimuoverlo col timore (seppur giustificato) che esso possa generare pensieri pericolosi o criminali.

A questo punto potrei arrivare a sentirmi in colpa  se, parlando di uno dei miei ultimi acquisti, Gli usurai ebrei nell’Italia medievale e rinascimentale, un’antologia curata da Gian Pio Mattogno presente sul portale almeno dal 2014, facessi indirettamente incappare il titolo nelle maglie di tale pseudo-censura.

Posto che qui non si vuol proporre il solito sermone sulla libertà di parola, né tanto meno di commercio (perché in fondo va anche ammesso che la quasi totalità dei volumi in vendita in qualsiasi libreria italiana andrebbero messi al rogo), non si comprende però quale sia il “gioco” (o il gheim, per esprimerci ancora col gergo della giurisprudenza contemporanea) dell’azienda di Bezos: confondere le acque per spillare soldi a chiunque? Bene, ma con tutti questi “consigli per gli acquisti” non vorrei alla fine trovarmi costretto a esclamare Amazon made me do it

One thought on “Amazon rimuove dal catalogo i libelli antisemiti: ma dove siamo, nella Germania nazista?

  1. Eh si, siamo circondati da spioni. Anche io ho imparato a stare attento verso chi condivido certi contenuti. Diffondono in buona fede ma poi finiscono sempre per arrivare a orecchi malevoli.
    Infatti la tua idea di Argot è ottima.

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