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America: caccia al bianco, caccia al nero

Per quanto riguarda l’infosfera internazionale, febbraio si è aperto con il licenziamento in massa dei galoppini di Huffington Post, BuzzFeed e Vice e si è chiuso con lo sputtanamento dell’attore afroamericano Jussie Smollett, che si è inventato di aver subito un tentativo di linciaggio da parte di sostenitori di Trump, rivelatosi invece una messinscena organizzata con due muscolosi prostituti nigeriani.

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Una parabola perfetta di quello che è l’informazione ai nostri giorni, considerando soprattutto che la stampa mainstream ha cercato in tutti i modi di cavalcare l’ondata di fango contro gli “americani bianchi” e ha continuato persino quando è stata svelata la bufala, preferendo darle i caratteri del “falso verosimile”, cioè di una denuncia del razzismo reale condotta con mezzi truffaldini (il fine giustifica i mezzi), piuttosto che ammettere di aver sbagliato (ma non hanno sbagliato, in effetti: c’era chi era già disposto a farsi ingannare, nonostante si sentisse odore di montatura da migliaia di chilometri). Il freelance Nick Monroe ha riassunto la storia in una lunga serie di tweet:

Non è la prima volta che, dall’inizio dell’era Trump, si assistono a fantasmagoriche “cacce al bianco” organizzate dai mass media: il giornalista Ryan Saavedra e l’Osservatorio sull’estrema sinistra ne hanno raccolte numerose in appositi thread, sempre su Twitter (apriteli in un’altra finestra per consultare tutta la serie):

Solo quest’anno abbiamo già ricordato a gennaio il caso dei “bulli di Trump” (il bullismo c’era, ma sono stati loro a subirlo), e oltre allo “scandalo Smollett” appena evocato (sul quale pure Trump ha twittato la sua), anche la brutta storia di una donna afroamericana che ha mentito alla polizia sull’identità degli assassini della sua bambina, dando la colpa a un povero cristo (con la pelle bianca) che passava di lì piuttosto che ai reali perpetratori dell’agguato (due spacciatori neri). Le testate radical chic non hanno comunque ritirato i loro pezzi sul terrorismo suprematista bianco anche dopo aver scoperto la verità.

Aggiornamento (26 marzo 2019): Contro Smollett sono state ritirate tutte le accuse, probabilmente per la sua appartenenza a troppe “categorie protette” (gay, nero, democratico, attore). Ovviamente questa vicenda non ha insegnato nulla alla stampa mainstream,  che è già in attesa di scatenare la prossima “caccia al bianco” e fomentare il clima da guerra civile.

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