Una scena tratta dal documentario The Act of Killing (“L’atto di uccidere“) di Joshua Oppenheimer: Anwar Congo, uno dei preman (“freeman”, comandanti degli squadroni della morte) della Sumatra Settentrionale che tra il 1965 e il 1966 partecipò allo sterminio dei comunisti durante la presidenza Suharto, racconta di quando si ispirò alle tecniche dei gangster movie per uccidere il maggior numero di comunisti nel modo più umano possibile.
«C’era un attore che mi assomigliava, un attore nero, Sidney Poiter, soprattutto di profilo più che dal davanti [il pubblico ride e applaude]. […] I membri del PKI [Partito Comunista Indonesiano] venivano portati nei nostri uffici, e dopo aver raccolto le prove che un individuo non poteva essere salvato, allora dovevamo giustiziarlo.
“Anche il sistema che usavate per giustiziarla, era ispirato ai gangster movie che guardavate all’epoca?”
“Talvota sì! [La presentatrice ride]. Alcune volte andava così: vedevamo i film di mafia, quelli andavano sulle motociclette, noi li strangolavamo con dei cavi, poi aspettavamo la notte per sbarazzarci dei corpi.”
“Quindi […] Anwar Congo e i suoi amici hanno sviluppato un nuovo sistema più efficace per sterminare i comunisti, un sistema più umano, meno sadico e non troppo violento.»