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Ankara protesta contro Berlino e Roma per i controlli alle navi turche dirette in Libia

La Turchia ha impedito a una nave militare tedesca di ispezionare di una imbarcazione mercantile sospettata di trasportare armi verso la Libia

Domenica 22 novembre la fregata tedesca Hamburg ha fermato il cargo battente bandiera turca Roseline A nell’ambito dell’Operazione Irini, patrocinata dall’Unione Europea, volta a fermare il flusso di armi diretto a Tripoli. I militari UE non hanno tuttavia potuto effettuare la perquisizione di fronte al secco “no” di Ankara.

Il ministero degli Esteri turco ha denunciato l’ispezione come “non autorizzata ed effettuata con la forza”, asserendo che tutti i membri dell’equipaggio del cargo sono stati perquisiti senza permesso. Il viceministro Sedat Onel ha poi convocato l’ambasciatore italiano, l’incaricato degli affari dell’ambasciata tedesca e l’inviato dell’UE in Turchia per protestare formalmente su quanto accaduto.

La Germania ha respinto le accuse della Turchia e sostenuto che tutti i protocolli sono stati rispettati, aggiungendo che sulla nave non sono state trovate armi o materiali illeciti. Il ministro della Difesa tedesco Annegret Kramp-Karrenbauer in una conferenza stampa ha affermato che le proteste turche sono esagerate: “I soldati si sono comportati correttamente e hanno agito in linea con il mandato della missione europea Irini”.

L’Operazione Irini (“pace” in greco moderno) è stata lanciata dall’UE il 31 marzo per monitorare e far rispettare la risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che vieta le spedizioni di armi alla Libia. La missione utilizza mezzi aerei, satellitari e marittimi allo scopo di “portare stabilità in Libia e pace alla sua popolazione”.

Il Paese dalla caduta di Gheddafi è divisa tra due fazioni: il governo di unità di Tripoli riconosciuto dall’ONU e sostenuto dalla Turchia, contro le forze orientali guidate dal maresciallo Haftar. Le parti rivali hanno firmato l’ennesimo cessate il fuoco permanente, ma resta lo scetticismo sulla possibilità che l’accordo venga rispettato.

Il personale tedesco della missione europea è salito a bordo del cargo Roseline A domenica sera alla ricerca di armi: i militari hanno intercettato in elicottero la nave, partita da Yarimca il 20 novembre e diretta verso Misurata, in acque internazionali, a circa 200 chilometri a nord del porto di Bengasi.

Secondo il Ministero degli Esteri turco, il capitano del cargo ha collaborato, fornendo informazioni dettagliate sul carico e sul tragitto della nave. “Tutto l’equipaggio, compreso il capitano, è stato perquisito con la forza, trattenuto in cabina, mentre i container sono stati ispezionati con le armi spianate”, ha affermato in un comunicato. Un filmato diffuso da un’agenzia turca mostra soldati tedeschi che perquisiscono gli uomini dell’equipaggio, costretti a stare con le mani sulla testa nella sala di controllo.

Secondo Ankara l’ispezione, effettuata senza consenso, ha violato il diritto internazionale: “Questo intervento, motivato da un sospetto ambiguo e proseguito fino a mezzanotte, è stato interrotto solo su obiezioni persistenti del nostro Paese. Ci rammarichiamo per il fermo della nostra nave, che non ha violato alcun embargo sulle armi, in condizioni meteorologiche avverse, e per il trattamento riservato all’equipaggio. Protestiamo contro questo atto non autorizzato e coercitivo”, ha affermato in una nota il Ministero, riservandosi il diritto di chiedere un risarcimento per potenziali danni e perdite.

Berlino respinge però tutte le accuse: i militari avrebbero avvertito le autorità turche dell’intenzione di ispezionare la nave e avrebbero atteso la risposta per quattro ore prima di salire a bordo: “Se non ci sono obiezioni entro un periodo di quattro ore, la mancata risposta è considerato un tacito consenso“, ha dichiarato a Euronews un portavoce del Ministero della Difesa tedesco. “La fregata Hamburg ha agito in conformità con le istruzioni del comando dell’operazione e secondo le regole stabilite dall’operazione europea”. Il portavoce ha aggiunto che “la decisione della perquisizione è stata presa non dai militari tedeschi ma dal quartier generale dell’Operazione Irini a Roma” (naturalmente).

“La situazione a bordo è stata di collaborazione”, ha anche dichiarato su Twitter il Comando della Bundeswehr.

Berlino ha confermato che l’ispezione è stata successivamente annullata una volta che Ankara ha posto il veto alla ricerca, e che la squadra è rimasta a bordo fino a quando non è potuta tornare in tutta sicurezza alla sua fregata: “Dopo essersi consultati con il comando della nave, la squadra di imbarco è rimasta a bordo fino all’alba per poter tornare ad Amburgo”, ha detto il Ministero.

In un’ulteriore dichiarazione, i portavoce dell’Operazione Irini hanno affermato che l’ispezione è stata effettuata “in conformità con le risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’ONU” e che la missione ha consentito ricerche in acque internazionali. “Abbiamo cercato in tutti i modi di ottenere il consenso dello Stato di bandiera”, ha affermato l’UE. “Non avendo ricevuto risposta, il comandante della nave e il suo equipaggio hanno assunto un atteggiamento collaborativo nei confronti della squadra di imbarco”.

Tutte le parti hanno convenuto che nulla di illegale è stato trovato a bordo della Roseline A durante la breve ispezione. Secondo Ankara l’imbarcazione stava trasportando aiuti umanitari dal porto di Ambarlı a Misurata. La nave da carico lunga 148 metri, poi autorizzata a continuare il suo viaggio, è già giunta a destinazione.

Secondo il capo dell’operazione Irini, le squadre militari possono imbarcarsi su una nave per l’ispezione “contro la volontà dell’equipaggio” se non è stato dato il consenso. Laddove ci si opponga, una squadra di forze speciali può “forzare l’accesso” ed effettuare un’ispezione per sicurezza.

L’incidente di domenica è stato il secondo esempio di tensioni tra la Turchia e le forze navali di un paese NATO. A giugno, il Patto Atlantico ha avviato un’indagine dopo che la Francia ha denunciato che una delle sue fregate sia stata “illuminata” tre volte dal puntatore laser del sistema lanciamissili di una nave da guerra turca quando ha tentato di avvicinarsi a una nave civile turca sospettata di coinvolgimento nel traffico di armi.

La Turchia ritiene che la missione europea non sia imparziale, e ha accusato l’UE di bloccare le armi al governo di Tripoli ignorando quelle fornite ad Haftar dai suoi alleati: “La neutralità dell’Operazione Irini è tutta da dimostrare”, ha affermato il Ministero degli Esteri turco, “dato che non esercita alcun controllo sugli aiuti al golpista Haftar ma si accanisce in modo arbitrario contro il legittimo governo libico“.

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