La stampa internazionale annuncia con entusiasmo che “decine di migliaia di filippini hanno firmato una petizione online chiedendo le dimissioni del presidente filippino Rodrigo Duterte“. Questa volta, i motivi non sono più l’uccisione di spacciatori e tossici o le barzellette sessiste, ma i “morti per la pandemia” e la “lentezza nelle vaccinazioni”.
Tuttavia, nell’accorato e struggente appello, compare anche un passaggio sibillino riguardo all'”inchinarsi alle potenze straniere”. Il riferimento, precisa Vice News, è alla riluttanza di Duterte a confrontarsi con Pechino sulle controversie territoriali nel Mar Cinese Meridionale: non per questioni geopolitiche -figuriamoci!-, ma solo perché tutto questo potrebbe “influenzare la fornitura di vaccini”. Sì.
Chi ha scritto questa petizione, la CIA? Se davvero il pubblico occidentale vuole continuare a bersi certe storie, allora non possiamo lamentarci di una stampa che ci tratta come bambini. E che ci presenta una massa di filippini indignati di una questione riguardante il diritto marittimo, rispetto alla quale per giunta Pechino non sta affatto facendo la voce grossa con Manila.
Il presidente Duterte ha ripetutamente osservato che le Filippine hanno centinaia di problemi, e che la presunta infrazione della Cina delle loro acque territoriali al momento non è tra essi. Evidentemente c’è qualcuno che la pensa diversamente, ma che non è tra gli ingenui firmatari di “accorati appelli”.