Appello della polizia americana ai criminali: “Fermatevi, c’è il coronavirus”

Utah police departments ASKS criminals to ‘cease’ crime until further notice… because coronavirus
(RT, 15 marzo 2020)

Alcuni dipartimenti di polizia dello Utah hanno chiesto i criminali di cessare le loro “attività” alla luce della crescente quantità di casi di coronavirus negli Stati Uniti.

È uno scherzo? È difficile capire quanto seriamente il governo degli Stati Uniti stia prendendo il coronavirus, se i politici invitano le persone a chiudersi in casa mentre i funzionari statali colgono l’occasione per qualche battuta.

Il dipartimento di polizia di Salt Lake City ha chiesto infatti che “tutte le attività e i comportamenti criminali cessino fino a nuovo avviso. Apprezziamo la vostra collaborazione nel fermare il crimine e ringraziamo i criminali in anticipo”

Le risposte al tweet ipotizzano che la richiesta del dipartimento sia un tentativo  poco riuscito di ironizzare: il motivo per cui un dipartimento di polizia senta la necessità di scherzare attraverso un account ufficiale rimane tuttavia un mistero, soprattutto durante uno stato di emergenza nazionale.

La storia del dipartimento pone peraltro il tutto in un contesto ancor più sconfortante. Un rapporto sulla polizia dello Utah ha rivelato che gli ufficiali sono responsabili di più omicidi rispetto alle gang o agli spacciatori. Tale rapporto si basava su dati raccolti tra il 2010 e il 2014, ma altre inchieste hanno riscontrato anomalie anche recenti.

Nel 2018, la polizia dello Utah ha ucciso 19 persone e sparato a 30. La quantità di morti per mano di ufficiali è un record recente, e così negativo che l’Ufficio del procuratore generale dello Utah ha avviato un’indagine.

Nonostante il triste stato in cui versano, i dipartimenti di polizia dello Utah a Heber e Orem City hanno fatto battute simili sui “divieti” ai criminali, mentre le autorità combattono la diffusione del coronavirus. Anche i dipartimenti di polizia in Wisconsin e Ohio hanno lanciato i loro “appelli” ai criminali.

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