Bergoglio-Bonino: la Sinagoga Radicale di Massa

La settimana scorsa Papa Bergoglio ha incontrato Emma Bonino: tutta la stampa ha descritto l’evento con toni ditirambici, soffermandosi sul “meraviglioso mazzo di rose e dei cioccolatini” donati dal Pontefice all’eminenza radicale (le rose erano rigorosamente bianche…).

I miei amici complottisti hanno invece parlato di una “riunione di emergenza” del Deep State all’amatriciana, oppure di una manifestazione essoterica di “compattezza” da parte del “fronte della dissoluzione”. Per quel che mi riguarda, vorrei limitarmi a un’analisi politica per non risultare blasfemo soprattutto nei confronti della Bonino, che a quanto pare ha più amici in cielo e in terra di Pope Francis.

Ecco dunque due paroline da vero miscredente: qui mi pare siamo andati ben oltre il concetto di Partito Radicale di Massa elaborato da Augusto Del Noce, che peraltro intendeva l’aggettivo non in senso politico ma filosofico (o metapolitico), e più che con Giacinto ce l’aveva con Gramsci. Ad ogni modo, si può ormai parlare di una “Chiesa Radicale di Massa”, o per essere ancor più provocatori (o meno blasfemi, almeno da una prospettiva non moderna), di una “Sinagoga”.

Il Partito Radicale di Massa

Il connubio Bergoglio-Bonino (prima le signore…) rappresenta una commistione perfetta, direi quasi chiasmatica, tra un immanentismo che cerca ragioni nella trascendenza per affermarsi, e di un cristianesimo svuotato di qualsiasi caratteristica sovrannaturale o almeno preternaturale. Il punto di incontro circostanziale di tali istanze a mio parere potrebbe essere rappresentato dal fenomeno migratorio, o, per meglio dire, dall’immigrazionismo.

Non a caso il Papocchio e la Papessa sulla questione esprimono lo stesso lugubre messaggio. Bergoglio ha appena tuonato, nel solito formato delle “parole a braccio” (la dicitura appare ormai ufficialmente nei documenti vaticani!), in un’udienza del 3 novembre 2024, che:

«Un modo di accogliere Cristo è nei poveri e nei migranti. Sottolineo migranti perché sia in Italia che in Spagna è una delle realtà — non voglio dire un problema, bensì una delle realtà —. E, d’altra parte dobbiamo ringraziare che vengono i migranti perché l’età media dei locali è un po’ scandalosa. Credo che in Italia l’età media sia 46 anni. Non hanno figli. Ma sì, tutti hanno un cagnolino o un gatto, ma non hanno figli! E i migranti vengono e, in un certo senso, sono i figli che non vogliamo avere. Pensate un pochino a questo».

Francesco ha espresso in questi anni una “mistica del migrante” che senza mezzi termini obbliga i fedeli a considerare chiunque sbarchi a Lampedusa come Gesù, cioè come l’Altro, lo Straniero che la fede cristiana ci impone di accogliere. I testi programmatici di tale ideologia sono, tanto per citare, le omelie per le varie “Giornate Mondiali del Migrante”, come per esempio quella del 2014, in cui il Pontefice sostiene che:

«Si tratta, allora, di vedere noi per primi e di aiutare gli altri a vedere nel migrante e nel rifugiato non solo un problema da affrontare, ma un fratello e una sorella da accogliere, rispettare e amare, un’occasione che la Provvidenza ci offre per contribuire alla costruzione di una società più giusta, una democrazia più compiuta, un Paese più solidale, un mondo più fraterno e una comunità cristiana più aperta, secondo il Vangelo. Le migrazioni possono far nascere possibilità di nuova evangelizzazione, aprire spazi alla crescita di una nuova umanità, preannunciata nel mistero pasquale: una umanità per cui ogni terra straniera è patria e ogni patria è terra straniera».

Vorrei farvi notare che questa ansia di palingenesi esclude che uno solo di questi stranieri sia venuto non dico per testimoniare direttamente il Vangelo, ma anche per farsi “ultimo” allo scopo di esprimere indirettamente una sorta di “cristianesimo esplicito”.

Gli immigrati infatti desiderano esattamente ciò che Bergoglio stigmatizza, ovvero la possibilità di godere del benessere dei Paesi sviluppati e partecipare al “grande inganno” consumistico (testo di riferimento l’enciclica Laudato Si’). Di quale evangelizzazione parla, poi, un Papa che ha condannato all’inferno il “proselitismo?

Soffermiamoci però sull’angosciante “conta dei corpi” regolata da principi obiettivamente materialistici (stiamo parlando di vasi comunicanti, di termodinamica o di anime?): va amesso che un chierico, in taluni frangenti, potrebbe permettersi di profferire certi giudizi tranchant, posto che sia convinto che gli uomini siano superiori agli animali e che la contraccezione non sia un metodo ammissibile per il controllo delle nascite. D’accordo, ma allora perché una come la Bonino si esprime negli stessi termini di un Papa dell’esecrata Catholica?

Anzi, a dirla tutta è l’immortale Emma ad aver confermato il concetto in più occasioni (parla sempre da un pulpito perché è invitata a qualsiasi tipo di convegno non si capisce in base a quali meriti politici, intellettuali o accademici). È infatti almeno dai tempi in cui era Ministro degli Esteri del Governo Letta che la Nostra ormai continua a ripetere che l’immigrazione è necessaria alle democrazie occidentali in crisi demografica. Ancor più sconcertante della sua faccia tosta, l’assoluto silenzio anche della stampa conservatrice di fronte a una signora che ha fatto carriera organizzando aborti clandestini e ha imposto al Paese la detanalità come valore ma che ora si permette di dar lezioncine agli italiani “che non fanno più figli”.

La Bonino, del resto, parla esplicitamente di “organizzare il travaso” dall’Africa all’Europa per permetterci di sostenere il nostro welfare. Badate bene che i Radicali da decenni ormai non parlano più di contraccezione di massa nel Terzo Mondo, e probabilmente se lo hanno fatto in tempi passati era solo per fingere una coerenza che non si possono permettere.

Allora parliamoci chiaro: il Continente Nero fino agli anni ’50 del secolo scorso era totalmente disabitato. Le Eterne Emme Bonino ci hanno abbindolato su quanto fosse disumano il tasso di mortalità infantile africano, imponendoci di riempirli di sussidi, cibo e medicine per consentire alle loro donne di far meno figli ma tenere in vita più bimbi e bimbe, che poi sarebbero potuti diventare militanti radicali e femministe (dunque avrebbero guardato con disgusto all’eterosessualità). Il risultato è stato che da 200 milioni di africani nel 1950 ora siamo arrivati a un miliardo e mezzo, ed entro la fine del secolo i negri saranno QUATTRO MILIARDI.

La Bonino in persona, mentre predicava -e predica ancora- decrescita per l’Occidente e “sviluppo” per l’Africa, ha contribuito a questo disastro demografico che nessuna delle nazioni nere avrebbe potuto permettersi, anche alla luce di quanto sta accadendo proprio oggi, o in qualsiasi altro giorno, al di qua e al di là del Mediterraneo.

I Radicali hanno dunque mentito: non era questione di ridurre la popolazione mondiale, ma di azzerare i tassi di natalità dei Paesi sviluppati per far spazio alla “detonazione” della bomba africana da essi stessi (o dai loro patrocinatori) innescata.

Questa parte del programma è stata evidentemente occultata ai più, camuffata da formule innocue sempre provenienti dalle labbra urinate del compianto Giacinto, che parlava per l’appunto di “Rientro Dolce”, cioè di ridurre l’umanità a 2 miliardi. Dove sono le pattuglie di Radicali che dovevano gettare i preservativi dagli elicotteri sui nigeriani? Dov’è finita la propaganda anti-Aids di cui gli africani si fanno beffe figliando come conigli?

Capite che siamo andati ben oltre il cattocomunismo. Queste sono perversioni ideologiche di nemici dell’umanità, che si esibiscono a favor di telecamera per rivendicare un’autorità solo reclamistica. Non c’è logica che tenga: le ragioni della Bonino sono immanentistiche, quelle del Papa sono trascendentali (anche se lui evidentemente non vorrebbe fossero tali!).

In nessuna combinazione possibile, tali istanze potrebbero integrarsi, nel momento in cui la retorica religiosa di un uomo di Chiesa toglie qualsiasi fondamento scientifico -o almeno razionale- alle pretese del politico radicale, e viceversa le tesi pseudo-illuministiche dell’immigrazionista “laico” di turno non posso chiaramente essere “travasate” (per citare la Bonino) in un contesto in cui viene chiesto di accogliere decine di milioni di africani per “fede”.

È un abbraccio letale per entrambi gli “schieramenti”, che dovrebbe essere interpretato dalla prospettiva di un sole che sembra più grande perché sta tramontando. È anche vero che la rivoluzione ci sta impiegando troppo tempo per suicidarsi: allo stato attuale si accontenta di stare in sedia a rotelle. A un livello puramente politico, auguro a entrambi (o entrambe) un exitus dignitoso.

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5 thoughts on “Bergoglio-Bonino: la Sinagoga Radicale di Massa

  1. Gli africani nel 1950 erano 200 milioni, non 200.000. Scusa la pedanteria, il resto è da condividere al 100%, grazie!

  2. chiesa cattolica luterana anticristiana farabutta velenosa cancerosa malvagia bugiarda demoniaca falsissima ladra debosciata fangosa disumana menzognera bestiale gangrenosa maledetta odiosa pessima scandalosa oscena immonda rapinosa diabolica vergognosa lercia spregevole lurida ipocrita sordida disonesta rapace schifosa orrenda ingannatrice, io ti disprezzo con tutta la mia anima immortale

  3. Due vecchi pasciuti che hanno imposto una vita di inferno alle nuove generazioni. Direi che non c’è altro da aggiungere

  4. Anche per me condivisione totale di quello che hai scritto e consentimi a questo punto di fare una confessione, un autodafé.
    A vent’anni mi sono fatto incantare dalle labbra urinate di Giacinto, politicamente s’intende sottolineiamolo visto anche la baldanza molto equivoca del Giacinto per i giovinetti. Credevo acriticamente a ogni puttanata “liberale” senza sapere neanche il significato della parola. Ero ingenuamente ignorante e stolto.
    Quindi al mio primo voto votai per i Radicali.
    Oggi che sono rinsavito c’è ancora una parte di me che continuerebbe a sputarsi allo specchio per questo.

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