Boden und Blut (Cesare Pavese)

«Dignità vuol dire essere se stessi. Ma quando succede che si cambia idea? Si indaghi bene, si vedrà che non si cambia idea, ma che sotto sotto si aveva già presentito il pensiero nuovo. Che certe tue idee del passato non fossero quel che sembravano ti risulta dal fatto che allora credevi di averle ma non te ne interessavi (il tuo disinteresse per la politica, famoso!). Ora che nelle tragedie hai visto più a fondo, diresti ancora che non capisci la politica? Semplicemente ora hai scoperto dentro – sotto la spinta del disgusto – il vero interesse che non è più le tue sciocche futili chiacchiere ma il destino di un popolo di cui fai parte. Boden und Blut – si dice così? Questa gente ha saputo trovare la vera espressione. Perché nel ’40 ti sei messo a studiare il tedesco? Quella voglia che ti pareva soltanto commerciale, era l’impulso del subcosciente a entrare in una nuova realtà. Un destino. Amor fati»

(Cesare Pavese, pagina del “taccuino segreto” di risalente al dicembre 1943, in Lorenzo Mondo, Il tormento di Pavese prima che il gallo canti, “La Stampa”, 8 agosto 1990)

Nella stessa edizione, questa notizia. Synchronizität (ovviamente non contro Cesare):

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