Bruxelles non vuole rifugiati dall’Ungheria: Orbán svela l’ipocrisia dell’Unione Europea

Come reazione alla multa di 200 milioni di euro inflitta all’Ungheria dall’Unione Europea per “violazione delle norme sul diritto d’asilo”, Viktor Orbán ha annunciato di aver predisposto una flotta di bus con direzione “sola andata” verso Bruxelles per trasportare nel “cuore” dell’Ue ogni richiedente asilo che raggiungerà la nazione magiara.

Il progetto, già presentato ad agosto con toni che lo facevano apparire come una vaga minaccia, è invece ormai pronto a partire: il sottosegretario all’Interno Bence Rétvári ha appena tenuto una conferenza stampa per presentare gli autobus che trasporteranno i migranti, affermando che il viaggio sarà ovviamente volontario, oltre che gratuito.


La reazione degli eurocrati e delle autorità belghe è stata obiettivamente esagerata: il sindaco (di centro-sinistra) di Bruxelles ha invocato l’intervento del governo centrale per bloccare questi autobus, mentre il Ministro degli Esteri (di centro-destra) belga, l’algerina Hadja Lahbib, ha invocato a sua volta un intervento dell’Europa contro la “provocazione”. Nessuno evidentemente si è fermato un attimo a pensare che su quegli autobus ci saranno soprattutto esseri umani, e stupisce tale freddezza e calcolo politico anche da un ministro di origine nordafricana.

Peraltro, non è casuale che sugli autobus appaia la scritta Röszke-Bruxelles: la città di partenza, a un passo dalla Serbia, è la stessa in cui i governi di Belgrado negli ultimi dieci -e passa- anni hanno cercato di dirottare migliaia di migranti giunti nel loro Paese nell’Unione Europea tramite, per l’appunto, corse speciali (che per giunta si sono fatti pagare circa 20 euro a biglietto!).

Nel 2015 Röszke si era ritrovata letteralmente “invasa” da rifugiati mediorientali (in specie afghani e siriani), che come prevedibile cercavano solo un passaggio verso altri lidi europei attraverso il primo Paese della cosiddetta “rotta balcanica” che facesse parte di Schengen: in tali frangenti i serbi si erano fatti paladini dell’accoglienza, della filantropia e dell’universalismo, ma ovviamente pur di non tenersi neppure un migrante sul loro territorio li avrebbero lanciati con delle catapulte solidali.

L’isterismo e il panico della Commissione Europea, a fronte di un’azione al momento solo “su carta”, dimostra quanta ipocrisia ci sia sul tema: mentre alla Germania si lascia sospendere Schengen in seguito a un attentato terroristico a Solingen, Budapest viene obbligata non solo a tenersi gli immigrati ma persino a pagare una multa. Anche per questo, nell’ambito delle trattative “sottobanco” per impedire che l’Ungheria faccia sul serio (minacciare serve comunque a qualcosa), Orbán ha chiesto all’UE un rimborso per le spese effettuate a salvaguardia delle frontiere esterne europee: una cifra che si aggira attorno ai 2 miliardi di euro.

Il copione, in ogni caso, è lo stesso che di recente è stato inscenato negli Stati Uniti, quando alcuni governatori repubblicani (come Ron DeSantis della Florida, Gregg Abbott del Texas e Doug Ducey dell’Arizona) hanno organizzato voli per gli immigrati verso le famigerate “città santuario”. La reazione degli umanitari-filantropi è stata sempre la stessa: appelli al rispetto del “diritto” e al non giocare sulla “pelle” degli immigrati uniti a feroci respingimenti degli stessi.

Personalmente lo definisco “Effetto Capalbio” perché trovo intellettualmente disonesto accusare di “calcolo politico sulla pelle degli esseri umani” solo una parte rispetto all’altra , in un contesto in cui, per dire, la maggior parte dei rifugiati al confine meridionale dell’Ungheria vorrebbe effettivamente recarsi in Belgio (così come in Svezia o in Germania).

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Se gli interessi dei migranti devono prevalere su tutto, qualsiasi ipotesi di “quote” o “redistribuzione” cade a fronte della volontà del siriano o dell’afghano di ricongiungersi alla sua famiglia a Stoccolma o a Colonia. Questo gioco ha funzionato con l’Italia (e continua a funzionare ad onta di qualsiasi regime “sovranista”), ma è evidente che Orbán è di tutt’altra pasta, o, per meglio dire, è della stessa pasta degli eurocrati nel momento in cui non ha remore a utilizzare minacce e metodi mafiosi per raggiungere i propri scopi: in questo è davvero il più grande europeista di tutti i tempi.

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One thought on “Bruxelles non vuole rifugiati dall’Ungheria: Orbán svela l’ipocrisia dell’Unione Europea

  1. Alla fine comunque 200 milioni sono l’1 per mille del PIL ungherese, non vedo grossi problemi (anche perché sono ben di più quelli che l’Ungheria riceve dall’UE). L’UE fa propaganda, ma non può fare molto altro, in Ungheria non ci sono PM che hanno studiato alla Federico II di Napoli

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