Camerata Soros: perché la Open Society ora finanzia anche l’estrema destra americana?

Nel 2023 la Open Society Foundations di George Soros, ora sotto la presidenza del figlio Alexander, ha organizzato una campagna di “investimenti” nel panorama internazionale delle piccole riviste, estendendo i propri tentacoli finanziari dal Sudafrica alla Nigeria, dal Messico all’Argentina, fino ovviamente agli Stati Uniti, dove la maggior parte dei fondi sono andati direttamente a giornalisti di orientamento liberal, come la direttrice della “New York Review of Books” Emily Greenhouse, la codirettrice di “Dissent” Natasha Lewis, il codirettore di “n+1” Mark Krotov, il caporedattore di “The Baffler” Matthew Shen Goodman, la caporedattrice di “Jewish Currents” Arielle Angel e la caporedattrice di “Lux” Sarah Leonard (è superfluo evidenziare l’origine ebraica di ognuno di questi personaggi).

Fin qua, niente di sconvolgente: è il solito gioco del “libero mercato delle idee” dove se i sussidi non te li dà lo Stato ci pensa qualche bella Fondazione a premiare gli eletti. Ciò che tuttavia ha scatenato l’inchiesta-scoop di “Vanity Fair” è stata la presenza, nell’elenco dei beneficiari, di Sohrab Ahmari, direttore del portale “Compact” ed ex giornalista del New York Post.

Un tizio considerato “reazionario”, “autoritario” e in odore di fascismo, come hanno osservato indignati gli altri partecipanti (tutti di pedigree progressista) al meeting della Open Society svoltosi il giugno scorso a Londra. Uno degli accoliti, che ha voluto mantenere l’anonimato per non perdere i fondi, ha dato in escandescenze per essersi ritrovato davanti il “fascistone” mentre era uscito a fumarsi una sigaretta.

Ahmari ha fondato “Compact” nel 2022 con Matthew Schmitz, un altro conservatore, ed Edwin Aponte, un marxista che ha interrotto ogni contatto con i due per contrasti ideologici. All’inizio il programma di “Compact” era di promuovere “una politica socialdemocratica che difendesse la comunità, locale e nazionale, familiare e religiosa, contro la sinistra libertina e la destra libertaria“. Nonostante l’impostazione bipartisan, i finanziamenti più importanti sono giunti dalla destra: tra i nomi dei mecenati, il solito Peter Thiel (che ha imposto a Trump il suo ex dipendente JD Vance per la vicepresidenza) e Thomas Klingenstein, il presidente del think tank conservatore Claremont Institute.

La questione suscita più di un dubbio non solo perché Ahmari effettivamente non condivide granché dei “principi” della Open Society, ma anche perché la sua rivista supporta apertamente uno degli arci-nemici di Soros, Viktor Orbán, e soprattutto ha più volte criticato la stessa fondazione: nonostante ciò, l’anno scorso sono arrivati 200.000 dollari da Soros jr.

Ahmari e Schmitz non hanno finora lasciato dichiarazioni, ma la rivista ha emesso un comunicato nella quale i redattori si dicono “orgogliosi di collaborare con una serie di sostenitori di destra, di sinistra e di centro”.

Il vice-presidente della Open Sociey, Lenny Benardo, considerato l’architetto della campagna di finanziamenti della fondazione alle piccole riviste, ha affermato di non riscontrare alcuna contraddizione nel sostegno a “Compact”, in prospettiva della simpatia del magazine online “per uno Stato forte e una redistribuzione della ricchezza“, oltre che per la “liberalità” con cui ospita contributi da autori con orientamenti diversi (da Slavoj Žižek a Curtis Yarvin, un “suprematista bianco” -ma di origine ebraica- che esprime le istanze della cosiddetta alt-right).

Alla fin fine, Benardo & Co. si appellano a una generica “pluralizzazione dell’opinione pubblica” e alla necessità di allargare gli orizzonti anche alla destra. I motivi per cui i milioni di Soros abbiano deciso di benedire un settore piuttosto “estremo” del conservatorismo rimangono però enigmatici: c’è dietro qualche operazione di “infiltrazione” di cui la plebe deve rimanere all’oscuro?

È un dato di fatto che molta parte del giudaismo americano dopo il 7 ottobre 2023 si sia spostato a destra replicando le dinamiche con cui gli ebrei liberal almeno a partire dalla Guerra dei sei giorni per difendere Israele assunsero posizioni sempre meno “progressiste”, arrivando infine a partorire l’abominio del neoconservatorismo e le sue guerre altrettanto oscene.

Il commentatore politico Nick Fuentes ha più volte denunciato la “guerra intestina” nell’ambito delle destre alternative scatenata dalla fazione filo-israeliana. Secondo la sua “mappa” dei finanziamenti appena delineata, Thomas Klingenstein, il presidente del think tank conservatore Claremont Institute sarebbe foraggiato da Paul Singer, un magnate ebreo, che noi italiani conosciamo in quanto coinvolto nell’acquisizione del Milan, ma che, pur essendo un sostenitore della destra israeliana, negli Stati Uniti è noto soprattutto per il suo attivismo LGTQecc. Questo tristo figuro sta ora puntando tutto il patrimonio su Donald Trump… c’è altro da aggiungere?

Pubblicità

AVVERTENZA (compare in ogni pagina, non allarmatevi): dietro lo pseudonimo Mister Totalitarismo non si nasconde nessun personaggio particolare, dunque accontentatevi di giudicarmi solo per ciò che scrivo. Per visualizzare i commenti, cliccare "Lascia un commento" in fondo all'articolo. Il sito contiene link di affiliazione dai quali traggo una quota dei ricavi. Se volete fare una donazione: paypal.me/apocalisse. Per contatti bravomisterthot@gmail.com.

2 thoughts on “Camerata Soros: perché la Open Society ora finanzia anche l’estrema destra americana?

  1. I nasoni hanno di nuovo bisogno dei bianchi, bene questa finestra di tempo per levarci qualche sassolino dalla scarpa ed esercitare noi la nostra chutzpah verso loro, visto che viceversa non si risparmierebbero. Detto ciò spero che l’intero MO imploda e tornino un crocevia commerciale di stracci dall’Est all’ovest e viceversa, non deve rimanere nulla, Israele se rimane deve diventare per le diplomazie uno stato sabbiopode come gli altri dell’area.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.