Capire Cottarelli in due frasi

Per capire che cos’è Carlo Cottarelli, vi propongo due risposte da un’intervista del 19 luglio 2015 al “Corriere della Sera” sulla crisi greca (pubblicata nella versione cartacea col titolo Obama ha ragione, l’austerity è eccessiva).

Per ricostruire in breve il contesto, era il momento in cui Schäuble e Merkel volevano far uscire Atene dall’euro e Obama, per dissuaderli, decise di affidarsi alla “carezza sulle spalle” di manzoniana memoria (oggi nota come soft power): dopo aver scomodato la diplomazia, attraverso il tour de force mediatico dell’ambasciatore Anthony Luzzatto Gardner, che da “poliziotto buono” ricordò a Berlino i “rischi geopolitici” di un’uscita della Grecia dall’euro (oltre a rimarcare la pericolosità rappresentata dal surplus tedesco), e attraverso la moral suasion di alcuni grand commis francesi come Jacques Attali e  Jack Lang, il Premio Nobel per la Pace prese in mano il telefono e la risolse “all’americana”.

Tra i destinatari delle sue attenzioni, ci fu ovviamente anche il Fondo Monetario Internazionale, come dimostra l’intervento di Cottarelli a cui accennavo: in tal caso il “tecnico” riuscì a dire nella stessa intervista (leggere per credere) che «il Fondo monetario è indipendente, ha proprie regole precise», ma che l’accorato appello sul debito greco era stato “ispirato” proprio dalle dichiarazioni del Presidente americano: «Le considerazioni di Obama sono proprio il motivo che ha portato il Fondo a dire che il debito della Grecia non sia sostenibile».

Ecco, tutto qui. Per chi non avesse capito: Cottarelli è un “tecnico” alla Monti, cioè uno che nasconde gli scopi politici di chi ce l’ha mandato dietro la presunta neutralità dei mezzi. I veri tecnocrati, se non sono disposti a porre la coesione dell’eurozona al di sopra di qualsiasi ragione economica, vengono rispediti al mittente: vedi il caso attualissimo di Paolo Savona…

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