Caro Trump, promettimi che nel 2028 finirà il Sessantotto!

Io non “credo” in Donald Trump, o per dirla in italiano, io non lo trasto. Tuttavia, gli riconosco di esser stato protagonista di un’incredibile rivoluzione che, nonostante la normalizzazione, gli inciuci, Elon Musk, la lobby sionista, la Terza Guerra Mondiale e il boomerismo, forse riuscirà anche a produrre qualche frutto positivo.

Partiamo da un fatto: Donald Trump è stato votato proprio da tutti. Dalla stragrande maggioranza degli americani, nonostante il lavaggio del cervello proposto dai loro media (forse non poi è una società così “spettacolare” -in senso debordiano- come si crede); da importanti frange delle élite cosmopolite, nonostante egli, sempre a livello di “spettacolo”, ne rappresenti l’antitesi più pura; dai bianchi razzisti del sud, nonostante siano tradizionalmente democratici e lo disprezzino per non essere abbastanza suprematista; dai nigga, nonostante la nomea di razzismo e l’ennesimo candidato negro-non-negro (chi non è discendente degli schiavi non è un real nigga, figuriamoci una donna indo-giamaicana cresciuta in Canada); dagli ebrei di sinistra, nonostante in pubblico debbano continuare a recitare lo stillicidio liberal-woke; dagli ebrei di destra, spediti letteralmente in massa a fare la fila ai seggi elettorali; dai latinos, nonostante le battutacce su Porto Rico come “isola di spazzatura” e la storica avversione di Donald sin dai tempi della prima campagna (ricordate, la moglie del fratello sfigato di Bush, Ted Cruz e Marco Rubio ecc…); dalle donne, nonostante la macchina hollywoodiana si sia messa in modo per suggestionarle con scenari da Handmaid’s Tale e gli slogan da oche starnazzanti su “soffitti di cristallo” e “corpo mio decido io scarpe sushi netflix; dalla generazione Big Bang Theory, uomini inebetiti dai giocattoloni tecnologici che la Mafia di PayPal è riuscita a intortare perfettamente (probabilmente un uomo che si “femminizza”, come i semi della cannabis, diventa più cretino di una donna quando è cretina); dagli immigrati di seconda o addirittura prima generazione, che hanno lasciato i loro “buchi della merda” (shithole countries nel lessico donaldiano) per poter vivere in una società funzionale e hanno bisogno che qualcuno “chiuda la porta”; eccetera eccetera.

(Per non dilungarmi, ho omesso le categorie religiose -a parte gli ebrei, che per me è principalmente una questione etnica, ma vabbè- perché qui non c’è lo spazio per smentire i pregiudizi su cattolici americani ed evangelisti fondamentalisti, e in ogni caso Trump è un puttaniere di New York dalla mentalità antipapista che non può dare alcuna garanzia ai vari gruppi, eppure a questo giro pure i musulmani gli hanno conferito la “Spada dell’Islam”).

Beh, certo, messa così sembra quasi la descrizione di un abominio, ma la cosa che accomuna questo carrozzone metapolitico (o impolitico, o addirittura ipopolitico), è l’odio per qualsiasi cosa si possa definire “sinistra”. Ci siamo tutti rotti le palle, indipendentemente da quanto faccia poi schifo la destra al governo: l’importante è non avere i kamalisti (sic) a gestire anche l’ultimo avamposto che gli manca, quello del consenso popolare; l’importante è non dover mandare a puttane una nazione perché un transessuale afro-arabo-asiatico ha un’unghia incarnita; l’importante è non dover garantire altri “diritti” alle donne in cambio di ponti che crollano, missioni spaziali bloccate a causa degli scleri della Maria Salomea Skłodowska di turno (che ha indebitamente sottratto il brand -e tutto il resto- dal consorte Pierre Curie) e un continuo piagnisteo su qualche cosa che a loro manca (i diritti come nuovi paia di scarpe: quote rosa, poliginia, aborto al nono mese ecc…); l’importante è non dover continuare a lavorare e crepare come i vassalli che siamo sempre stati ma esser trattati come zimbelli, sfogatoio collettivo di qualsiasi “minorato” politico (e mentale) che si senta dalla parte giusta della storia.

Sì, è la solita illusione, ma guardiamo le cose da una prospettiva bioleninista (un plauso a Progetto Razzia per aver tentato di introdurre il concetto nel dibattito italiano, missione obiettivamente impossibile per la nostra composizione etno-religiosa e psico-sociale e storico-cultrale e sti-gran-cazzale): i destrorsi sono bestioni vichiani che sulla lunga distanza non riescono in alcun modo a “radicalizzarsi” senza una forza centripeta. Una volta confinati all’opposizione, si danno alla bohème plebea, al settarismo in formato gruppi Whatsapp, al “cavalcare la tigre” o per meglio dire “farsi cavalcare” da ogni tipo di creatura selvaggia.

I sinistroidi, al contrario, prosperano benissimo in cattività perché possono contare su vari “salvagenti” politici, ideologici e persino etici: di conseguenza, sentirsi al contempo élite e maggioranza nei frangenti in cui riescono ad arrivare al potere col consenso “democratico” (cioè tramite brogli, propaganda e congiure di palazzo) li porta a proliferare in modo disfunzionale, quasi per gemmazione. Ok ok ok ok stop stop stop questi discorsi ce li teniamo per le birrerie, ad ogni modo chi vuol capire ha capito (occhiali da sole ed emoji dall’espressione insinuante).

La favola leninista (leninismo puro, non “bio” o post-) che vorrebbe l’opposizione come “scuola di vita” per i rivoluzionari funziona solo per certe culture politiche: quelli di “destra” mimano la subumanità di coloro i quali considerano “vincenti” e in meno di una generazione te li ritrovi completamente trasfigurati dalla degenerazione. Alla fine non è nemmeno tanto sorprendente che i dettami rivoluzionari non funzionino per dei controrivoluzionari

Se spostate tutto ciò nel contesto americano, potete capirvi perché le donne hanno votato per lo “stupratore”, i neri e i sudamericani per il “razzista”, i gay per l'”omofobo”, i puritani per il “Sacerdote di Baal” ecc ecc. Non è più questione del meno peggio, è proprio la scelta del peggio del peggio per fermare un Sessantotto che da politico è diventato biologico e si vorrebbe imprimere nei nostri geni, sulla carne, a livello fisiognomico.

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2 thoughts on “Caro Trump, promettimi che nel 2028 finirà il Sessantotto!

  1. Attenzione, Trump ha preso più o meno il 50,5% dei voti. Comunque, questo non è molto importante. Il punto vero è che bisognerebbe parlare di più di Giesucristo.

  2. Tutto questo entusiasmo per Trump, che è una puttana e comunque non farà nulla di utile per il resto del mondo, non fa che confermare l’irreparabile dipendenza servile dell’Europa per i mercanti a stelle e strisce. Che ce ne viene a noi, se l’Europa è stata già smantellata, proprio grazie allo zio Sam (e allo zio Tom)? Che ce ne facciamo del troiaio europeo smanioso di mostrare la fica verso l’Atlantico? Peggio mi sento con le vestali che la fica la sventolano verso gli Urali.

    Cosa non deve fare uno per non deprimersi, applaudire un vecchio spaventapasseri solo perché fa piangere i travestiti. Intanto il suo amico Musk, leggendo su internet che i giudici italiani stanno ostacolando la pagliacciata italo-albanese, ha avuto la presensa di spirito di dire ai togati: aò, ve ne volete annà?! Detto così fa ridere. Ma qualunque sia stata l’intenzione, anche per buffoneria la più smaccata, tutto ciò è disperante. Con o senza i travestiti.

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