Chicago: guerriglia tra gangster neri e mafiosi venezuelani

Gli ultimi dispacci che giungono da oltreoceano sono piuttosto interessanti: sembra stiano scoppiando delle guerre di quartiere tra afroamericani (sì, non cominciate con dirmi “devi chiamarli NEKRI!!!” perché non voglio confonderli con gli immigrati di prima e seconda generazione dall’Africa che hanno invaso gli Stati Uniti negli ultimi anni a ritmi lampedusani) e le gang dei venezuelani che hanno considerevolmente aumentato il livello di violenza nelle piccole e grandi città.

A capitanare la rivolta sono i criminali neri “in pensione”, che tramite il leader 53enne Tyrone Muhammad (non è un nome da battaglia) hanno organizzato a partire da Chicago delle ronde sotto l’egida dell’organizzazione Ex-Cons for Community and Social Change (“Ex-Detenuti [convicts] per la Comunità e il Cambiamento Sociale”).

Tyrone (che si dichiara sostenitore di Donald Trump) è stanco delle orde di immigrati che inondano le cosiddette “città-santuario” e si impossessano di interi palazzi cacciando gli attuali inquilini, per l’appunto tutti negri americani: «Quando le gang di neri si stuferanno della illegalità e dei crimini portati da questi migranti o non-cittadini, Chicago andrà a fuoco e fiamme e non ci sarà nulla che la Guardia Nazionale o il governo potranno fare, sarà un bagno di sangue per le strade, sarà blacks contro immigrati“, ha dichiarato al New York Post.

Tyrone, dopo aver scontato vent’anni per omicidio, non si aspettava di tornare nel vecchio South Side (uno dei quartieri più malfamati della metropoli dell’Illinois) e trovare i mafiosi della Tren de Aragua occupare intere aree della città con il sostegno economico delle autorità stesse, che conferiscono ai criminali venezuelani un sussidio da “rifugiati”. Secondo i dati ufficiali, la sola Chicago ha speso quasi mezzo miliardo di dollari negli ultimi due anni per mantenere gli oltre 42.000 migranti arrivati ​​dal 2022.

I venezuelani ricevono praticamente tutto dallo Stato: soldi per l’affitto, buoni pasto e persino automobili in dotazione. Ciò che indigna particolarmente gli afroamericani è che i proprietari dei loro appartamenti, i cosiddetti landlords, li stanno sfrattando in favore degli immigrati, in modo da poter far pagare loro un affitto più alto, con la garanzia che le spese verranno sempre coperte dal governo. Non sfugga la circostanza che la stragrande maggioranza dei landlords, di solito sono immobiliaristi al capo di un impero, sono di origine giudaica (addirittura quasi tutti haredim, ortodossi): un elemento che concorre ad aumentare l’astio di lunga data della comunità afroamericana nei confronti degli ebrei.

Un giovane spacciatore particolarmente arrabbiato, membro dei Gangster Disciples (storica gang nera attiva dalla fine degli anni ’60 del secolo scorso, il cui simbolo è una Stella di David in onore del fondatore David Barksdale, detto appunto “King David”), si lamenta al giornale newyorchese del fatto che quelli della Tren de Aragua si stanno impossessando di tutte le piazze di spaccio usando come base proprio i centri di accoglienza: «L’America ha permesso alle gang di entrare nel nostro Paese, ma questa è gente che le stesse autorità considererebbero dei terroristi. Hanno lasciato entrare dei terroristi nel nostro Paese!».

Un altro gangster Zacc Massie, 27 anni di cui una decina passati in prigione (ma anche lui dichiara la sua simpatia per Trump), lamenta il fatto che nessuno parli di quello che stanno combinando i venezuelani: «Invadono il nostro territorio e rapinano le persone, ma noi veniamo arrestati e loro no. […] Dal governo ottengono di tutto: auto, appartamenti, carte di credito. A loro danno migliaia di dollari, noi prendiamo forse 400 dollari al mese. E non hanno nemmeno un codice fiscale [Social Security number]!»

Corey Rogers, affiliato alla Black P. Stone (creata nel 1959), si dice preoccupato del fatto che i venezuelani siano compatti e solidali tra loro, mentre le gang nere passano il tempo a uccidersi a vicenda. Altri testimoniano di rapine col machete e di corpi di donne gettati direttamente nella pattumiera.

Gangster intervistati dal NYPost. In ordine orario: Tyrone Muhammad, David, Corey Rogers (a destra nella foto) e Zacc Massie.

L’ultimo aspetto degno di nota di tale vicenda è che a parlarne è principalmente la stampa conservatrice, che mostra un inedito interesse nei confronti dei criminali neri, seguendo la classica logica del “nemico del mio nemico”.

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