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Col mio Fantamorto sto facendo soldi a palate

Non ho mai giocato al cosiddetto “Fantamorto” (scommettere sul decesso di personaggi famosi in un dato lasso di tempo) perché trovo che sia un’usanza macabra e in fondo plebea (non a caso un “noto” fumettista si è giocato, senza tema di pericolo, la senatrice Liliana Segre, con piddinissime risate di contorno). Tuttavia, le mie “previsioni” si stanno trasformando in una macchina da soldi nel momento in cui i lettori promettono di devolvermi i loro stipendi nel caso ci azzeccassi.

Per esempio, il caro XXX (nessuno riferimento ai cromosomi) leggendo il mio pezzo Trump verrà ucciso se si opporrà a una guerra contro l’Iran? (dove, considerando i tentativi di assassinio del candidato repubblicano ipotizzo una qualche influenza di un certo tipo di intelligence, delineando uno scenario in cui il Nostro potrebbe effettivamente esser fatto fuori nel caso di opposizione, anche non “ferma”, a un aperto conflitto con Teheran), si è sentito in dovere di donarmi 50€ promettendomene “10 volte tanto” se la profezia si avverasse.

Trump verrà ucciso se si opporrà a una guerra contro l’Iran?

Un altro invece, che forse giustamente mi dà del “menagramo”, di fronte alla mia congettura che l’esercito israeliano avrebbe colpito direttamente le basi italiane della missione Onu per vendicarsi di un “saluto militare” a un caduto di Hezbollah risalente al 2008 (espressa come si dice in tempi non sospetti, cioè il 1 ottobre 2024, e c’ho i testimoni), mi assicura sdegnosamente che “se avrai ragione tu di farò una minidonazione” (dai almeno 1 euro simbolico zio!).

Come ho detto, a me non piace giocare al “totomorti”, e infatti auspico la Pace Mondiale, il Reich Millenario di Trump (sempre che cominci dal 2016) e un ritorno a casa sani e salvi degli EROI CROCIATI Gargiulo, Auriemma, Izzo e Scognamiglio. Tuttavia, se c’è un criterio che mi consente di prevedere il futuro come nessun altro commentatore italiano può fare (se non azzeccando una “profezia” tra un milione di puttanate), quello è la giudeofobia.

Non dico “antisemitismo” perché la mia avversione è meno etnica che culturale (anche se non sto a perdermi in distinguo come un Doctor subtilis qualsiasi): semplicemente, per rimanere in tema con le questioni attuali, io parto dal presupposto che a) gli ebrei non sanno cos’è il “perdono” e b) gli ebrei non possono avere amici (anche in senso etimologico).

Non voglio dilungarmi perché so che mi odiate per la mia prolissità, però è un dato di fatto che noi abbiamo eletto gli ebrei a “maestri di umanità” solo perché ci hanno costretto a interpretare i precetti talmudici da una prospettiva “universale”. Invece è esattamente il contrario: nei testi sacri giudaici, solo l’ebreo merita il perdono e l’amicizia, mentre il goy rappresenta una minaccia costante con la quale non si verrà mai a patti.

Per questo, sempre esprimendosi in toni tranchant, non può esistere una vera alleanza fra Stati Uniti e Israele: l’americano medio è naturaliter antisemita perché sotto sotto è consapevole che questa “amicizia” sia solo una questione di lobbies e Realpolitik (che a volte, come negli ultimi decenni, sfocia direttamente nella fantapolitica). E, d’altro canto, Tel Aviv accetta l’aiuto goy (che significa anche “nazione”) solo nella misura in cui può avere la certezza che in ultimo esso provenga da altri ebreiho approfondito il tema qui:

Hostis humani generis: perché Israele può avere solo nemici

Il rapporto tra la diffidenza verso chiunque non sia ebreo e la questione del “perdono” è dunque piuttosto lineare: Edom deve pagarla per aver perseguitato gli ebrei anche mille o duemila o tremila anni fa. Ecco perché, a fronte della necessità da parte di Israele di trattare con una America “forte” in grado di fornire soldati motivati in Medio Oriente, si contrappone l’alacre operato delle varie “comunità” nell’opporsi a qualsiasi “risanamento” delle società occidentali. In poche parole, anche se consacrassimo il fiore della nostra gioventù per difendere un’oncia di “terra promessa”, gli ebrei (israeliani o non) continuerebbero a odiarci e disprezzarci.

Il concetto è espresso in maniera icastica da un altro lettore:

«Per lo ZOGbot sono preferibili lotterie, terrorismo false flag e ricatti economici, prima di qualsivoglia ipotesi di rivoluzione interna per ristabilire un ordine desiderabile, quindi meno soggetto a diserzioni di massa dal servizio».

Da un punto di vista realistico, pragmatico o strategico, chiamatelo come volete, a un governo israeliano di qualsiasi orientamento politico converrebbe non ostacolare l’avvento delle cosiddette “estreme destre” al potere in Europa o a Washington, nella misura in cui esse da una parte gli garantirebbero appunto un ricambio di truppe sempre più motivate, e dall’altra lo Stato ebraico non potrebbe più temere una eventuale “minaccia” antisemita come una volta, in quanto a) gli ebrei ora hanno le atomiche; b) Israele è assolutamente favorevole a una emigrazione di massa dall’Occidente per contrastare la sua demografia decadente al cospetto di quella dei nemici prossimi.

Invece no, le “nazioni” vanno crocifisse in eterno, devono dannarsi fino all’ultima goccia di sangue. Ecco su quali convinzioni si basano le mie previsioni, e l’unico desiderio che, in quanto cristiano, nutro in fondo al cuore è che vengano regolarmente smentite. Ma se ciò regolarmente non accade, è abbastanza inutile continuare a dibattere di “antisemitismo” e addossarsi sempre la colpa nel momento in cui gli israeliani vogliono letteralmente ammazzare i soldati dei Paesi alleati (e non sto parlando dell’Unifil, ma a questo punto redpillatevi da soli con Google).

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