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Come conquistare le donne: personalità, sicurezza e intelligenza

Mi vengono poste domande sulle d-parola (con tanto di segnalazioni di epiche discussioni sui social), oppure richieste riguardanti le cosiddette “bandierine rosse” (red flags, cioè i segnali d’allarme) in virtù dei quali si dovrebbe scappare a gambe levate al cospetto di un esemplare del genere femminile. Riguardo a questo tema posso dire che le donne sono delle red flags viventi, dunque la discussione potrebbe anche finir qui (non sarebbe infatti una questione di carattere o inclinazioni individuali, ma eventualmente del modo in cui un sistema sociale potrebbe garantire, tra le altre cose, l’indissolubilità delle unioni).

Riguardo al punto principale, posso solo dire questo: personalità, sicurezza e intelligenza sono i tre demoni che qualsiasi uomo deve combattere se vuole sperare di combinare qualcosa di decente con una donna. Chi tenta di convincervi che anche una sola di queste caratteristiche potrebbe in qualche modo garantirvi il successo riproduttivo o vuole ingannarvi a scopo di lucro (in quanto rappresentante della sempre più florida “industria del rimorchio”) oppure agisce in base a propri complessi psicologici (per esempio credere che aver trovato una donna in base all’aspetto sia l’unica garanzia della sua -inesistente- “personalità”), oppure è semplicemente uno stupido.

Nella maggior parte dei casi questi figuri millantano trionfi in campo amoroso solo per avere una nicchia in cui rispecchiarsi (ma chi si rispecchia nel fango -o peggio- cosa pensa di vedere?): un conto però è vantare conquiste immaginarie al cospetto delle femmine per ingannarle, un altro invece è mentire ai fratelli (noto una qualche omosessualità repressa in tale atteggiamento). Tuttavia, c’è anche chi ha trovato qualche cumciettina di ultima scelta e allora si sente in dovere di dare lezioni: miracolati dello smummo, mi verrebbe da definirli (come se uno potesse prendere per validi i consigli medici di un buon cristiano che ha recuperato la vista, l’udito o l’uso delle gambe dopo un pellegrinaggio a Lourdes).

D’altro canto, sono gli stessi sostenitori della magica triade personalità-sicurezza-intelligenza a riconoscere palesemente che tutte queste qualità non sono altro che un surrogato della bellezza fisica/esteriore: parlano infatti di “compensazione”, addirittura di doveroso tributo alla povera cumciettina che vi degna di qualche attenzione perché l’avete impressionata ricordandovi la capitale della Nuova Zelanda (ma se volete veramente farla bagnare imparatevi quella del Lesotho: Maseru).

Mi rivolgo a chi fa tutto ciò in buona fede: voi state portando i maschi alla follia. Volete convincerli (non so a che scopo) che se non trovano una donna è tutta colpa loro, perché sono deboli, sfigati, insicuri, stupidi e poco virili. Invece è quasi esclusivamente un problema estetico. Ed eventualmente sociale, nella misura in cui la cultura dominante non valorizza in alcun modo i “talismani” a cui fanno riferimento i sedicenti “seduttori”.

Un caso emblematico è rappresentato da tale Giulio, un “genio dello studio” che ha preso quattro o cinque lauree a 25 anni e che nel 2020 è stato invitato in una trasmissione della Rai per esser trattato come una sorta di caso umano e ricevere lezioni di vita non richieste (“trucchi infallibili”) da un certo Simone (che sarebbe il figlio di Walter Chiari), del calibro di “strigni aa mano più forte”, “fatte cresce un po’ li capelli e moviteli aa granne, così” e “te toji un seconno li occhiali, te guardi aa’ ragazza e poi te li rimetti aho”:

Devo la scoperta di questo scorcio di mainstream italiano a una sapida vignetta de La Matita Scarlatta, che coglie perfettamente il punto invocando la fatidica “sapiosessualità“:

Nell’illustrazione, il Giulio bluepillato è convinto che facendo incetta di lauree troverà finalmente l’amore: posto che il Giulio reale, il giovane padovano che effettivamente continua a macinare titoli di studio (pare sia al sesto), può fare ciò che vuole della sua vita, al contempo bisogna ammettere che l’essersi prestato a un tale teatrino, o comunque aver accettato di pubblicizzare in tal guisa la sua “impresa”, non ha giovato alcunché all’intento che si era probabilmente preposto (come invogliare i coetanei allo studio). A meno di non voler ipotizzare che sia tutta una questione di vanità: in tal caso si sarebbe meritato l’addottrinamento dal sub7 “figlio di” (ricordo la genealogia a scanso di equivoci, perché c’è chi sarebbe capace di far passare Simone Annichiarico come esempio di uno che “ha sfondato” senza essere un adone).

Veniamo però al punto: da questo pseudo-intervista del primo canale della tv pubblica italiana non si evince nemmeno in cosa si sia laureato esattamente il nostro Giulio. Quindi, anche volendo ammettere che l’intelligenza sia una qualità fondamentale per “conquistare” una donna, si può almeno discutere sul fatto che viviamo in una società che non valorizza in alcun modo tale qualità? E allora, ancora una volta: è proprio necessario rovesciare le colpe collettive sempre sul singolo sfigato, frignone e imbelle?

Tutto ciò ovviamente, era detto per perdere del tempo: i sostenitori del cosiddetto “ectoplasmismo” (non saprei come definirlo altrimenti), cioè dell’idea che le caratteristiche interiori di un essere umano corrispondano automaticamente a quelle esteriori, oppure che sia possibile modificare il proprio aspetto fisico tramite complessi percorsi di automotivazione o autosuggestione, troveranno sicuramente da ridire sul modo di vestire o atteggiarsi di Giulio (o chi per esso). Certo, avrebbe potuto mettersi le lenti a contatto, farsi biondo e conciarsi come un trapper, ma il volto sarebbe rimasto sempre lo stesso, e la reazione più benevola sarebbe stata quella di ridurlo a zimbello (come del resto hanno fatto).

Arrivare a una conclusione non è semplice. Banalmente, gli esseri umani hanno bisogno di illusioni per tirare avanti. Mi rattrista comunque pensare a tutti i sub7 che passeranno la loro vita a imparare come “saperci fare” invece di tentare di migliorare il loro aspetto (=la faccia) in qualche modo. E non intendo, naturalmente, col far palestra (un palestrato brutto è brutto e basta, altrimenti si ritorna alla favola ectoplasmica del “duro lavoro” che si rispecchia nel fisico) o comprare vestiti alla moda (siamo ancora a questi livello, sì).

Non posso nemmeno consigliare una plastica facciale, perché se qualcosa andasse storto la colpa sarebbe naturalmente di chi ha suggerito l’intervento (mentre quando le “tecniche di seduzione” si rivelano totalmente inutili nessuno si azzarda a pretendere un rimborso dai “maestri”). Qualcuno potrà forse auspicare nell’invecchiamento, che talvolta migliora l’aspetto per vie misteriose (ma anche di questo non si può discutere, perché se il passare del tempo migliorasse in qualche modo esteticamente il volto di un uomo, gli ectoplasmisti chiameranno in causa maturità, saggezza e tante altre fole).

L’importante, a mio parere, è evitare che quelle caratteristiche che ho definito “i tre demoni” (personalità-sicurezza-intelligenza) possano in qualche modo interferire nei rapporti con l’altro sesso, poiché anche nel caso in cui uno di tali demoni vi intrappolasse nella sua illusione, non riuscireste nemmeno a immaginare il prezzo da pagare per il vostro “surrogato di bellezza”.

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