Come Mussolini io ce l’ho grosso (distrarre la negritudine dalla sua animalità)

Come sicuramente saprete, il cantante Bello Figo (al secolo Paul Yeboah), giovane promessa della scena musicale ghanese-parmense (praticamente parmense, visto che fra le altre cose condividono la r moscia), che nel mainstream italico ha guadagnato una certa fama durante l’era renziana (nonostante sia stato tradito anch’egli dalle inique promesse del “Nuovo Mostro” di Rignano), prima dell’incredibile successo di Non pago affitto, aveva registrato una altrettanto incredibile hit, Mussolini, che rivelava già in nuce tutta la sua natura trollante:

I miei seguaci sono al corrente che io abbia spesso cercato di replicare questo successo tramite l’intelligenza artificiale, per esempio attribuendolo a un immaginario Até Ingul, oppure realizzando varie cover in versione “tradizionale”:

Ora, è venuto il momento di chiarire il punto: per la circunstancia in cui ci troviamo, il nostro obiettivo sulla breve distanza dovrebbe essere quello di distrarre la negritudine dalla sua animalità, e tale rivelazione chiarirebbe -o almeno spero- il motivo per cui è necessario appasionarsi a certe intemerate.

Il problema fondamentale è che non esiste, in Italia, una classe intellettuale, una casta di chierici intendo, in grado  di incastonare Bello Figo nell’alveo della tradizione: i piddini hanno tentato di impossessarsene restando poi col cerino in mano, mentre tutta la “zona grigia” restante ha provato a inglobarlo nella sua inclassificabilità.

Per esempio, leggo su genius.com (un sito decente, ma che nella versione italiana rischia di diventare il doppione di Wikipedia per colpa dei “nipoti dei Partigiani”), che la rima di lini con Mussolini è dovuta a una mancata frequentazione del buon Yeboah con la lingua italiana. Si sarebbe potuta liricizzare questa eventualità richiamandosi all’espressione leany che in universo parallelo avrebbe potuto indicare gli effetti della lean, «una droga ricreativa composta da una miscela omogenea di uno sciroppo per la tosse a base di codeina e prometazina e una bevanda gassata, nella maggior parte dei casi con la Sprite» (sto citando la Wikipedia italiana allo scopo di rappresentare l’assenza di “sforzo” necessaria a tali ricerche).

Mi preme di evidenziare, sempre dalla pagina parapiddina di “Genius” (di cui sopra), che i rimandi alla rima tra Mattarella e Rella contenuti nel pezzo SwaG Matarella («Io sono swag, swag Matarella | Perché io sono troppo RELLA | Scopo la, la tua, tua sorella, tua sorella | Perché sono bello») si sarebbero potuti  nobilitare con un riferimento diretto a Rella di Tyler, The Creator, un pezzo che esprime, sicuramente in forme più elevate (ai limiti dello jodorowskiano), la necessità del rap di “evadere da se stesso”:

Dal punto di vista della mia dottrina, la quale, come sapete, corrisponde quasi perfettamente all’hitlerismo esoterico, lo scopo dell’intrattenimento, rebus sic stantibus, è quello di distrarre le razze inferiori dalla loro animalità innata. Solo per questo motivo accolgo con benevolenza ogni evoluzione in tal senso, postulando che per la negritudine assortita (naturaliter “femminile”, se riuscite a capire) Mussolini è suscettibile di rappresentare una sorta di capo tribù, il maschio alfa che tutte le donne scoperebbero e tutti gli abissini adorerebbero.

Per il resto, apprezzo i tentativi di uno studentello di “accademizzare” Bello Figo, ma da testimonianze dirette apprendo che nella sua tesi di laurea dedicata all’Artista egli non abbia dedicato nemmeno un accenno a Mussolini, probabilmente intimorito dalle conseguenze che avrebbe rappresentato una tale presa di posizione contro il “sistema”. In ogni caso, onore a lui: