L’ultima puntata della serie Netflix su Navalny, nella quale il Wall Street Journal riporta le conclusioni dei servizi segreti americani sul non coinvolgimento di Putin nel suo decesso, non deve essere piaciuta ai media internazionali che hanno provveduto con nonchalance a ignorarla.
Come riporta infatti il WSJ, la CIA e altre agenzie di intelligence statunitensi dopo accurate indagini sono giunte a stabilire che le autorità russe non sarebbero coinvolte nella morte del capo di un partito di opposizione Navalny, deceduto il 16 febbraio in una colonia nel nord della Russia.
I responsabili dell’istituto in cui era incerato Navalny hanno sempre sostenuto che il 47enne avesse avuto un malore improvviso dopo una passeggiata. Tuttavia, alcuni leader occidentali e le ONG legate al politico hanno insistito sul fatto che dietro la morte dell’attivista ci fosse Putin, come del resto lo stesso presidente degli Stati Uniti Joe Biden.
Ora, tuttavia, le agenzie di intelligence statunitensi sono giunte alla conclusione che Putin “probabilmente non ha ordinato l’uccisione di Navalny”. La valutazione si basa su informazioni segrete e analisi di eventi pubblici, come il fatto che la sua morte abbia “oscurato la rielezione di Putin”, affermano le fonti del WSJ.
Tale conclusione, sempre secondo il giornale, è condivisa da diverse agenzie, tra cui CIA. Le fonti hanno chiarito che la valutazione dell’intelligence americana “non contesta la colpevolezza [indiretta] di Putin per la morte di Navalny, ma ritiene improbabile che l’abbia ‘ordinata’ proprio in tali circostanze”.
Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha dichiarato di non considerare il pezzo del WSJ degno di attenzione, in quanto contiene “riflessioni banali” pensate come “una lettura domenicale per un pubblico internazionale”.