Dopo uno scambio di telefonate tra Vladimir Putin e Giuseppe Conte e tra il ministro della Difesa Guerini e il suo omologo russo Sergej Šojgu, domenica 22 marzo all’aeroporto militare di Pratica di Mare (Roma) sono atterrati nove aerei Il’jušin con a bordo otto brigate mobili, un centinaio di virologi militari (specializzati nella guerra batteriologica) e numerose dotazioni medicali, tra le quali attrezzature per la disinfestazione batteriologica e un laboratorio da campo.
Ogni brigata comprende un medico di medicina generale, un anestesista-rianimatore, un epidemiologo, un anestesista specializzato e un’unità dotata di sistemi di disinfezione per persone e veicoli, edifici, strade e ambienti esterni. Il motivo per cui sono sbarcati esperti militari e non semplici medici è dovuto al fatto che l’operazione è gestita dal Ministero della Difesa e non da quello della Sanità. Del battaglione fanno parte il generale Sergei Kikot e i colonnelli Gennadij Eremin e Vjačeslav Kuliš, tutti con anni di esperienza alle spalle nella lotta ai più pericolosi agenti patogeni come l’ebola, la peste suina e l’antrace
Il pezzo forte dell’armamentario russo è il Complesso modulare mobile multifunzionale per analisi di materiali biologici patogeni, un sistema che consente di rivelare e identificare fino a 25 agenti di malattie infettive particolarmente pericolose e che in caso di assenza di basi operative fisse è comunque in grado di fornire autonomamente i requisiti igienico-epidemiologici SP 1.3.3118-13 (“Lavoro di sicurezza con microrganismi I-II gruppi di patogenicità”).
Il piccolo esercito di esperti militari ha già percorso mezza Penisola per recarsi a Bergamo, uno dei focolai più allarmanti nel nostro Paese, dove potranno agire in piena libertà e aiutare sia all’identificazione degli agenti patogeni che alla disinfestazione delle aree. Lo stesso Ministero della Difesa russo ha affermato che le autorità bergamasche hanno richiesto l’aiuto dei loro specialisti nella disinfezione su larga scala di strutture sanitarie, infrastrutture urbane e veicoli pubblici. Zvezda ha pubblicato in esclusiva uno dei primi video dell’operazione di “decontaminazione” degli ospizi della provincia lombarda.
Secondo la testimonianza del colonnello Bogomolov, la popolazione locale ha accolto con cordialità i soldati russi tanto da far dimenticare loro di trovarsi in un Paese straniero. Già nella giornata di giovedì 26 marzo i virologi militari russi, assieme a specialisti italiani, hanno operato una ricognizione in quattro complessi di un ospizio di Bergamo: “È stata valutata la portata della disinfezione del territorio attorno ai complessi e agli interni, infine concordato il sistema per condurla”, ha affermato ancora il ministero della Difesa russo.
#Russian #coronavirus response team prepares activities in #Bergamo#Italy pic.twitter.com/G8tQhssDGo
— Ruptly (@Ruptly) March 27, 2020
Come commenta un analista di relazioni internazionali su Twitter, “l’ultima volta che l’esercito russo mise piede nella Penisola correva l’anno 1799, alla sua testa c’era Aleksandr Suvorov, era in corso la guerra tra la Francia Napoleonica e la Seconda Coalizione e l’Italia non era ancora uno Stato unitario”.
Ovviamente è una battuta (del resto la presenza di soldati russi nel nostro Paese si registrò in diverse occasioni durante la Seconda guerra mondiale), tuttavia, per stare al gioco, è forse ancora più ironico che a riportare dopo oltre due secoli i russi in Italia è stato lo stesso partito che da anni blatera di troll bot e hacker: forse che ai piddini i soldati in carne e ossa fanno meno paura di quelli “virtuali”?
Certo il silenzio di giornalisti e politici che hanno tentato di imbastire un Russiagate nostrano è piuttosto eloquente: vox clamantis in deserto, solo Jacopo Iacoboni, uno che due anni fa ha scritto un libro (L’Esperimento) per dimostrare che il Movimento Cinque Stelle era il Cavallo di Troia di Putin nella politica nazionale, il 25 marzo ha pubblicato per “La Stampa” due articoli di fuoco contro “l’occupazione russa dell’Italia”: Coronavirus, la telefonata Conte-Putin agita il governo: “Più che aiuti arrivano militari russi in Italia“ & Militari di Mosca acquartierati nella foresteria dell’esercito italiano, i timori di un’“occupazione” russa in Italia.
Iacoboni riporta presunti timori circolanti “ad alto livello sia nell’esecutivo sia nello Stato maggiore” (tra i quali i pareri del generale Marco Bertolini, ex comandante del Comando Operativo di Vertice Interforze e della Brigata Folgore: “Il Mediterraneo orientale e centrale è un terreno di lotta per l’egemonia, dalla Siria alla Libia, bisogna evitare che una crisi di carattere sanitario diventi una vicenda politico-militare”), insinuando che il materiale offerto dai russi sia perlopiù inutile, solo un pretesto di Putin per “incunearsi fisicamente nel teatro italiano”.
Le affermazioni del giornalista non hanno solo suscitato la piccata reazione di qualche blogger, ma anche una “lettera aperta” dell’ambasciatore Sergej Razov (che purtroppo traslittera il proprio nome con la “y”, all’americana!) riportata dal giornale stesso:
❗️La lettera aperta di S.E. l’Ambasciatore della Federazione Russa nella Repubblica Italiana Sergey Razov al Direttore del quotidiano @LaStampa Dott. M.Molinari @Maumol #Russia #Italia #dallarussiaconamore pic.twitter.com/PO9DWbMT6e
— Russian Embassy in Italy (@rusembitaly) March 26, 2020
“[…] Il Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana G. Conte nella conversazione telefonica del 21 marzo c.a. ha ringraziato il Presidente della Russia V. V. Putin per gli aiuti tempestivi e imponenti offerti all’Italia in questa difficile situazione. Il Ministro degli Esteri L. Di Maio ha ritenuto opportuno recarsi personalmente all’aeroporto militare di Pratica di Mare per accogliere gli aerei che hanno trasportato gli specialisti russi, i mezzi e le attrezzature, esprimendo la sua gratitudine alla Federazione Russa. Così come hanno fatto per esempio l’Ambasciatore dell’Italia a Mosca P. Terracciano, il Rappresentante dello Stato Maggiore della Difesa L. Portolano e molti altri. In ogni caso il giornalista non avrebbe dovuto disorientare gli stimati lettori in merito alla vera reazione dei vertici ufficiali italiani alle attività della Russia.
Riguardo all’utilità o meno del contenuto degli aiuti russi, ci sembra che sarebbe stato meglio chiedere prima di tutto ai cittadini di Bergamo dove iniziano a operare i nostri specialisti e i nostri mezzi.
Com’è noto si tratta di una delle città del nord Italia con il maggior numero di infettati, dove sono già morte 1267 persone e 7072 restano positive. I nostri epidemiologi, virologi, rianimatori, su richiesta dei colleghi italiani, cominceranno a lavorare nelle residenze per anziani strapiene della città in cui si è creata una situazione critica per la mancanza di medici e il bisogno di interventi di sanificazione di edifici, locali e mezzi di trasporto. L’autore dell’articolo dovrebbe capire che i militari russi, così come i loro colleghi italiani, andando a operare nell’area loro assegnata, mettono a rischio la propria salute e forse anche la vita.
J. Jacoboni (sic) intravede un insidioso secondo fine della Russia nel fatto che siano stati inviati in Italia militari delle forze armate russe, tra i quali anche esperti di difesa nucleare, chimica e biologica.
A titolo di informazione per l’autore e per i Suoi stimati lettori, comunichiamo che i rappresentanti delle truppe russe di difesa nucleare, chimica e biologica, sono gli specialisti più mobili e più preparati con esperienze in diverse regioni del mondo, in grado di prestare assistenza efficace nella diagnosi e nel trattamento dei pazienti, così come nell’esecuzione delle necessarie misure di disinfezione.
Per quanto riguarda il messaggio che spunta dal ragionamento dell’autore e cioè che l’invio di militari russi (a proposito, a titolo gratuito) avrebbe come scopo quello di causare un qualche danno ai rapporti tra l’Italia e i partner della NATO, offriamo ai lettori l’opportunità di giudicare da soli chi e come viene in aiuto al popolo italiano nei momenti difficili. In Russia c’è un detto: Gli amici si vedono nel bisogno. […]”
Lasciando da parte ogni polemica, le vere perplessità dovrebbero riguardare in primis l’invio di soldati specializzati nella “guerra biologica”: forse Putin sa qualcosa che noi non sappiamo? Da questa prospettiva stupisce anche il beneplacito della NATO: se ricordate a inizio mese tutti parlavano di una prossima invasione dell’Europa da parte dell’esercito americano con la scusa di una banale esercitazione militare (DEFENDER-Europe 20). A fine marzo invece, mentre le grandi manovre atlantiche vengono praticamente annullate a causa del coronavirus, l’Italia si trova invasa dai cosacchi. La storia cambia in fretta, forse troppo.