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L’elogio del coronavirus di Vatican News è puro “bergoglismo”

Il 30 marzo 2020 la versione inglese di Vatican News ha pubblicato un breve editoriale del gesuita nigeriano Benedict Mayaki (Coronavirus: Earth’s unlikely ally) nel quale si elogiava l’impatto positivo della pandemia del coronavirus sull’ambiente: gli uomini muoiono e sono chiusi in casa, dunque non possono inquinare…

Coronavirus: Earth’s unlikely ally

Vatican News: Il coronavirus è un alleato della Terra!

Il pezzo è stato immediatamente rimosso (ma non così in fretta da impedire la polemica sulla stampa italiana e internazionale), e la redazione ha motivato il repentino passo indietro con il fatto che esso non fosse rappresentativo della “linea editoriale della testata sull’argomento” e fosse anche offensivo verso “la sensibilità di molti lettori”.

Un classico caso in cui la toppa è peggio del buco: non è perché ci fossero scritte delle castronerie sesquipedali che l’intervento di padre Mayaki (peraltro davvero povero nei contenuti e alquanto rozzo e carente per logica e argomentazioni) è stato cassato a tempo di record, ma per i lettori cattolici sono troppo sensibili.

Infatti, questo tipo di castronerie non possono essere smentire o rettificate perché rappresentano il puro verbo bergogliano. Come ha avuto modo di notare già Riccardo Cascioli su “La Nuova Bussola Quotidiana” (Coronavirus ed ecologismo, Vatican News non c’inganna, 2 aprile 2020), padre Mayaki non è che

“un giovane prete nigeriano, ordinato neanche due anni fa e che da un mese e mezzo fa il redattore per l’edizione in lingua inglese di Vatican News. Cioè è il classico giovane entusiasta che ha scritto semplicemente quello che ha imparato anzitutto nella Compagnia di Gesù, che da dieci anni ha posto l’ecologia al centro del proprio apostolato. È del 2010 l’aggiunta dell’ecologia al nome del Segretariato dei gesuiti per la giustizia sociale; e un anno dopo il gruppo di lavoro internazionale appositamente istituito ha pubblicato un documento – Ricomporre un mondo frantumato – in cui troviamo tutti i luoghi comuni dell’ecologismo, incluso l’indigenismo, per non dire della questione dei cambiamenti climatici. È un approccio che ritroviamo in questo pontificato, che informa la Laudato Si’ e che si ritrova totalmente nei contenuti che hanno caratterizzato il Sinodo sull’Amazzonia. Il povero padre Mayaki ha solo respirato questa mentalità a pieni polmoni e l’ha ingenuamente declinata nell’attualità. Ha solo scelto il momento sbagliato; avesse aspettato qualche mese, a emergenza finita, sarebbe stato salutato come un grande pensatore”.

In effetti, come avevamo evidenziato a suo tempo, questa è la sostanza della famigerata “enciclica ambientalista” (appunto rievocata dall’improvvisato editorialista): Bergoglio ha voluto operare una riduzione legislativo-burocratica del concetto di peccato, declinata in senso ecologista.

Caro Bergoglio, l’uomo non è uno stupido

Cascioli ricorda anche l’imbarazzante figura di Leonardo Boff, l’attempato teologo della liberazione “folgorato sulla strada dell’ecologismo e reclutato da papa Francesco come ispiratore della Laudato si’“, che pochi giorni fa ha regalato al mondo un pezzo altrettanto allucinante, nel quale il coronavirus diventa addirittura “una rappresaglia di Gaia per le offese che le infliggiamo continuamente”.

Per il teologo “riabilitato” da Papa Francesco il coronavirus è una rappresaglia di Gaia

Non dimentichiamo che in questi anni, proprio grazie al Vaticano, maltusiani bolliti come Paul R. Ehrlich o Jeffrey Sachs hanno potuto “rifarsi una verginità” (absit iniuria verbis), trovando in Bergoglio uno degli ultimi leader mondiali disposto a dar loro credito.

Una cricca maltusiana in Vaticano

Ecco, bisogna tenere questi “retroscena” a mente quando si ascolta l’attuale Pontefice invitare i fedeli a uno stile di vita più “compatibile con la natura” (maiuscola o minuscola?) e a non fare violenza al “creato”: non è vuota retorica di una religione decadente, ma l’occulta fondazione di un nuovo culto che contempla le pandemie come espiazione. Questo è il vero necrocene, per citare le sparate di Boff: un immanentismo nemico della vita e fedele alla morte, all’annichilimento.

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