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Covid-1984: una “ventilata” di morte

La ventilazione non è una terapia adatta ai virus respiratori. La ventilazione meccanica non è, e non è mai stata, una terapia raccomandato per curare le infezioni respiratorie di alcun tipo. Nei primi giorni della pandemia molti medici hanno messo in discussione l’uso dei ventilatori per curare il covid.

Per esempio, il dott. Matt Strauss (professore di medicina della Queen’s University) dichiarò nell’aprile 2020 che “i ventilatori non curano alcunché, possono solo riempire i polmoni di aria a chi non è in grado di farlo autonomamente. Nel pensare comune sono ormai associati alle malattie polmonari, ma questa non è in realtà la loro applicazione più comune o appropriata”.

Il pneumologo tedesco Thomas Voshaar aveva invece dichiarato alla Faz: “Quando abbiamo ricevuto i primi studi e bollettini dalla Cina e dall’Italia, ci siamo subito chiesti perché l’intubazione fosse usata in modo così massiccio. Ciò contraddiceva tutta la nostra esperienza clinica riguardo la polmonite virale”.

Nonostante ciò le più importanti autorità sanitarie internazionali (dall’OMS al CDC, dall’ECDC al NHS) hanno raccomandato l’uso della ventilazione: protocollo adottato peraltro non allo scopo di curare i pazienti, ma per ridurre l’ipotetica diffusione del covid impedendo l’emissione di goccioline (droplets).

I ventilatori, al contrario, uccidono. Sottoporre a ventilazione meccanica chi soffre di influenza, polmonite, malattia polmonare ostruttiva cronica o qualsiasi altra patologia che limita la respirazione o colpisce i polmoni, non può alleviare alcun sintomo; al contrario, può far peggiorare il quadro clinico se non portare alla morte del paziente.

I tubi per intubazione sono per giunta una fonte di potenziale infezione nota come “polmonite associata al ventilatore”, che secondo gli studi colpisce fino al 28% di tutte le persone sottoposte a ventilazione e ne uccide indirettamente dal 20% al 55%.

La ventilazione meccanica è anche dannosa per la struttura fisica dei polmoni, con conseguente “danno polmonare indotto dal ventilatore”, che può avere un impatto drammatico sulla qualità della vita e persino provocare la morte.

Gli esperti stimano che il 40-50% dei pazienti sottoposti a ventilazione muoia, indipendentemente dalla loro malattia. In tutto il mondo, sono morti tra il 66% e l’86% di “malati covid” sottoposti a ventilazione.

Per un approfondimento. cfr. Le conseguenze (catastrofiche) della ventilazione meccanica nella terapia anti-covid.

Le conseguenze (catastrofiche) della ventilazione meccanica nella terapia anti-covid

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