Delitto // Redenzione

Murder // Redemption
(Death to the World Issue #3, 1994)

Vita e morte di Abba Poemen, il solitario

Un giorno andai a Rouba per visitare Abba Poemen il digiunatore. Quando lo incontrai, gli ho raccontato i pensieri che mi turbavano. Calata la notte, mi lasciò in una grotta. Era inverno e quella notte faceva davvero molto freddo; Stavo congelando. Quando l’anziano ritornò all’alba, mi disse: “Che succede, figliolo?”
“Perdonami, padre; Ho passato una nottataccia per colpa del freddo”.
“Davvero figliolo? Io non ho sentito freddo”.
La risposta mi ha stupito, perché era nudo. Gli ho chiesto di dirmi come ha potuto non patire: “Il leone è sceso e si è sdraiato accanto a me; mi ha tenuto al caldo. Ma ti dico, preoccupati: sarò divorato dalle bestie selvagge”.
Gli ho chiesto perché e lui mi ha risposto: “Quando ero nella nostra patria” – eravamo entrambi della Galazia – “ero un pastore. Provavo fastidio verso uno sconosciuto che passava, e i miei cani lo hanno sbranato. Avrei potuto salvarlo, ma non l’ho fatto. L’ho lasciato al suo destino e i miei cani lo hanno ucciso. So che anch’io devo morire in quel modo”.
Tre anni dopo, quell’anziano fu divorato dalle bestie selvagge come lui stesso aveva predetto.

La vita di un ladro divenuto monaco e poi decapitato

Quando vivevo nel monastero di Abba Firminos, un ladro venne da Abba Zosimos e lo pregò: “Per amor di Dio, fammi diventare monaco, perché ho commesso molti omicidi. Fammi monaco in modo che per il resto della mia vita possa resistere alle mie azioni malvagie”.
L’anziano gli diede l’abito santo e pochi giorni dopo consigliò il novello monaco: “Figlio mio, non puoi restare qui, credimi. Se il governatore sentisse parlare di te, ti arresterebbe. E forse i tuoi nemici verranno a ucciderti. Ma ascolta: ti porterò in una comunità più lontana”. E lo condusse nella comunità di Abba Dorotheos, vicino a Gaza e Maiuma. Vi trascorse nove anni, imparando l’intero Salterio e tutte le convenzioni dell’osservanza monastica. Tornò al Monastero di Abba Firminos e disse all’anziano: “Abba, abbi pietà di me; ridammi i miei vestiti mondani e riprenditi l’abito monastico”
Angosciato da queste parole, l’anziano gli disse: “Per quale motivo, figlio?” L’altro rispose: “Padre, come sai sono stato nove anni nella comunità. Ho digiunato al limite delle mie capacità; ho praticato l’autodisciplina; ho vissuto nell’obbedienza con completa serenità e nel timore di Dio. Credo che, per la sua bontà, Dio abbia perdonato le mie molte cattive azioni. Eppure ogni giorno vedo un bambino che mi dice: ‘Perché mi hai ucciso?’. Lo vedo in chiesa, lo vedo in refettorio, mi dice sempre la stessa cosa. La visione non mi abbandona mai per più di un’ora ogni volta. Ecco perché devo andarmene, Padre; devo morire a causa di quel bambino, perché l’ho ucciso senza motivo”. Ha preso i suoi vecchi vestiti, li ha indossati ed è uscito da quel monastero. È andato a Diospolis. Il giorno successivo è stato arrestato e decapitato.

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