La deputata di Alternative für Deutschland al parlamento di Amburgo Olga Petersen (nata in Siberia da una famiglia russo-tedesca) ha chiesto rifugio in Russia, temendo che le autorità di Berlino potessero sottrargli i figli a causa del suo “sostegno” al presidente Vladimir Putin.
La Petersen ha lasciato Amburgo con i suoi figli il mese scorso, anche in coincidenza con l’espulsione dal suo partito, che ha deciso così di punirla per essersi recata in Russia come osservatrice a marzo e aver descritto il voto come “democratico e libero”.
Aleksandr Brod, attivista dei diritti umani russo (considerato comunque vicino al Cremlino), ha dichiarato infine alla TASS che Petersen si è stabilita in Russia con tre dei suoi quattro figli.
Petersen ha rotto il silenzio venerdì. “Sì, ho portato i miei figli via dalla Germania”, ha confermato alla Bild. “Voglio che i miei figli siano al sicuro e affidati alle mie cure. Senza di loro la mia vita non avrebbe alcun senso”.
Secondo quanto afferma Brod, gli assistenti sociali avevano avviato le procedure per l’affidamento dei tre bambini, i quali frequentano tutti la scuola elementare. Petersen non ha offerto ulteriori dettagli sul presunto tentativo di “rapire” i suoi figli, e la Bild ha messo in dubbio queste affermazioni, affermando che i bambini erano stati segnalati agli assistenti sociali per problemi comportamentali.
Il sostegno all’operazione militare russa in Ucraina è ufficialmente illegale ad Amburgo: lo scorso maggio un tribunale della città ha infatti condannato un uomo a tre anni di prigione per aver condiviso “idee filo-russe” e per aver usato il simbolo “Z” sul suo canale Telegram…
Anche se non è stato avviato alcun procedimento penale contro Petersen, qualsiasi tipo di condanna le avrebbe fatto perdere la custodia dei suoi figli. I tribunali tedeschi possono anche privare un genitore della patria potestà se ritenuto violento o negligente.