Der Giftpilz (“Il Fungo Velenoso”): un libro nazista per l’infanzia

Ripubblico questo articolo su un libro nazista per l’infanzia perché Adsense, la piattaforma pubblicitaria di Google, minaccia di demonetizzare l’intero blog se non “correggo” i contenuti che seguono, considerati “dispregiativi o pericoloso”. In verità si tratta evidentemente di un approfondimento neutrale di un episodio storico degno di interesse, senza alcun intento apologetico. E comunque, anche se fosse davvero così, troverei profondamente illiberale, se non liberticida, impedire a un libero cittadino di una democrazia liberale di esprimere le proprie opinioni politiche, per quanto controverse, su un dato periodo storico.  Lasciamo decidere al libero mercato cosa è giusto e cosa è sbagliato, senza distorsioni stataliste e centraliste e, oserei dire, naziste.


Der Giftpilz (“Il fungo velenoso”) è un libro per bambini pubblicato dalla casa editrice di Julius Streicher nel 1938. Il testo è di Ernst Hiemer, con illustrazioni di Philipp Rupprecht (noto anche come “Fips”); il titolo allude alla difficoltà di distinguere un fungo velenoso da un fungo commestibile, e di conseguenza un ebreo da un gentile. Il libro vuole “mettere in guardia” i bambini tedeschi sui pericoli rappresentati dagli ebrei per loro e per l’intera nazione.

Una pagina ritrae una lezione di seconda media del prof. Brikmann: «Tutti i bambini sono felici quando parla loro degli ebrei».

«Il piccolo Karl prende la bacchetta, si avvicina alla lavagna e indica i disegni.
“Si può facilmente distinguere un ebreo dal naso. Il naso ebraico è piegato sulla punta. Sembra il numero sei. Lo chiamiamo “il sei ebraico”. Anche molti gentili hanno il naso piegato. Ma i loro nasi si piegano verso l’alto, non verso il basso. Un tale naso è un naso adunco o un naso d’aquila. Non è affatto come un naso ebraico”
“Giusto!” dice l’insegnante. “Ma il naso non è l’unico modo per riconoscere un ebreo…”
Il ragazzo continua. “Si può anche riconoscere un ebreo dalle labbra. Le sue labbra sono generalmente gonfie. Il labbro inferiore spesso sporge. Anche gli occhi sono diversi. Le palpebre sono più spesse e carnose delle nostre. Lo sguardo ebraico è diffidente e penetrante. Si può dire dai suoi occhi che è una persona dedita all’inganno“.
L’insegnante chiama un altro ragazzo. È Fritz Müller, il migliore della classe, che va alla lavagna e dice:
Gli ebrei sono generalmente di taglia medio-piccola. Hanno le gambe corte. Anche le loro braccia sono spesso molto corte. Molti ebrei hanno le gambe arcuate e i piedi piatti. Spesso hanno una fronte bassa e obliqua, sfuggente. Molti criminali hanno una fronte così sfuggente. Anche gli ebrei sono criminali. I loro capelli sono solitamente scuri e spesso ricci come quelli di un negro. Le loro orecchie sono molto grandi e sembrano i manici di una tazza di caffè”.
[…] “Molto bene”, dice l’insegnante. “E ora ditemi altri modi per distinguere gli ebrei dai gentili. Richard, vieni qui!”. Richard Krause, un ragazzo biondo e sorridente, va alla lavagna. Dice: “Si può riconoscere un ebreo dai suoi movimenti e dal suo atteggiamento. L’ebreo muove la testa avanti e indietro. La sua andatura è strascicata e instabile. L’ebreo muove le mani quando parla. Spesso bofonchia e la sua voce è strana, parla col naso. Gli ebrei hanno spesso un odore dolciastro sgradevole. Se avete un buon naso, potete sentire l’odore degli ebrei“».

Nel libretto gli ebrei sono accusati di molestie verso i bambini: due fratellini, Hans e Else, vengono approcciati da uno di essi che offre loro delle caramelle («Ecco bambini, ho delle caramelle per voi. Ma dovete venire con me …»), ma quando Hans si accorge del pericolo avvisa subito un poliziotto:

«“Sei un ebreo!” grida Hans e, afferrando sua sorella, corre via veloce come il vento. All’angolo della strada incontra un poliziotto. Hans gli racconta in tutta fretta quanto accaduto. Il poliziotto raggiunge lo sconosciuto, lo ammanetta e lo porta in prigione».

In un’altra storiella, una ragazza di nome Inge viene obbligata dalla madre ad andare a farsi visitare per il mal di testa da un medico ebreo, nonostante le sue obiezioni: «Perché il dottor Bernstein? È ebreo! E nessuna vera ragazza tedesca va da un ebreo». La madre però non vuol sentire ragioni nonostante la figlia le snoccioli tutte le raccomandazioni contro gli ebrei apprese alla Bund Deutscher Mädel, la “Lega delle Ragazze Tedesche”.

Giunta allo studio del dottor Bernstein, Inge sente le urla di una ragazza molestata dal medico, che alla fine esce fuori per “occuparsi” di lei:

«I suoi occhi fissano il viso del dottore ebreo. E quella faccia era la faccia del demonio. Al centro di quella faccia diabolica si trovava un enorme naso storto. Dietro gli occhiali brillavano due occhi criminali. E un sorriso percorreva quelle labbra sporgenti. Un sorriso che voleva dire: “Adesso finalmente sarai mia, ragazzina tedesca!”»

La ragazza lo colpisce e fugge a casa, dove racconta tutto alla madre che, pentita, le chiede scusa: «Oggi ho scoperto che anche i genitori possono imparare molto dai figli».

Il libro mette in guardia i bambini sugli ebrei presenti nei vari settori lavorativi: uomini d’affari, avvocati, commercianti e macellai kosher, che, in un capitolo, sono ritratti mentre torturano sghignazzando una mucca. Due ragazzini, Kurt e Otto, ripetono tra loro la tradizionale “accusa del sangue” mentre li osservano di nascosto:

«Sì, gli ebrei sono un popolo di assassini. Con la stessa brutalità e sete di sangue con cui uccidono gli animali uccidono anche gli esseri umani. Hai mai sentito parlare di omicidi rituali? In tali occasioni gli ebrei uccidono ragazzi e ragazze, uomini e donne. Fin dall’inizio della storia gli ebrei sono stati assassini. Sono diavoli in forma umana».  

Uno dei capitoli finali incolpa gli ebrei per la morte di Gesù, definito il più grande nemico degli ebrei di tutti i tempi.

Il libro afferma che il Talmud scoraggia gli ebrei dal compiere lavori manuali e li invita a dedicarsi al commercio; inoltre esso insegnerebbe agli ebrei che i non ebrei devono essere ingannati e schiavizzati.

Nel capitolo finale Julius Streicher (giustiziato nel 1946 a Norimberga) si fa immortalare in un manifesto accompagnato da una sua citazione: «Chi lotta contro gli ebrei lotta contro il diavolo».

Il libro è stato talvolta utilizzato nelle scuole tedesche, anche se al ministro della propaganda Joseph Goebbels non piaceva affatto. Nel suo diario al 29 maggio 1938 infatti annota: «Streicher ha pubblicato un altro libro per bambini. Roba terribile. Perché il Führer tollera questa roba?».

Una copia del libro è conservata presso lo US Holocaust Memorial Museum di Washington, mentre una versione digitale è presente nell’archivio della propaganda tedesca della Calvin University.

Una traduzione in lingua inglese del libro è stata messa in commercio dal neonazista statunitense Gary Lauck, venduta sul suo sito per 10 dollari. Lauck ha anche fatto tradurre il volume in estone nel 2007: i servizi di sicurezza della piccola nazione baltica hanno indagato sul caso, concludendo l’impossibilità di perseguire l’autore, protetto dal Primo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti (che si estende al web).

Nel marzo 2020, Amazon ha rimosso il libro dalla sua piattaforma, insieme al Mein Kampf e altre pubblicazioni naziste.

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