Ricordo quando durante l’ultima campagna elettorale americana tentai con i miei limitati mezzi di comprendere il significato di quella rana che i sostenitori di Trump ponevano su qualsiasi cosa e quale fosse il “ruolo” di essa nella corsa alla Casa Bianca del candidato repubblicano. Poi ne è passata di acqua sotto i ponti, e alla fine anch’io sono diventato, sempre nel mio piccolo, un esperto di memepoiesi, perlomeno nella misura in cui essa è incorporabile (in quanto ultimo arcana imperii della politica occidentale) nel circoscritto universo di un blog. Ne sono uscire cose anche graziose, che forse solo i posteri potranno apprezzare (vedi l’esempio che segue).
Quando però uno crede di aver capito tutto, ecco che si trova ancora superato (a destra e a sinistra) dal “Dio Imperatore” Donald Trump, che da Twitter ha appena lanciato una nuova provocazione memetica:
They just didn’t get it, but they do now! pic.twitter.com/9T50NupkDy
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 8 luglio 2018
In verità si tratta solo di un filmato celebrativo della sua vittoria “contro tutto e tutti” (ricordiamo che la Clinton veniva data a oltre il 98%), tuttavia è la colonna sonora a indicarne la vera natura: Nell’antro del re della montagna di Edvard Grieg è infatti un classico della Music of Memes – e, come è noto, il diavolo si nascone sempre nei dettagli.
Il rapporto tra il Presidente americano e il sottobosco memetico ha sempre avuto una dimensione enigmatica e sfuggente: per certi versi, Trump è forse l’unico in grado di porsi come cinghia di trasmissione tra universi paralleli. I quali, per inciso, non sono quelli delineati dall’ormai anacronistica opposizione tra “reale” e “virtuale”, ma latitano perlopiù tra un polo e l’altro, impedendo a essi di toccarsi quasi fossero due noumeni. In pratica, Trump è il fattore che permette alla memepoiesi di diventare mitopoiesi, favorendo così una segreta affinità tra l’ignaro normie e gli “iniziati” (sensu lato) del web.
Ovviamente esiste anche la remota possibilità che il Donald utilizzi i meme per semplici motivi di propaganda, o persino in base ai propri gusti personali: la stampa vocifera anche di astutissimi spin doctor, che però andrebbero collocati sempre a un livello successivo a quello della memepoiesi, perché una delle regole fondamentali che essa impone è che non si può creare un meme dal nulla.
In ogni caso, ci sono numerosi elementi che fanno pensare che Trump sia assolutamente consapevole di avere dalla sua l’eros e la magia. A tal proposito, segnalo due video utili a comprendere (e forse apprezzare) il fenomeno: chi si trovasse in difficoltà a cogliere i riferimenti del primo (in effetti un po’ ostico per i “profani”), può sempre rifarsi col secondo (quasi didascalico).