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Ebrei (Giuseppe Culicchia)

«EBREI. Autoproclamatisi “Popolo eletto”, sono vittime di razzismo. Dopo quello che hanno passato, hanno sempre ragione. Schierarsi necessariamente dalla loro parte. In occasione della Giornata della Memoria, proclamare: “Occorre mantenere vivo il ricordo perché certe cose non accadano mai più”. Se non lo si è, evitare di fare battute sugli ebrei, pena la pubblica riprovazione seguita da licenziamento o dimissioni. Tenere altresì a mente che qualsivoglia critica anche minima alla politica estera dello Stato di Israele comporta l’iscrizione d’ufficio nella lista degli antisemiti e dunque la conseguente pubblica riprovazione seguita da licenziamento o dimissioni. Da ciò non sono esclusi neppure gli ebrei, come dimostra il caso del professor Ariel Toaff, figlio dell’ex rabbino capo della comunità ebraica romana nonché rabbino a sua volta, che comunque non aveva criticato tale politica, ma solo scritto un libro citando certi usi e costumi medievali del Popolo eletto. Evitare di chiamarli rabbini»

(Giuseppe Culicchia, Mi sono perso in un luogo comune, Einaudi, Torino, 2016, pp. 82-83)

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