Negli Stati Uniti è polemica per le proteste degli studenti universitari contro Israele: dopo decenni di tolleranza assoluta per l’occupazione dei campus da parte di minoranze aggressive, ora siccome c’è di mezzo lo Stato ebraico è tutto un fiorire di accuse e inviti alla repressione, con contorno di analisi sociologiche e psicologiche sulle turbe sessuali di questi ragazzi o sul loro incomprensibile malessere che non possono che esprimere per una “causa persa” (Gaza).
L’ultima, in ordine di tempo, è la psichiatra forense -ovviamente di origine ebraica- Carole Lieberman, che al New York Post ha dichiarato che la militanza filo-palestinese permette a giovani scontenti di esprimere “una rabbia a lungo trattenuta” e offrirebbe loro “l’opportunità di identificarsi con gli ‘oppressi’ contro gli ‘oppressori’”. Dunque è estremamente appropriata, per descrivere la situazione, l’ultima vignetta di Tatsuya Ishida:
Columbia pic.twitter.com/PGsteYbkXT
— Tatsuya Ishida (@TatsuyaIshida9) April 28, 2024
In tale contesto si inserisce Elon Musk, che parte dall’annosa polemica conservatrice contro la cosiddetta generazione snowflake (i cui appartenenti si sentirebbero in diritto di protestare in quanto “speciali”, come un fiocco di neve che è diverso da un altro) e sviluppa qualche ragionamento che in sé sarebbe anche degno di nota, se sfortunatamente non fosse falsato dal suo interesse di scrollarsi di dosso la nomea di “antisemita” (guadagnata solo per aver difeso la libertà di parola su internet) sostenendo Israele con argomenti capziosi e generici:
«L’errore assiomatico che mina gran parte della civiltà occidentale è che “chi è debole è nel giusto”. Se qualcuno accetta, esplicitamente o implicitamente, che gli oppressi siano sempre i buoni, allora la conclusione naturale è che i forti siano i cattivi».
The axiomatic error undermining much of Western Civilization is “weak makes right”.
If someone accepts, explicitly or implicitly, that the oppressed are always the good guys, then the natural conclusion is that the strong are the bad guys.
— Elon Musk (@elonmusk) April 26, 2024
«Se si insegna che “il debole è nel giusto”, allora la parte percepita come più forte – in questo caso Israele – ha torto. La morale dovrebbe essere insegnata in senso assoluto, ovvero che è possibile che sia il forte che il debole siano moralmente nel giusto, a seconda delle loro azioni».
If you teach that “weak makes right”, then the perceived stronger party – in this case, Israel – is wrong.
Morals should be taught in the absolute, meaning that it is possible for either the strong or weak to be morally good, depending on their actions. pic.twitter.com/IadRUpWap4
— Elon Musk (@elonmusk) April 28, 2024
Bisogna dare atto al buon Musk di usare tali argomenti anche contro le proteste di Black Lives Matter e comunque di non aver mai preso ordini dall’ADL (con la quale anzi ingaggiò una stretta diatriba poco tempo fa).
In ogni caso, che lui lo sappia o meno, queste tesi l’ultima volta sono state formulate in modo esplicito e comprensibile da Ted Kaczynski nel suo “manifesto” La società industriale e il suo futuro:
«Le persone di sinistra tendono a odiare qualsiasi cosa abbia un’immagine forte, positiva e di successo. Le ragioni per le quali dichiarano di odiare la civiltà occidentale, sono, senza ombra di dubbio, false. Essi dicono di odiare l’Occidente perché è guerrafondaio, imperialista, sessista, etnocentrico e così via, ma quando le stesse colpe appaiono nei Paesi socialisti o nelle culture primitive accampano scuse o, al più, ammettono tra i denti che esistono; mentre invece sottolineano entusiasticamente (e spesso esagerano) queste colpe quando appaiono nella civiltà occidentale. E ovvio, perciò, che queste colpe non sono il vero motivo per cui odiano l’Occidente e l’America. La persona di sinistra odia l’America e l’Occidente perché sono forti e hanno successo».
Perciò si può concludere dicendo che Musk potrebbe aver ragione nella misura in cui stesse citando indirettamente Unabomber. Mi stupisce che nessuno glielo abbia fatto ancora notare…
“Un’amaca! Certo, come ho fatto a non pensarci! Dunque, puoi trovarne una da Amica Amaca, da Hai Mica un’Amaca, oppure da Amaca Amica Mia. Sono tuoi nel distretto delle amache”