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Entomologia da balcone

È ormai da quasi tre mesi che vivo sul balcone, praticamente dal momento in cui mi hanno lasciato a casa da lavoro (24 febbraio 2020) e sono stato preso completamente alla sprovvista -in particolare dal punto di vista “abitativo”- dall’inasprirsi della quarantena. Non voglio però tediarvi con le mie angustie: dico solo che proprio ora la situazione si sta lentamente risolvendo e che qualora il regime della peste decidesse di blindare tutto ancora una volta, non mi farei trovare più “impreparato”.

Comunque, in questi mesi passati sul balcone a parte leggere fumare e bere ho fotografato una marea di insetti: un atto coraggioso, considerando che sono allergico alle api e una sola puntura potrebbe uccidermi. Già è un bene non essermi imbattuto nella famigerata “vespa dorata” (o “vespa smeraldo”?), ché cadere sotto i colpi di una bestiolina così ghei sarebbe stata davvero una morte ignominiosa.

Dicevo di aver immortalato un sacco di bestioline, ma sfortunatamente l’entomologia mi manca: mi vergogno un po’ della mia ignoranza, ma queste immagini banali andavano lo stesso pubblicate perché alla fine c’è un colpo di scena!

Cominciamo dal più semplice: una farfallina. La domanda è: ma sceglie di posarsi dove si mimetizza meglio oppure è casuale? Ricordo che era una giornata molto ventosa e anche lei, al pari dei suoi simili, sembrava quasi intontita.

Poi, uno scarabeo. Anche questo, era facile.

Altro facile: ragnetto su scatolone (ho creato una specie di studio itinerante, ne sono scaturite teorie mirabili delle quali un giorno vi renderò edotti).

Ultimo della serie “facili”, la vespa tramortita: si è voluta suicidare lei appoggiandosi sotto il suddetto scatolone. Però non l’ho uccisa, anzi l’ho raccolta, l’ho posata sulla ringhiera e l’ho delicatamente soffiata via.

Ora veniamo alle sfide: in primis quelle che io chiamo “apine” ma che in realtà per me sono un vero enigma. Si comportano esattamente come api in miniatura, volano nello stesso modo e si dilettano a pasteggiare e immergersi nei fiorellini di una pianta grassa.

Dalle ricerche che ho fatto potrebbe anche trattarsi di semplici “moscerini delle piante” (definizione la più generica possibile).

Il motivo per cui ho creduto di trovarmi di fronte ad “api in miniatura” è che nei pressi della stessa pianta grassa, tra le scanalature delle piastrelle, sorgono diversi nidi (aperti) che ipotizzo esser stati creati dalle famigerate “muratrici”.

Del resto, sul balcone ho in effetti trovato qualche “mini ape”: purtroppo non sono riuscito a fotografarne una avvicinandole un qualche oggetto per far capire quanto sia piccola.

Vabbè, basta con le parole in libertà e veniamo al pezzo forte: proprio oggi sono riusciti a fotografare un ragno che divora una mosca. Una scena surreale: entrambe le creaturine saranno state a guardarsi per infiniti minuti, totalmente disinteressate alla mia presenza. Poi, in un istante, con uno scatto fulmineo, l’aracnide è balzato sopra l’ignara moschicina (che sembrava come ipnotizzata dal predatore) e ne ha fatto scempio.

Nella mia mente al momento dell’attacco è partito un pezzo thrash metal e la voce di un commentatore americano urlante ebbro di gioia. Uno spettacolo decisamente cruento. Troppe emozioni per oggi.

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