Avrupa Birliği Ülkeleri Büyükelçileri ile Toplantı https://t.co/ND15XnP1Ut
— Recep Tayyip Erdoğan (@RTErdogan) January 12, 2021
ANKARA (12 gennaio 2021) – La Turchia è pronta a rilanciare le relazioni con l’Unione Europa da una prospettiva a lungo termine, per riportare in carreggiata i rapporti diplomatici tra Ankara e Bruxelles. In un incontro con gli ambasciatori degli Stati membri dell’UE, Recep Tayyip Erdoğan ha auspicato la possibilità di “voltare pagina”.
“È nostro compito rilanciare le relazioni UE-Turchia nel 2021”, ha detto all’incontro presso il Palazzo Presidenziale di Çankaya, ad Ankara. “Così come il processo di adesione, ormai in atto da una sessantina di anni, è una scelta strategica da parte nostra, l’accettazione da parte dell’UE della Turchia sarà anche una scelta ontologica [ontolojik bir tercih] per il futuro dell’Unione“.
Sebbene la Turchia abbia tentato di essere ammessa all’UE per la prima volta nel 1963, è stato solo nel 2005 che si è ufficialmente candidata per l’adesione a pieno titolo. Negli ultimi anni tuttavia il processo è entrato in una lunga fase di stallo.
Erdoğan ha ricordato che il 2020 non è stato un anno facile per le relazioni Turchia-UE, aggiungendo che alcuni paesi europei hanno cercato di risolvere le questioni bilaterali “nei gabinetti dell’Ue”: ha evocato, per esempio, il tentativo di trasformare le contese con la Grecia in un problema europeo, mentre la volontà di Ankara sarebbe stata quella di negoziare direttamente con Atene e risolvere le divergenze attraverso il dialogo.
Il Presidente turco ha anche ribadito la necessità che l’UE affronti il pericolo dell’islamofobia: “Oltre a minacciare la sicurezza di quasi 6 milioni di persone che vivono in Europa, l’islamofobia si sta trasformando in un grande buco nero peri valori europei”.
L’incontro con il presidente ha fatto seguito a un incontro tra Mevlüt Çavuşoğlu, Ministro degli esteri turco, e gli ambasciatori dell’UE. Dopo un anno di alti e bassi, i turchi hanno affermato di confidare in una ripresa dei rapporti con l’UE.
Erdoğan ha toccato anche la questione del Mediterraneo orientale, che a suo parere dovrebbe trasformarsi da “area di contesa” a “bacino di cooperazione” per favorire gli interessi di tutte nazioni coinvolte. Ha inoltre affermato che la Turchia ha dato un contributo significativo ad assicurare l’approvvigionamento energetico all’Europa: “Non chiediamo nulla a cui non abbiamo diritto nel Mediterraneo orientale. Stiamo cercando di proteggere i legittimi interessi del nostro Paese per quanto riguarda le risorse energetiche della regione”.
L’indicatore più concreto dell’atteggiamento di “cecità strategica” dell’UE per il Presidente turco è la mancata risoluzione della questione cipriota, nella quale a suo dire la Turchia avrebbe subito “gravi ingiustizie”; egli ha auspicato nuove e realistiche alternative, a fronte del fallimento delle trattative per una soluzione “federale”, riaffermando la necessità della divisione l’isola in due Stati separati.
Dopo una pausa di cinque anni, Grecia e Turchia il 25 gennaio riprenderanno i colloqui a Istanbul, a far da padrone, i diritti energetici e i confini marittimi. La Turchia, che controlla la costa continentale più lunga del Mediterraneo orientale, ha respinto le rivendicazioni sui confini marittimi della Grecia e del governo greco-cipriota, sottolineando che queste pretese violano i diritti sovrani sia della Turchia che dei turco-ciprioti.
L’anno scorso Ankara ha inviato diverse navi da perforazione nel Mediterraneo orientale, rivendicando i propri diritti (e naturalmente quelli della Repubblica turca di Cipro del Nord) nella regione. I leader turchi hanno però ripetutamente sottolineato di essere disposti a risolvere tutte le questioni in sospeso attraverso il diritto internazionale, la diplomazia, il dialogo e i negoziati.
I gesuiti si rifugiarono in Russia prima di venir ricostituiti e farsi alfieri del modernismo. Gesuiti = alumbrados, ma anche frankisti. I donmenh svettano in Anatolia.
Sarà una guerra fra di loro, non sò se deviata sull’Iran che è un “bue per piranha” di Mosca ( vedi Khomeini agente sovietico ).
I fratelli musulmani spinti da Erdogan cozzano con i wahabiti sauditi amici della Giordania Costiera…chi appoggia il Pakistan?
Ad ogni modo lo stesso idiotismo che spinge nelle braccia di Qanon ( ARG ) appoggia le pseudoveggenze di una Costantinopoli restaurata sotto l’egida di Mosca.
Insomma, ce n’è per tutti i gusti e gli scismi non valgono più ( vedi le retoriche su Fatima come convergenza contro la “cubbola” satanica da parte delle tradizioni abramitiche ).
Vabbè, cià!
si può avere il contesto della foto nell’articolo?
purtroppo per il momento no, anche se ho provato a risalirvi