Mi sono dimenticato di recensire Stella di Takis Würger, romanzo “ispirato a una storia vera” che mi ha talmente coinvolto da farmi persino scordare di averlo letto. La stampa tedesca ha parlato di Holocaust-Kitsch, ma a livello narrativo siamo ben al di sotto della cosiddetta Stalag fiction, filone della letteratura pornografica ambientata nei campi di concentramento che fiorì in Israele nell’immediato dopoguerra.
Non so perché questa roba compaia in tutte le librerie italiane, comprese quelle dei supermercati: forse perché la banalità vende sempre e comunque? In tema di dozzinalità, noto di sfuggita che anche qui il curatore rende Werwolf con “Lupi mannari”, cosa che ormai accade regolarmente con qualsiasi romanzo di ambientazione nazi tradotto in italiano. Vabbè, tanto, che importa: ciò che conta è la storia tra il timido pittore svizzero e l’ebrea fedifraga e spiona. “Resterai il mio ricordo più bello”, “Grazie per avermi fatto conoscere l’amore”. Schund, la definisce la FAZ. Porcheria, spazzatura, robaccia.
Oltre allo stile insipido e sciatto (l’Autore riesce a essere monotono anche abusando della paratassi), ad aumentare l’irritazione sono le didascaliche “pillole di storia” presenti a ogni inizio capitolo, una “trovata” che dimostra come il giornalismo (da cui Würger proviene) non conferisca più nemmeno una qualche perizia o “padronanza del mezzo” agli aspiranti scrittori, semmai li renda insensibili a qualsiasi manifestazione di originalità o intelligenza.
Detto questo, proprio tra le “pillole di storia” ho trovato una citazione degna di essere riportata (aveva ragione il caro vecchio Plinio il Vecchio, che dicere solebat nullum esse librum tam malum ut non aliqua parte prodesset). Si tratta di un passaggio dal discorso che Baldur von Schirach, capo della Hitler-Jugend e Gauleiter di Vienna, tenne al congresso della gioventù europea nella capitale austriaca nel 1942 (peraltro pescato dal Würger sulle stesse pagine del giornale per cui scrive, il che fa intuire quale sia stato il “metodo di ricerca” dietro il suo “capolavoro”):
Indem sich die Jugend unseres Kontinents am heutigen Tag zum europäischen Jugendverband zusammengeschlossen hat, bekundet sie die einmütige Geschlossenheit der Jugend unserer Völker, Roosevelt als dem kapitalistischen Kriegsverbrecher die Idee der neuen nationalen und sozialen Ordnung entgegenzusetzen. Hier sind die Jugendführer und Delegationen der Länder versammelt, die, anders als Herr Roosevelt und seine Getreuen, nicht von Reformen geredet haben, sondern die Errungenschaften der größten Revolution der Weltgeschichte mit ihrem Leben behaupten und verteidigen. Diese Jugend ist nicht mit Gold gekauft, um die Interessen gewinnsüchtiger Börsenfürsten zu vertreten. Sie kommt aus allen Schichten der europäischen Nationen. Ihre Führer repräsentieren Organisationen, in denen die ärmsten Kinder des Volkes ebenso wie die, deren Eltern wohlhabend sind, gleichberechtigt zusammenarbeiten. Wenn irgendwo in der Welt das Wort Gleichberechtigung einen Sinn hat, dann bei denen, die den Menschen nicht nach Herkunft, Titel und Besitz beurteilen, sondern ihn einzig nach seiner Leistung wägen. So ist der neu gegründete europäische Jugendverband ein Sinnbild der neuen und besseren Ordnung, die Europa auf friedlichem Wege aufrichten wollte. Die Aufgabe des europäischen Jugendverbandes ist die Festigung und Stärkung des Bewusstseins der europäischen Zusammengehörigkeit in der jungen Generation unseres Kontinents. Der europäische Jugendverband ist keine Schöpfung der Demokratie. Es würde dem Geist der Jugend und unserer ganzen bisherigen Zusammenarbeit widersprechen, wenn wir nach dem parlamentarischen Zahlensystem verfahren würden.
Von dem Tage an, dass sich Zeus in der Gestalt des Stiers der schönen Europa näherte, um sie in ein Land zu entführen, in dem sich die Vermählung des Gottes mit der Schönheit unserer Erde vollzog, sind Jahrtausende vergangen. Europa ist mehr als ein Kontinent. Europa ist ein heiliges Wahrzeichen der Menschheit. Es ist die Welt der Heroen, ob sie nun Alexander, Cäsar, Friedrich der Große oder Napoleon heißen, die Welt der Dichter von Homer und Dante bis Goethe, die Welt der Denker von Plato bis Kant und Nietzsche, die musikalische Welt von Bach bis Mozart, Beethoven, Wagner und Verdi. Wie erfüllt es uns mit Stolz, diese Namen zu bekennen! Was setzt Roosevelt dem entgegen?
Ritrovandosi assieme per fondare oggi l’Associazione Europea della Gioventù [europäischen Jugendverbandes], i giovani di tutto il Continente esprimono l’unità unità dei giovani dei nostri popoli nell’opporre al criminale di guerra capitalista Roosevelt l’idea di un nuovo ordine nazionale e sociale. Qui sono riuniti i leader giovanili e le delegazioni dei Paesi che, a differenza del signor Roosevelt e dei suoi seguaci, non hanno parlato di riforme, ma piuttosto vogliono con la loro vita affermare e difendere le conquiste della più grande rivoluzione della storia mondiale. Questa gioventù non può essere comprata con l’oro, per rappresentare gli interessi dei principini della borsa assuefatti dal profitto. Proviene da tutti i ceti sociali delle nazioni europee. I suoi capi rappresentano organizzazioni in cui i figli più poveri del popolo collaborano su base paritaria con quelli più agiati. Se la parola uguaglianza ha un significato in qualsiasi parte del mondo, essa appartiene a coloro che non giudicano le persone in base all’origine, al titolo e alla proprietà, ma solo in base alle loro azioni. La neonata associazione giovanile europea è un simbolo del nuovo ordine che l’Europa vuole stabilire in modo pacifico. Il compito dell’Associazione europea della gioventù è consolidare e rafforzare la consapevolezza della necessità di una Europa unita nelle giovani generazioni del nostro continente. L’associazione giovanile europea non è un prodotto della democrazia. Sarebbe in contraddizione con lo spirito dei giovani e con tutta la nostra precedente azione servirsi del sistema parlamentare.
Sono passati millenni dal giorno in cui Zeus in forma di toro si avvicinò alla bella Europa per rapirla in una terra dove avvennero lo sposalizio divino e fiorì la bellezza del nostro Continente. L’Europa è più di un continente. L’Europa è un simbolo sacro dell’umanità. È il mondo degli eroi, che si chiamino Alessandro, Cesare, Federico il Grande o Napoleone, il mondo dei poeti da Omero e Dante a Goethe, il mondo dei pensatori da Platone a Kant e Nietzsche, il mondo della musica da Bach a Mozart, da Beethoven a Wagner e Verdi. Quanto siamo orgogliosi di professare questi nomi! Che cosa ha invece da offrire il signor Roosevelt in cambio?”
Il discorso è degno di nota perché rientra nel genere euro-nazi che, almeno dal punto di vista retorico, non sembra conoscere soluzione di continuità con la grancassa della propaganda odierna. Per il resto, lettura assolutamente non consigliata.