Fede e finanza nelle Filippine: le vicende della famiglia Sy

Henry e Felicidad Sy

Henry Tan Chi Sieng Sy Sr. (1924–2019) è stato un magnate e filantropo filippino di origini cinesi. Nato nel Fujian quando ancora faceva parte della Repubblica di Cina, all’età di 12 anni si recò con la sua famiglia nelle Filippine, all’epoca sotto controllo americano ma dotate di una parziale autonomia in virtù del cosiddetto Commonwealth Status.

A Manila la famiglia Sy aprì un negozietto di alimentari, che venne anch’esso distrutto, assieme all’intera capitale filippina, nella battaglia campale del 1945 tra americani e giapponesi. A quel punto la famiglia decise di ritornare in patria, mentre il giovane Sy rimase nello Stato insulare a completare il suo percorso di studi presso il Collegio Chiang Kai-shek, dove peraltro imparò a parlare inglese e filippino.

Poco più che ventenne, Henry Sy divenne responsabile di un punto vendita di una catena americana di calzature e nel 1948 aprì il suo primo negozio nel quartiere di Quiapo, sempre nella capitale. All’età di 34 anni fondò ShoeMart a Carriedo, la prima pietra nella sua lunga scalata alle finanze filippine. Nel corso degli anni il piccolo negozietto diverrà infatti il colosso SM Investments, la più grande multinazionale filippina con 62 grandi magazzini, 56 supermercati e oltre 200 negozi di alimentari.

Nel 1967 Sy acquisì Acme Savings Bank (in seguito Banco de Oro), attualmente la seconda banca più importante del Paese. La holding di Sy, nota anche come SM Group, è inoltre proprietaria di Chinabank, l’istituto fondato negli anni ’20 del secolo scorso per i filippini di origine cinese. A proposito di Cina, nel 2003 Sy ha avuto l’orgoglio di porre una bandierina nella nativa Xiamen, aprendo il primo centro commerciale dello SM Group (120mila metri quadrati) nel Paese.

Nel 2017 il magnate si è dimesso dalla carica di presidente di SM Investments Corporation e ha ricevuto il titolo onorifico di presidente emerito. Fino alla sua morte (19 gennaio 2019), Sy è stato segnalato da Forbes come la persona più ricca delle Filippine per undici anni di fila. Alla scomparsa il patrimonio netto della sua azienda ammontava a 19 miliardi di dollari, cifra che l’ha reso la 53esima persona più ricca del mondo.

Henry Sy era sposato con Felicidad Tan, una venditrice di lacci dalla quale ha avuto sei figli, tutti impiegati nel business di famiglia. Assieme alla moglie ha fondato la società SM Foundation Inc., che aiuta persone in difficoltà, disabili e anziani. Un “affare”, quello della filantropia, che coinvolge ancora la vedova Sycon la sua fondazione, la Felicidad T. Sy Foundation Inc. (FTSFI), impegnata soprattutto a patrocinare “programmi di sviluppo spirituale” per il bene dei dipendenti e della comunità.

La FTSFI sostiene il restauro e la costruzione di chiese cattoliche e dedica ai dipendenti della SM Group questi “programmi di sviluppo spirituale”. Una manifestazione concreto di tale impegno è il finanziamento della trasmissione della messa domenicale da parte della CNN Philippines (e in collaborazione con la Agapetos Foundation, Inc.) direttamente dalla cappella di uno dei grandi centri commerciali della SM a Mandaluyong. La messa, oltre a essere molto seguita a livello nazionale (anche a causa alle restrizioni imposte dalla pandemia), è un punto di riferimento per le comunità filippine di 35 Paesi.

Oltre alle cappelle all’interno dei supermercati (come la San Pedro Calungsod nel SM Aura, sempre nella regione di Manila), e la Cappella della Madonna del Santissimo Rosario (Our Lady of the Most Holy Rosary) nel SM North EDSA, il più grande supermercato delle Filippine, dal 2013 la FTSFI ha iniziato a far costruire vere e proprie chiese nei pressi dei propri stabilimenti.

L’idea non nasce solo dalla necessità di consentire ai dipendenti di conciliare gli orari di lavori con le esigenze della fede, ma risponde anche ai modelli di comportamento dei consumatori filippini, che come quelli occidentali scelgono sempre più di andare a far la spesa di domenica. La politica delle cosiddette “liberalizzazioni” da quelle parti ha in effetti seguito lo stesso percorso di quello dell’Italia, con i noti abusi che conosciamo (i quali, per quanto riguarda il Bel Paese, hanno suscitato reazioni più da parte dei sindacati che della Chiesa, anche al tempo di un Papa tacciato di pseudo-socialismo – il che è tutto dire).

Nelle Filippine, se non altro, i vescovi hanno fatto buon viso a cattivo gioco favorendo appunto la costruzione di cappelle-emporio nelle “cattedrali del commercio”. L’arcivescovo di Manila, Gaudencio Rosales, per esempio, ha affermato che iniziative del genere vengono incontro “alle esigenze di migliaia di contadini e abitanti delle campagne che ogni domenica si recano in città per la spesa settimanale” (a tal proposito, va anche ricordato il processo di urbanizzazione e i suoi rapporti con le pratiche devozionali dei ceti più bassi, fenomeno che riguarda le Filippine del XXI secolo come la Milano degli anni del dopoguerra, dove esplose un tipo di architettura religiosa “metropolitana” patrocinata da Paolo VI, oppure, per restare ai nostri giorni, la Turchia di Erdoğan).

In queste “cappelle del commercio”, peraltro, si organizzano i famosi kasalang bayan, i “matrimoni di massa”, un fenomeno molto diffuso nelle Filippine, e dal 2013 a oggi sono state celebrate anche 130 cresime.

Nonostante le sue idee di “welfare spirituale” si manifestino in una commercializzazione di fatto dell’architettura religiosa, non si può tuttavia dire che la vedova Sy sia disposta a ogni compromesso pur di collegare fede e commercio: recente è la sua opposizione all’ingresso dell’azienda di famiglia nel business del gioco d’azzardo. La figlia maggiore degli Sy, Teresita Sy-Coson, ha confermato alla stampa la contrarietà della madre alla nuova strategia commerciale della famiglia, ma si è giustificata declassandolo a investimento minore eseguito attraverso una delle proprietà dell’azienda, la Belle Corp (posseduta per circa il 60% dalla SM).

La Belle è uno dei quattro gruppi aziendali a cui è stato concesso il diritto di costruire e gestire attività di casinò presso l’emergente Entertainment City, un complesso di 120 ettari con cui Manila tenta di agganciare la fiorente industria dell’azzardo asiatica. Il super-casinò si trova quasi accanto al famoso complesso Mall of Asia, nei pressi di una delle tante chiese costruite con il sostegno della signora Sy….

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