In occasione della Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne, la Feralpisalò ha annunciato la creazione di una maglia speciale, autoprodotta dallo stesso club, firmata dai Leoni del Garda e realizzata in collaborazione con l’Associazione Maddalina di San Felice del Benaco.
L’uniforme d’occasione sarà indossata dai calciatori durante la partita di Serie C di domenica 17 novembre contro la Triestina. La maglia, “caratterizzata da un design speciale, che richiama l’intreccio di un caldo maglione natalizio” (come riporta il sito ufficiale della Feralpisalò) verrà poi messa all’asta sulla piattaforma Charity Stars, e parte del ricavato sarà devoluto all’Associazione Maddalina, che ha voluto firmare la maglia con una caratteristica “M”.
Battaglioni M.
Quel rimasuglio di pittore che agonizza in lui lo scatena contro la bruttezza fisica che vede in tivù, la considera un’offesa personale. “Se sei così chiatta ringrazia che qualcuno abbia ancora voglia di fotterti”, urla verso lo schermo a una ragazza sovrappeso che si lamenta di una molestia, “anzi è bravo a trovarti il buco in mezzo a tutte quelle chiappe”. Al telegiornale finalmente donne afghane col burqa nero, ah che riposo. “L’invenzione di utilizzare il luppolo per la birra la dobbiamo a una monaca irlandese, eh, le donne hanno sempre una marcia in più”, immancabile dal pubblico scatta l’applauso. Ma basta! Ma cosa vogliono, dipinte, invadenti, in mutande anche con questo freddo. Impegnate allo spasimo nel lavoro di seduzione, ma poi se le guardi si incazzano. Perché perdo tempo pensando a loro? Sono esausto di una vita che non ho saputo vivere – la bontà popola il mondo, il cinismo lo sfoltisce. Le donne hanno partorito l’umanità e ora la abortiscono. Nessuno è più infelice di chi può dire tutto perché tanto non importa a nessuno; non ha più nessuno da proteggere, nessuno che possa dispiacersi per le sue parole. Poi si preme col dito medio la punta del pollice, dove si crea una minuscola depressione, come se fosse sgonfio. Quanto vuoto nutro dentro di me?
(W. Siti, I figli sono finiti)