Le poco dignitose abitudini sessuali di Michel Foucault (orge con ragazzini tunisini nei cimiteri locali) sono da decenni un segreto di Pulcinella che attende di essere rivelato: ma se i giornali transalpini evitano da sempre accuratamente la polemica, ora è il Sunday Times a rilanciarla con un’intervista all’intellettuale franco-americano -di origine ebraica- Guy Sorman, nella quale egli racconta di aver fatto visita al filosofo nella Pasqua del 1969 nel villaggio di Sidi Bou Saïd (nei pressi di Tunisi) e di aver assistito a una ridda di bambini (non più grandi di 10 anni) corrergli dietro urlando “scegli me, scegli me”. Foucault non disdegnava tali attenzioni, anzi lanciava agli impuberi qualche moneta invitandogli a vedersi la sera “al solito posto”: il cimitero locale, dove si accoppiava con loro sulle lapidi.
Questa cosa la sapevano tutti, come ammette lo stesso Sorman (che si rammarica di non aver mai detto nulla): “A Sidi Bou Saïd c’erano giornalisti, c’erano molti testimoni, ma nessuno ha mai scritto nulla sull’accaduto. Foucault era il re-filosofo, in Francia lo veneravamo come un dio“.
I tempi tuttavia sembrano maturi per discuterne per il semplice motivo che l’intellettuale condanna la condotta del “collega” utilizzando esclusivamente gli odierni dogmi del politicamente corretto: paragonandolo a Paul Gauguin a Tahiti e André Gide sempre in Africa, afferma infatti che “Foucault non avrebbe avuto il coraggio di [accoppiarsi con ragazzini] in Francia”, rintracciando in tale atteggiamento “una dimensione coloniale, un imperialismo bianco”.
Per Sorman, il comportamento di Foucault è sintomo di un antico “mal francese”, risalente a Voltaire, ovvero la convinzione che “esistano due morali, una libertina per l’élite, e l’altra, morigerata, per la plebe”. Aggiungendo per giunta che a suo parere la Francia non sarebbe ancora una democrazia matura, avendo al suo interno una forma di “aristocrazia” rappresentata dagli intellettuali. Ora però egli è convinto che “il mondo sta cambiando” e che appunto sia veramente venuto il momento di scopare (absit iniura verbis) la polvere da sotto il tappeto.
Il lato davvero ironico di tutta la faccenda è che ora Foucault venga gettato alle ortiche in base agli stessi paradigmi sul potere e la sessualità che egli ha contribuito a forgiare: il filosofo francese omosessuale sessantottino morto di aids si è trasformato nel proverbiale “maschio bianco suprematista eterosessuale colonialista” in base alla sua stessa filosofia.