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Francia: terrorismo contro i bianchi? Cronache dalla guerra razziale transalpina

È una notizia i cui particolari i giornali francesi (anche quelli conservatori) stanno dando col contagocce, ma nella cittadina di Crépol (nei pressi di Grenoble), nella serata di sabato 18 novembre si sarebbe verificato un attentato terroristico alla festa del paese (il tradizionale bal d’hiver), alla quale erano presenti probabilmente tutti i circa 500 abitanti del piccolo centro di campagna.

Gli aggressori sarebbe dei ragazzi dai “quartieri difficili” di Romans-sur-Isère che, a colpi di coltello e accette, avrebbero ferito venti persone e ucciso almeno uno dei presenti (un sedicenne colpito al torace e alla gola). Non è ancora chiaro se i sospettati facciano parte di un’organizzazione criminale, ma tutti provengono dal quartiere di La Monnaie, zona nota per la microcriminalità e la multietnicità.

Un giornale locale, “Le Dauphiné Libéré”, ha raccolto la testimonianza di due giovani presenti che affermano di aver sentito gli aggressori urlare: “Siamo qui per accoltellare dei bianchi” [On est là pour planter des blancs].

Dopo un tentativo da parte delle autorità di insabbiare l’accaduto e ridurlo a una “rissa generale” [rixe générale], sono arrivati i primi arresti e finalmente una condanna, seppur tiepida, delle istituzioni: il famigerato ministro Darmanin (considerato un “falco”, ma spennato), ha parlato genericamente di “imbarbarimento” [ensauvagement] e di “fallimento” della società francese.

Éric Zemmour ha parlato di francocide, mentre in un’intervista a “Valeurs Actuelles”, Marine Le Pen ha proclamato che con questo attacco “è stato superato un nuovo limite”:

«Questa tragedia rappresenta il sentimento che provano oggi molti francesi: nessuno è al sicuro da nessuna parte (…) Assistiamo ad un attacco organizzato, proveniente da periferie criminogene in cui si trovano ‘milizie’ armate che effettuano raid».

La nipote di Le Pen, Marion Maréchal, ha commentato che “Il razzismo anti-bianco ora colpisce anche le nostre campagne, è caccia ai Gaulois“.

A sinistra le dichiarazioni sono state, come prevedibile, più caute: si segnala Fabien Roussel, segretario nazionale del Partito Comunista, che ha denunciato ai microfoni d’Europe 1 “una società in cui atti di questo tipo si verificano sempre di più” e un mondo “dove non ci sono più regole”, ma si è detto deciso ad aspettare di conoscere le reali motivazioni del crimine.

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