FREE TURETTA

L’inserto veneto del “Corriere” riporta i pareri colmi di “disappunto e delusione” alla sentenza di ergastolo per Filippo Turetta da parte di “uomini di mezza età indignati” direttamente dal bar principale di Vigonovo. Boomer che avranno già iniziato a bere prima dell’apertura della saracinesca del locale commentano: «Potrà uscire prima di galera?».

Al paesello di Giulia Cecchettin hanno allestito una sorta di maxischermo per assistere a quello che per i media è diventato il “processo dell’anno”, in base a quale criterio, se non la strumentalizzazione selvaggia di un caso di cronaca, non si sa.

Sulla Rai una giornalista chiede al padre della vittima: “Cosa dobbiamo fare per fare in modo che i figli, i maschi bianchi, figli così ce ne siano di meno?”, per contestare indirettamente le parole del ministro Valditara che comunque, dati alla mano, non ha sbagliato ad affermare che la maggior parte dei femminicidi in Italia, nonché degli atti violenti sulle donne, sono compiuti da uomini di origine straniera.

I giornali nel frattempo titolano: Con l’ergastolo Turetta potrà avere il primo permesso tra 10 anni! E tra trent’anni potrebbe ottenere la semilibertà!

Nella sua requisitoria, il PM ha invece sostenuto quanto segue:

«Filippo Turetta era di buona famiglia, andava nelle scuole che frequentano i nostri figli, aveva buoni voti, si stava per laureare in una facoltà complessa, aveva la macchina. Non è una di quelle persone in debito con lo Stato. Aveva tutte le possibilità e gli strumenti culturali per scegliere».

L’attuale Ministro dei Trasporti, che non nomino perché porta sfiga, aggiunge che “sarebbe corretto obbligarlo anche a lavorare duramente, in carcere, per evitare che la sua permanenza in galera sia completamente a carico degli italiani” (se però la valutazione è solo economica, come non considerare il fatto che il reo non fosse IN DEBITO CON LO STATO, senza dimenticare -scherzi a parte- che il codice penale prevede già l’obbligo di rimborso all’erario togliendo al criminale tutto quello che può?).

L’avvocato di Turetta ha dovuto quasi scusarsi a favore di microfono: «Una sentenza penale sarà tanto più autorevole, quanto più segua a una difesa adeguata. Questo è stato il mio ruolo e per questo sono soddisfatto. Non è una partita, non è una competizione». I giornalisti però sono ancora adontati: altro che ergastolo, ci voleva di peggio! Ma che cosa, esattamente?

Tiriamo le somme: nell’Italia del 2024 siamo arrivati, da destra a sinistra, a proposte di pena di morte, lavori forzati, campi di rieducazione e damnatio memoriae. Come fa questa gente, a esser sempre così? Davvero, io non riuscirei ad adottare una forma tanto estrema di bispensiero.

Il giorno prima citano la Costituzione più bella del mondo che obbliga alla “finalità rieducativa della pena” (art. 27, c. 3), il giorno dopo diventano tutt*, dai Nessuno Tocchi Caino ai Fine Pena Mai, “uomini di mezza età indignati”. Riescono a trasformare il più ridicolo degli assassini in un capro espiatorio per il loro delirio quotidiano e inarrestabile.

Come ci si può indignare di fronte al massimo della pena? La maggior parte degli omicidi in Italia non prevede l’ergastolo, ma condanne più lievi, a seconda probabilmente dell’attenzione mediatica ricevuta.

Già di per sé questo rappresenterebbe un problema, ma è ancor più problematica l’impossibilità di istituire un qualsiasi dibattito sull’argomento. Le istituzioni, la stampa, le cosiddette élite, gli esperti di diritto, i politici, i ministri, gli intellettuali, gli influencer, tutti parlano come avvinazzati di mezza età al bar. A questo punto, aboliamo tutte le carceri e teniamo solo una stanza per Turetta e qualche altro “maschio bianco” che ha fatto indignare il mainstream.

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5 thoughts on “FREE TURETTA

  1. tooretta esempio impresentabile per contrastare la retorica femoidista, con tanti casi migliori di questo
    siete imbarazzanti, vi paga il nemico per questa finta reazione

    1. Casi “migliori” in che senso? La femmina è rimasta solo storpia senza morire? Ma vai a cagare, tu sei il nemico perché sei stupido.

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