Fuck Black Friday

Anche per il Black Friday vale la stessa regola per ogni cosa proveniente da oltreoceano: gli americani prima ci avvelenano e poi ci vendono gli antidoti. In tal caso non c’è solo una tradizione cinematografica anti-consumistica di tutto rispetto (da Essi vivono in avanti), ma soprattutto la caustica satira dei comici , che assumono ora il ruolo una volta appartenuto agli intellettuali.

Per esempio, Bill Burr (tanto per non cominciare a caso), irride le file di connazionali decerebrati che si piazzano nei parcheggi dei grandi centri commerciali a partire dalla mattina del Thanksigiving (che negli Stati Uniti è festa nazionale):

«Mi rattrista vedere gli americani che si calpestano a vicenda per il Black Friday: perché non ammetti semplicemente che non può permetterti il prezzo pieno? Torna il giorno dopo come un signore e compra quello che vuoi. […] Non c’è nulla in un supermercato [Walmart] per cui valga la pena essere calpestati: carne trattata, vestiti di merda… ».

Il Saturday Night Live invece mette in scena una sanguinaria parodia degli spot che accompagnano solitamente la giornata dei saldi:

«Avete solo dodici minuti per arraffare tutte le offerte che potete! Alle quattro di mattina apriremo le porte a chiunque esattamente un attimo dopo aver dato la cera ai pavimenti! Tutte le migliori offerte si trovano nel retro del negozio, in un corridoio stretto e stipato di merce! E per fare spazio a più clienti abbiamo rimosso le guardie di sicurezza! Il nostro sponsor è Four Loko, la bibita energetica ufficiale degli zotici e delle gang messicane! Chi arriva tardi verrà umiliato in pubblico! Ogni cliente avrà in omaggio un taglierino gratuito per aprire gli scatoloni! E per mantenere alta l’energia, abbiamo assunto DJ Thunderthrust, uno dei migliori DJ death-metal della zona! La sua musica sarà così alta che nessuno potrà sentirvi urlare! Infine, siamo orgogliosi di ospitare l’attore ultranovantenne Kirk Douglas che firmerà le copie del suo nuovo libro! Kirk rimarrà nascosto da qualche parte nel negozio, e i primi tre clienti che riusciranno a scovarlo e toccarlo, vinceranno un kindle!».

Infine, una critica prettamente “di destra” (non che le altre non lo fossero, visto che a questo punto è la sinistra globale a essersi presa il compito di modellare il cittadino del mondo nuovo, il perfetto e anonimo consumatore manipolabile a piacimento), quella di Paul Joseph Watson, opinionista conservatore britannico che stigmatizza le campagne pseudo-libertarie della Toyota (drag queen inclusa) o i ridicoli slogan della Heineken su “un mondo senza confini” («Devi solo vendere birra, non riscrivere “Imagine” di John Lennon»), giungendo a toccare il sancta sanctorum del consumismo riflessivo, la pubblicità della Apple che dipinge un mondo popolato dalle stesse comparse in fila davanti ai loro punti-vendita.

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