Mi irrita non poco l’atteggiamento snobistico di chi pensa che non valga la pena parlare del caso di Garlasco, a meno che non gli si propongano trame con servizi deviati, sette sataniche e sacrifici di sangue. Che poi sono a dirla tutta elementi entrati di diritto nel novero delle piste battute (o ribattute), ma non è questo di cui vorrei discutere. Perché in realtà a irritarmi ancor di più è quella critica da “sinistra” che si riduce sempre a ridicolizzare le spettacolarizzazioni e/o i dietrologismi altrui, portando i i suoi adepti a strapparsi i capelli perché “i telegiornali aprono con il caso di Chiara Poggi e non con quell’importantissimo fatto di politica internazionale che potrebbe fermare il genocidio a Gaza / la guerra in Ucraina / la trasnfobia a livello globale” (eccetera eccetera).
Naturalmente il normaloide sinistrorso è anche colui che insulta il Papa appena eletto perché “NON CIE LO DIKONO CHE FINE HA FATTO EMANUELA ORLANDI!!!”, senza neppure avere il sospetto di rappresentare, nei confronti della ragazza scomparsa nel 1983, una versione più idiota e caciarona dello spettatore medio di Barbara D’Urso (o chi per essa) solo perché c’è di mezzo il Vaticano.
Lo stesso meccanismo, del resto, è stato messo in atto con la strage Erba e con l’affaire Bossetti, ma nel caso di Garlasco ciò che crea più astio penso sia proprio il fatto che si sia effettivamente riusciti a riaprirlo con diversi “giochi di prestigio” burocratico-legislativi. Il benpensante è tuttavia scettico: stanno spendendo i nostri $$$oldi per cercare un’arma del delitto 18 anni dopo!
Sì, beh, se non altro finalmente in Italia ci si è messi a dragare un canale in deroga a qualsiasi pareggio di bilancio: non per questo dovremmo auspicare stragi di giovanette per riprendere una pratica che potrebbe servire a evitare le solite discussioni su alluvioni e tutela dell’ambiente. Ovviamente si scherza, ma a un plebeismo non percepito non si può che rispondere in tal guisa.
Veniamo invece ad argomenti più seri: la giornalista Gabriella Ambrosio ha scritto allo stato attuale il miglior libro sul caso, Il Garbuglio di Garlasco. Lungi dall’essere un semplice gioco di parole basato sull’assonanza, l’espressione “garbuglio” viene ricondotta niente di meno che a una frase di Friedrich Dürrenmatt da Il giudice e il suo boia: «Il garbuglio dei rapporti umani ti permette di compiere delitti che non si possono scoprire».
Nell’originale si parla di Verworrenheit, termine che ha un’ampiezza semantica imparagonabile a quella di un mesto “garbuglio”, un sostantivo che a ben pensarci non rende ancora conto dell’ingovernabile caos che caratterizza la vicenda di Garlasco dall’assassinio primordiale fino agli ultimi rituali “riparatori” della procura. Più che la classica “situazione kafkiana”, questa è davvero una situazione dürrenmattiana, dove gli stessi “giudici” sembrano servirsi di “boia” per incastrare i veri colpevoli.
D’altro canto, anche i profani possono rendersi conto che mentre si continua a discutere di Andrea Sempio e degli -scarsi- indizi a suo carico (qualche telefonata di pochi secondi, tracce genetiche di attribuibili a un’intera stirpe, uno scontrino trattato come una reliquia forse per l’eccessivo zelo di una madre chioccia e ammorbante ecc…), le “notizie bomba” continuano a uscire nei confronti delle Cugine Innominabili.
Oggi campeggia, per esempio, su tutte le testate lo scoop del settimanale “Giallo”, che avendo una sorta di filo diretto con gli inquirenti riesce sempre ad assicurarsi notizie di prima mano (ma è legale? boh): nella giornata di oggi (15 maggio) si riporta un SMS scambiato da una delle Cugine (P.C.) con un amico di Milano, nel quale essa scriverebbe testualmente “Mi sa che abbiamo incastrato Stasi”.
Sembra che talune informazioni vengano fatte trapelare in parallelo con l’intensificarsi delle nuove indagini, che nella giornata di ieri hanno portato all’ennesimo “colpo di scena” con la ricerca dell’arma del delitto (e forse di altri elementi, come indumenti) in un canale di Tromello, nei pressi della casa della nonna delle cugine, pista che sarebbe stata aperta dalle rivelazioni di un “supertestimone” a Le Iene.
Queste Cugine hanno sempre rappresentato un elemento altamente perturbante nei resoconti mediatici della vicenda: figlie di un celebre avvocato, nipoti del filosofo Giovanni Reale, esse sono da sempre inserite in uno strano “apparato” di grandi interessi e personalità eccellenti tanto da aver portato “Vanity Fair” nel 2017 a dedicare un intero servizio al matrimonio di una di esse (S.C., oggi avvocatessa quarantunenne), con un discendente di un’altra dinastia illustre, i Rizzoli (c’era infatti anche Eleonora Giorgi, ex moglie del noto e discusso “Angelone”).
Tornando però al 2007, qualcuno ricorderà una marcata tendenza all’esibizionismo da parte delle due, che le portò prima a commissionare un fotomontaggio assieme a Chiara Poggi per appenderlo in favor di telecamere sul cancello della villa dove la cugina era stata appena uccisa, poi a rilasciare dichiarazioni imbarazzanti del calibro di “Fammi la foto da questa parte che assomiglio alla Hunziker” (sic), e infine ad attirare Fabrizio Corona in un’allucinante e lugubre crescendo di sciacallaggio mediatico che venne smorzato sul nascere probabilmente da un intervento di qualche personaggio influente della famiglia, il cui nome aleggia sull’intero svolgersi delle indagini come “convitato di pietra” che non va mai evocato.
Sta di fatto, però, che per quanto le Cugine non siano indagate (in verità -ma è incredibile- non lo sono mai state), sembra che gli inquirenti stiano “pedinando” Andrea Sempio solo per arrivare a esse. Cioè, siamo quasi vicini proprio alla trama de Il Giudice e il suo Boia: un poliziotto viene ucciso (attenti perché spoilero, nonostante il romanzo meriti comunque una lettura), il commissario Bärlach pensa che a compiere il crimine sia stato un certo Gastmann (col quale decenni prima aveva fatto una “scommessa”, sfidandolo a dimostrare che si potesse commettere un crimine e non venire mai scoperti), ma alla fine l’assassino è niente di meno che il suo braccio destro, Tschanz, del quale il commissario decide di servirsi per fargli ammazzare Gastmann, che nel frattempo si è macchiato di una miriaide di omicidi. A prevalere però sul “garbuglio” è soprattutto il caso, l’imprevedibilità delle dinamiche create dalle interazioni umane, per l’appunto quella Verworrenheit che secondo Gastmann potrebbe garantire l’impunità a chiunque.
Per come la vedo io, mi pare quasi che qualcuno in procura abbia letto il romanzo e abbia preso ispirazione da esso per provare a stanare il vero colpevole sviando l’attenzione verso colui che sembra un surrogato di esso, operazione che obiettivamente si sarebbe potuta benissimo fare a suo tempo anche con un Alberto Stasi, se non ci fossero state appunto talune pressioni riguardo alle quali prima o poi si dovrà venire a capo.
Qualche anno fa Stefano Binda fu messo in galera, dove è rimasto un paio d’anni, con l’accusa di aver ucciso Lidia Macchi. Il fatto era accaduto una trentina d’anni prima e la prova sarebbe consistita in una poesia recapitata ai genitori della vittima e attribuita, sempre trent’anni dopo, a Binda, perché una sua vecchia amica aveva detto che secondo lei la grafia della lettera era uguale a quella su certe cartoline che le aveva mandato. Il quale Binda, per altro, durante il periodo del delitto era in montagna a una specie di gita con varie persone. Durante le indagini andaro anche a scavare un giardinetto pubblico perché l’amica aveva detto che uj giorno ‘sto Binda era andato al giardinetto con una busta. Da ciò si dedusse, a quanto pare, che era andato a nascondere il coltello (in un giardinetto pubblico, davanti all’amica). Dallo scavo vennero fuori una dozzina di lame, di nessuna delle quali si riuscì a sapere altro. Alla fine Binda è stato dichiarato innocente, ma la vicenda ci colpì molto e anche il suo atteggiamento, che pareva quello di una persona oltraggiata dall’assurdità che stava accadendo: come se stesse succedendo a un altro.
Non ho seguito, comunque grazie: non credo di dover approfondire perché un mio contributo non aggiungerebbe nulla.
Per il resto, siete ancora convinti che su Garlasco l’assassinio sia colui a cui accennavi? Sarebbe interessante comparare le vostre conclusioni con gli sviluppi delle nuove indagini.
Al momento non si è capito se nel canale hanno trovato davvero questo martello o no. Comunque, la Fondazione non crede che possa essere stata la cugina: non aveva un motivo per farlo, per quella mattina risultano diverse sue telefonate e alcuni messaggi che rendono poco probabile che si sia mossa di casa, e comunque probabilmente non avrebbe avuto nemmeno la forza di farlo, visto che dalle foto doveva pesare quaranta chili. Il punto principale rimane un altro: se, come pare, l’aggressione è iniziata nell’ingresso, ci sono solo 2 possibilità: o è stato premeditato, e l’assassino si è portato un’arma, o altrimenti è stato un atto d’impeto, e quindi l’assassino aveva a portata di mano un’arma, qualcosa che si poteva usare come arma. Non c’è nessun indizio di un atto premeditato, quindi la nostra teoria non cambia.
Una cugina era anoressica, l’altra (la bionda) no, ed è stata vista da almeno due testimoni. Sul movente: quale sarebbe quello che considerate nella vostra teoria, se posso chiedere? Passionale?
Il testimone che diceva di aver visto la cugina però poi ha ritrattato, e comunque ha parlato un mese dopo i fatti, quando la cugina si era vista varie volte in televisione e quindi può aver sovrapposto quella faccia etc etc. L’altro testimone, da quel che abbiamo letto, sarebbe uno che non ha visto niente ma riferisce quanto dettagli da altra persona, che avrebbe visto la cugina intorno a casa della nonna e sentito un rumore (quindi non l’avrebbe nemmeno vista buttare qualcosa). A parte che questa cosa esce 18 anni dopo. Per il movente, pensiamo non ce nei sia uno vero e proprio e che chi ha ucciso probabilmente era andato lì senza l’intenzione cosciente di farlo e l’ha poi fatto in preda a un raptus. Noi pensiamo che sia un pregiudizio credere che la vittima avrebbe aperto la porta solo a qualcuno che conosceva da tempo o intimamente. Ha aperto a qualcuno che sembrava innocuo, ma non lo era.
Forse cominciamo a capire… Secondo noi dovresti provare ad aprirti un po’ di più e liberarti finalmente di questo orribile segreto che ti opprime da 18 anni… Noi siamo qui per raccogliere ogni tua confessione, senza pregiudizi e con tanta voglia di ascoltare senza giudicare. Diccelo, perché lo hai fatto?
sarà per questo che hanno chiuso il blog? (mancate)
Penso tu abbia centrato perfettamente il punto… le coincidenze sono ormai troppe, e sospette…
La Fondazione sa, ma non ha le prove.
Non vorrei uscire dal tuo contenuto del articolo.
La riflessione da farsi e da chiedersi e quali casi sono sepolti e non si conoscono di casi di malagiustizia in Italia eventualmente perché sono passati inosservati da giornali e tv pubbliche?
Se non ricordo male anche nel caso di Unabomber italiano Zornitta si tento di accusarlo e incastrarlo con roba strana.
Riguardo gli insulti al nuovo papà eletto da parte dei sinistroidi o sinistrorso credo sia una cosa riguardo al fatto perché non hanno capito che intenzioni abbia, forse non riescono a appropriarsene dell’immagine come accade con precedente.
Touchè.