Gematria Italica: nel nostro nome da carabiniere è nascosto il nostro destino

Mi fa davvero piacere che i miei lettori siano molto affezionati ai miei Canti della Unifil, una serie di inni di guerra satirici composti con l’intelligenza artificiale durante la crisi tra Roma e Tel Aviv per il bersagliamento delle basi italiane dell’Onu durante l’invasione del Libano.

I Canti della Unifil

A mio parere, questa pagina di storia dovrà rimanere a lungo nella memoria di noi italiani, compresa la ferma reazione del governo Meloni, che -ricorderete- all’epoca produsse un genuino stupore nella maggior parte dei commentatori redpillati: com’è possibile che l’esecutivo probabilmente il più genuflesso a Israele si sia rivoltato contro i suoi stessi patrocinatori?

Io, in quanto intellettuale, storico, mago e profeta,  ho elaborato una ipotesi filologicamente e onomanticamente fondata: in quei frangenti non si trattò solo del tradizionale affetto verso le nostre forze armate, i nostri angeli in divisa, anche perché tale amore purtroppo al giorno d’oggi potrebbe comprenderlo solo qualche attempato ragazzo che ha fatto la Naja, non di certo una donna giovane, bella e preparata con tanta voglia di lavorare (se glielo lasciassero fare!), come Giorgia Meloni.

Qui stiamo parlando di un legame più profondo che unisce sostanzialmente ogni italiano al suo carabiniere. Sono segreti ormai secolari che risalgono alle fondamenta stessa della nazione e dei quali solo un piccolo gruppo di iniziati è al corrente.

Personalmente io sono riuscito a carpire l’arcano attraverso approfondito e attento studio, in particolare del meme Qual è il tuo nome da carabiniere, che è stato messo in circolazione con una tempistica sospetta durante il periodo del lockdown (tempo “apocalittico” in senso etimologico, come epoca di grandi rivelazioni a cui l’umanità ha dovuto assistere). Compulsando la lista, mi sono accorto che essa non era solo espressione di ilarità e umorismo, ma nascondeva la chiave per decifrare i glitch nella Matrix italiana.

Il momento esatto in cui mi sono reso conto della reale natura del meme è stato quando mi sono imbattuto nel nome del carabiniere che ha svolto le indagini su uno dei primi crimini di Pier Paolo Pasolini (atti osceni e corruzione di minore): brigadiere Luigi Scognamiglio.

Ciò che non mi tornava è che secondo le regole stabilite sin dal 1861 (le quali, come ho scoperto dopo disperate ricerche, furono elaborate dai cabalisti israeliti alla corte di Vittorio Emanuele II, che desiderava a tutti i costi che la novella Italia si dotasse di una sua gematria) il nome da carabiniere del Pasolini avrebbe dovuto essere “appuntato Carmelo Donnarumma”, mentre al codice “brigadiere Luigi Scognamiglio” sarebbe dovuto corrispondere una persona nata a maggio le cui iniziali avrebbero dovuto essere H.M. Ho pensato dovesse trattarsi deil direttore d’orchestra Hugo Mariani (1899-1966), nato il 31 maggio, che tuttavia essendo poi emigrato aveva lasciato la sua proiezione benemerita (volgarmente potremmo definirla anche avatar…) a qualcun altro. Magari a qualcuna delle vittime?

Questo glitch è stato uno dei tanti che mi ha messo la pulce nell’orecchio: se la tavola memetica fosse stata fatta proprio allo scopo di sviare gli assetati di verità? Del resto i destini, personali e collettivi, sono difficili da scrutare, e l’unica certezza che abbiamo è di schierarci sempre e comunque con i nostri cavalieri templari (Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria, Corpo Forestale dello Stato, Polizia Locale, Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, Agenti della Protezione Civile, Polizia Provinciale) in patria e in giro per il mondo.

PS: A scanso di equivoci, Crosetto dovrebbe essere il generale Carmine Sorrentino, che secondo indiscrezioni sarebbe per l’appunto in servizio presso la Unifil.

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