Germania: congolese “modello d’integrazione” condannato per aver stuprato la madre

Un rifugiato congolese, descritto dalla stampa tedesca come un modello d’integrazione, è stato condannato a nove anni per aver picchiato e violentato la madre.

Moise Lohombo, 30 anni, è stato condannato dal tribunale distrettuale di Wiesbaden per un reato che il giudice ha definito talmente orrendo da risultare incredibile: il congolese, appena dopo esser stato scarcerato per consumo di stupefacenti, ha stuprato la madre nell’appartamento con essa condiviso.

Le dinamiche del crimine sono disgustose: la madre, minacciata con un coltello, avrebbe cercato di placare il figlio offrendogli soldi per una prostituta, ma Lohombo l’ha picchiata a sangue e l’ha violentata. Dopo lo stupro, Lohombo si è scusato con sua madre e le ha chiamato un’ambulanza prima di tentare la fuga.

Sua madre è stata trasportata in ospedale con ferite gravi (tra le quali un’emorragia cerebrale) e all’infermiere ha confessato di temere che il figlio l’avesse messa incinta.

Lohombo, giunto in Germania all’età di 8 anni, aveva già avuto problemi di aggressività da piccolo: dopo un’adolescenza all’insegna del crimine, il congolese si era “reinventato” apprendista fornaio e boxeur, ricevendo elogi sperticati dalla stampa tedesca come migrante che era riuscito a integrarsi perfettamente nonostante le difficoltà.

Nel 2017 la Deutsche Handwerks Zeitung (giornale della Confindustria tedesca) parlava di Lohombo come “un giovane affascinante e amichevole” e “un atleta serio senza alcun dubbio”, descrivendo così i lacrimevoli esordi del campione d’integrazione:

«All’età di otto anni Moise è arrivato in Germania con la sorella, di un anno più di lui, perché in Congo c’erano la guerra e la carestia. La madre, gravemente malata, era già stata sottoposta a un trapianto di rene in Germania e il padre in Congo aveva deciso di mandarle i figli. La donna però, a causa della sua malattia, non è stata in grado di prendersi cura dei figli, e così Moise è finito in affidamento».

Nell’intervista, Lohombo descrive come “peccati giovanili” i suo trascorsi nel mondo della criminalità e ricorda con affetto il suo apprendistato come panettiere nel centro di recupero per giovani dov’era stato mandato. Allo stato attuale, il giornale si è sentito in dovere di censurare il nome di Lohombo dopo la condanna, per difendere il suo “diritto alla privacy” [Persönlichkeitsrechte].

Nel 2023 Lohombo era stato arrestato per reati legati al consumo di stupefacenti ed era stato rilasciato in agosto, pochi giorni prima aver stuprato la madre. Durante l’intero processo il congolese ha detto solo una frase: “Non so come sia potuto succedere”. L’avvocato difensore ha cercato di avanzare la tesi che fosse completamente fuori di sé per effetti di stupefacenti e alcol, ma il giudice ha respinto la richiesta di internamento in un istituto psichiatrico optando invece per il carcere. Chissà se, una volta scontata la pena per aver stuprato la madre, Lohombo non torni a essere un immigrato modello

2 thoughts on “Germania: congolese “modello d’integrazione” condannato per aver stuprato la madre

  1. Più sono negri e violenti e più piacciono alle donne malate di testa e visto la società saranno in poche quelle che non apprezzerebbero un trattamento come quello della madre del negro

    1. Non porrei il problema solo in termini di negritudine, anche perché il fenomeno si sta diffondendo in maniera oscena, seppur in Italia i casi più eclatanti di incesto (o comunque violenza sessuale su una donna anziana) si sono verificati in effetti tra gli immigrati (però in primis romeni): mi pare che ci siano da valutare anche la diffusione della tossicodipendenza e la mancata “cura” (intesa in senso lato, soprattutto come contenimento e repressione) delle malattie mentali.

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