Giornalista cinese scomparso torna per ringraziare il governo di averlo arrestato

Li Zehua, giornalista cinese misteriosamente scomparso dopo le sue inchieste a Wuhan è ritornato per ringraziare gli agenti che lo hanno arrestato, interrogato e confinato per due mesi.

La strage dei giornalisti cinesi (che non muoiono di coronavirus)

In un breve video di YouTube il giornalista, in piedi davanti a uno sfondo bianco, ringrazia le guardie che lo hanno tenuto in quarantena per essersi comportate in modo “civile”.

Li, ex inviato del canale di stato CCTV, ha distrutto la sua carriera per recarsi a Wuhan a febbraio e riferire della situazione. Prima dell’arresto aveva pubblicato video da crematori, laboratori di virologia e pompe funebri all’interno della zona rossa.

Nel nuovo video, Li racconta quanto accaduto il 26 febbraio, quando, mentre ritornava dall’Istituto di Virologia di Wuhan, un SUV bianco ha iniziato a inseguirle, e infine le guardie lo hanno raggiunto nel suo appartamento per portarlo via.

“Ho istintivamente deviato per evitarli”, dice Li. “Sentivo delle persone dalla macchina che mi urlavano di fermarmi, non sapevo chi fossero o cosa stesse accadendo, quindi sono scappato”.

Li è riuscito a seminare il SUV e tornare nel suo appartamento, ma poche ore dopo gli inseguitori, identificatisi come personale di pubblica sicurezza, si sono presentati alla sua porta mentre stava trasmettendo in streaming su YouTube.

Li è stato arrestato e portato alla stazione di polizia di Badajia nel distretto di Qingshan a Wuhan, con l’accusa di aver disturbato l’ordine pubblico: gli hanno preso le impronte digitali, prelevato sangue e DNA, e lo hanno interrogato per 12 ore. Poi tutti i suoi dispositivi gli sono stati sequestrati ed è stato condotto in un hotel per la quarantena.

Durante quelle due settimane, Li sostiene di aver ricevuto tre pasti al giorno e autorizzato a guardare CCTV, mentre il personale di sicurezza di occupava del suo stato di salute. Il 14 marzo, è stato poi scortato da sette funzionari delle autorità sanitarie di Wuhan nella sua città natale e costretto ad altre due settimane di isolamento.

“Durante tutto il procedimento, la polizia si è comportata in maniera civile, assicurandomi un posto per riposare e cibo sufficiente. Alla fine hanno dimostrato molta cura nei miei confronti”.

Li afferma che adesso è con la sua famiglia e pensa solo al futuro, e conclude facendo i migliori auguri al popolo cinese e auspicando che i popoli di tutto il mondo si uniscano assieme.

Il tono patriottico è in netto contrasto con i video pubblicati prima dell’arresto, il che lascia supporre a molti che il giornalista non sia ancora del tutto libero.

Li è solo uno dei numerosi giornalisti e accademici scomparsi a febbraio dopo aver pubblicato video su YouTube sulla situazione di Wuhan. L’imprenditore Fang Bin è scomparso il 10 febbraio dopo aver girato un video in cui mostra un mucchio di corpi in un minibus fuori dall’ospedale. L’attivista per i diritti umani Chen Quishi è scomparso quattro giorni prima, sempre per aver documentato quanto accadeva a Wuhan. Di entrambi non si hanno più notizie da quasi tre mesi.

Cartoline da Wuhan: “Facciamo come in Cina”

Fonte: A Chinese Citizen Journalist Who Filmed His Own Arrest In Wuhan Just Reappeared Online (Vice, 22 aprile 2020)

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