Giuda (Kierkegaard)

»…det Gode havde Χstus dog, at Judas ganske simplement og bekjendt for Alle var Forræderen og derfor kan Christus ogsaa komme til at vise Ophøiethed imod ham. Men alt som Verden bliver klogere og klogere, bliver den ogsaa nederdrægtigere og nederdrægtigere, og dens Nederdrægtighed listigere og listigere. I moderne Stiil vilde vel Forræderen være det saa snildt, at til syvende og sidst Χstus selv var den eneste, som saae, at han var Forræderen, hvorimod de Andre, Apostlene just meente at Judas var hans sande Ven.«

«[Cristo] ebbe il vantaggio che Giuda era senz’altro conosciuto da tutti per il traditore e perciò Cristo può arrivare a mostrare la sua elevatezza rispetto a Giuda. Invece man mano che il mondo si fa più scaltro, diventa anche sempre più infame, e la sua infamia sempre appare più astuta. Nello stile moderno il traditore tradirebbe probabilmente in un modo così ingegnoso che in fin dei conti Cristo stesso sarebbe l’unico capace di scoprirlo; mentre gli altri, gli Apostoli, crederebbero che Giuda sia il suo vero amico»

(Søren Kierkegaard, “Cristo e Giuda”, 1854, in Diario, vol. II, cur. C. Fabro, Morcelliana, Brescia, 1963, p. 466)

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