Gli aiuti dall’Unione Europea contro il covid: mascherine cinesi inutilizzabili

(AA, 15 maggio 2020) – La Commissione Europea ha sospeso la distribuzione di mascherine provenienti dalla Cina agli Stati membri dopo che la Polonia ha espresso rilievi sulla qualità dei prodotti.

L’UE aveva ordinato dieci milioni di pezzi dalla Cina da consegnare poi ai sistemi sanitari nazionali. L’acquistato è stato finanziato con un fondo di emergenza da 2,7 milioni di euro del bilancio comune. La prima spedizione di un milione e mezzo di maschere per gli operatori sanitari è stata divisa tra 17 stati membri dell’UE e il Regno Unito.

Come tuttavia ha comunicato alla Commissione il ministro polacco della sanità Łukasz Szumowski, i dispositivi di protezione si sono dimostrati al di sotto degli standard di sicurezza e inutilizzabili durante il trattamento dei pazienti affetti da COVID-19. La Polonia ha infatti ricevuto dal programma dell’UE oltre 600.000 mascherine prodotte in Cina ma distribuite da un fornitore tedesco.

Gli Stati dell’UE hanno riscontrati gli stessi problemi nei loro ordini diretti da Pechino: “Milioni di prodotti medici scadenti con falsi certificati di conformità UE sono stati sequestrati in diversi Stati membri”, ha riferito l’Ufficio Europeo per la lotta antifrode (OLAF). La Commissione Europea aveva rassicurato che la qualità della merce sarebbe stata “scrupolosamente verificata” prima della distribuzione.

I Paesi Bassi hanno ricevuto circa 600.000 maschere difettose dalla Cina a marzo. All’Ungheria sono stati inviati indumenti protettivi con la precisazione (in cinese) “non adatto a uso medico”. Slovacchia, Repubblica Ceca e Spagna hanno deciso di rispedire al mittente i kit di test non funzionanti.

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