​Gli antichi luoghi di culto cristiani distrutti da Israele

Uno degli ultimi edifici sacri finiti nel mirino degli israeliani alla fine del 2024 è stato il maqâm di Chmoun el-Safa nel Libano meridionale (villaggio di Shama/Chameh/Chamaa -a seconda delle traslitterazioni-, presso la regione di Tiro), indicato da molti commentatori italiani come “mausoleo di Simon Pietro”, monumento funerario sciita che le fonti indicano dedicato a San Pietro (Safa è la contrazione araba di Cefa, il nome dato da Gesù alla “roccia”) che a San Simone lo Zelota, ma che a quanto pare secondo l’islam sciita ospiterebbe le reliquie del primo Papa dei cristiani, che per lo sciismo sarebbe un antenato del messianico “dodicesimo imam”, il Mahdi.

Pur non essendo prettamente un santuario cristiano, la sua distruzione è l’ennesima manifestazione dell’assoluta spregiudicatezza che l’esercito israeliano adotta nel combattere questa guerra in nome di un presunto “Occidente cristiano”.

Come riporta Asianews, nei dintorni di questo luogo sacro, che fa parte di una cittadella considerata dall’Unesco patrimonio dell’umanità, ci sarebbero stato dei movimenti sospetti: l’esercito israeliano avrebbe prelevato dei campioni dall’interno della cripta, mentre Hezbollah avrebbe ucciso un archeologo israeliano, Zeev Urlich, entrato con l’IDF nella zona in abiti militari.

In precedenza, il 9 ottobre 2024, sempre nel contesto dell’invasione israeliana del Libano, una chiesa melchita nel villaggio di Derdghaya è stata distrutta da un attacco aereo che ha ucciso almeno otto persone (perlopiù sfollati all’interno dell’edificio sacro).

Tornando a Gaza, si ricorda che nel 2023 le forze israeliane avevano bombardato la chiesa greco-ortodossa di San Porfirio del XII secolo, sempre uccidendone gli sfollati all’interno (palestinesi sia cristiani che musulmani).

Israele ha bombardato la chiesa più antica della Striscia di Gaza

Secondo alcune testimonianze riportate da Politico, sembra che sin dall’inizio del conflitto in Palestina le principali autorità religiose presenti nell’area avessero segnalato ufficialmente all’esercito israeliano i luoghi di culto che si sarebbe dovuto evitare di considerare bersagli.

Il Patriarcato latino di Gerusalemme già a fine 2023 aveva denunciato in un dichiarazione ufficiale che un razzo israeliano era atterrato nel Convento delle Missionarie della Carità e che i cecchini avevano sparato e ucciso una madre e una figlia che camminavano nel cortile della chiesa della Sacra Famiglia. Le Forze di difesa israeliane hanno affermato di non aver deliberatamente preso di mira le strutture (presenti nel medesimo complesso).

A Gaza sono state anche danneggiate la Chiesa bizantina di Jabaliya (appena restaurata nel 2022 ma ora praticamente rasa al suolo) e il Monastero di Tell Umm Amer nel villaggio di Al Nusairat, luogo di nascita di Ilarione di Gaza (291-371).

AVVERTENZA (compare in ogni pagina, non allarmatevi): dietro lo pseudonimo Mister Totalitarismo non si nasconde nessun personaggio particolare, dunque accontentatevi di giudicarmi solo per ciò che scrivo. Per visualizzare i commenti, cliccare "Lascia un commento" in fondo all'articolo. Il sito contiene link di affiliazione dai quali traggo una quota dei ricavi. Se volete fare una donazione: paypal.me/apocalisse. Per contatti bravomisterthot@gmail.com.

One thought on “​Gli antichi luoghi di culto cristiani distrutti da Israele

  1. Si può gustare in tutta la sua gloria la psicosi millenaria di gente che prende di mira i luoghi di culto altrui perché ancora piange per il loro tempio maledetto distrutto ai tempi dei romani.
    Non se ne può veramente più.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.