Voglio finalmente tornare a occuparmi di scienza, segnalando a tutti la magnifica intervista (di appena tre ore) di Danny Jones al Dr. Michael P. Masters, antropologo biologico (qualsiasi cosa voglia dire) e sostenitore della tesi che gli UFO siano macchine del tempo e gli alieni siano esseri umani del futuro venuti a studiarci per salvare la specie.
La teoria di Masters è esattamente quella enunciata: i visitatori da altri pianeti sarebbero in realtà dei nostri discendenti tornati indietro nel tempo per studiarci. A tale scopo lo studioso sviluppa il concetto di extratempestrials, sostituendo la radice latina terra con tempus per indicare esseri umani provenienti da un tempo futuro (gli americani sono molto fantasiosi anche dal punto di vista etimologico). Chi avesse interesse ad approfondire, può leggere con profitto il recente The Extratempestrial Model (2022).
La ricerca di Masters, come in qualsiasi bel film yankee che si rispetti, prende forma dalle sue esperienze personali: da bambino, per esempio, fu colpito da un avvistamento UFO descritto dal padre (nell’intervista ci tiene a specificare che fosse suo padre “biologico”…) e dalla lettura del libro Communion di Whitley Strieber (un classico del pianeta strampalato, tradotto pure in italiano nel 1989), che gli ispirarono l’immagine mentale di una linea temporale composta da scimmie, umani moderni e alieni.
A suo parere, le tendenze evolutive osservate nell’essere umano, come l’aumento della capacità cranica e la femminilizzazione del cranio, potrebbero portare in futuro a tratti caratteristici degli alieni (per esempio dei cosiddetti “grigi”) descritti dai “rapiti”, ovvero teste grandi, corpi gracili e occhi enormi. Del resto, molte descrizioni di incontri con gli “extraterrestri” riportano di esseri con tratti che seguono tendenze evolutive già presenti. Ad esempio la pedomorfosi (caratteristiche giovanili mantenute in età adulta, come visi più piccoli e occhi grandi) e il bidepalismo (già estremamente raro sul nostro pianeta, visto che su due milioni di specie solo noi -lo 0.001%- camminiamo su due zampe). Questi tratti rendono improbabile che gli alieni provengano da altre galassie, dato che le coincidenze evolutive sarebbero troppe.
A tale deduzione Masters aggiunge la convinzione che gli UFO sarebbero veicoli progettati per manipolare il tempo, non lo spazio. Egli esplora la fisica del viaggio nel tempo attraverso il concetto di Closed Timeline Curves (CTC) e teorie legate alla relatività, proponendo che tali tecnologie potrebbero essere il risultato di millenni di progresso scientifico umano.
I “rapimenti” sono un altro elemento chiave del discorso: Masters ipotizza che i prelievi genetici descritti da molti abductees possano indicare un tentativo di preservare la diversità genetica in un futuro dove la capacità riproduttiva umana è compromessa. Questo tema è centrale anche in altri suoi volumi (ho letto, e -non- mi vergogno a dirlo, Identified Flying Objects) dove sostiene che le “abduzioni” potrebbero avere uno scopo scientifico, benefico.
Un punto interessante sollevato nell’intervista riguarda le anomalie elettromagnetiche frequentemente associate agli avvistamenti UFO. Masters suggerisce che queste potrebbero essere correlate alla manipolazione spazio-temporale necessaria per viaggiare nel tempo, anche perché a suo dire è più improbabile ipotizzare un contatto diretto con altre specie intelligenti (a causa delle distanze, delle differenze evolutive e delle “difficoltà di comunicazione”) che non con esseri umani del futuro, soprattutto considerando le difficoltà per una specie extraterrestre di evolversi in modo indipendente e assomigliare così tanto agli umani.
Sorvolando sulle implicazioni religiose (Masters è convinto che i “messaggeri celesti” siano tutti extratempesti), l’ipotesi dello studioso emerge da un’esplorazione interdisciplinare che invita a ragionare sul futuro della specie: la tecnologia ci porterà ad assomigliare ai “grigi”? Finiremmo per essere talmente inchiavabili da non riuscire neppure a riprodurci tramite la tecnologia? Dovremo tornare indietro nel tempo e rapire qualche esemplare sexy per carpirne il genoma? La tesi è assolutamente credibile tanto da poter assurgere, almeno su questo blog, a dogma.
Altra ipotesi è quella parafisica, secondo cui gli alieni sarebbero esseri di altre dimensioni che in epoche passate si manifestavano come demoni o altre entità, mentre nei tempi attuali hanno preso questa forma “tecnologica”.
La situazione a Ufolandia
Dal punto di vista scientifico non si può andare indietro nel tempo, teoricamente forse solo avanti.
https://www.focus.it/tecnologia/innovazione/i-viaggi-nel-tempo-non-sono-fantascienza
Anche se fosse possibile avere una tecnologia che vai indietro nel tempo probabilmente potremmo goderci tantissimi concerti di gruppi e artisti sparsi per gli anni.
Tipo goderci la musica degli anni 70, 80, 90 e 2000 fino a 2010.
Ma quali concerti?!?
Io andrei subito qui https://cdn.britannica.com/76/195176-050-35CAC186/Adolf-Hitler-Nurnberg-Rally-1938.jpg
Cioè, tu useresti la macchina del tempo per vedere concerti? Sei serio o volevi fare la satira delle ragazzine patite del rock?
Certamente funzionasse la macchina del tempo, non vivrei certo in questo presente.
Probabilmente mi farei anche un tour italiano da Nord a Sud prima del febbraio 1958.
Gli intenditori capiranno.
Alla pagina https://blog.messainlatino.it/2024/12/lo-strano-messaggio-musicale-di-dio-si.html#more si analizza la celebre canzone.
Nel pregevole e meritorio articolo, è sfuggito un particolare. Giombini era un “contattista”.
Ovvero, i “contattisti” si distinguono dai semplici “UFOLOGI” che gli UFO si limitano ad avvistarli, poiché sono convinti di avere avuto contatti con gli Alieni. Questi particolari erano leggibili sulla pagina di Wikipedia dedicata al Nostro Compositore. Una mano pietosa ha provveduto a cancellarli. Aggiungo che, questa mattina, su Rai Movie (canale 24) è andato in onda “Incontri ravvicinati del terzo tipo”. I