Grazie all’immigrazione ora la Svezia è la capitale europea delle sparatorie

La Svezia è l’unico Paese europeo in cui le sparatorie sono aumentate in modo significativo dal 2000, passando da uno dei tassi più bassi di violenza armata nel continente a uno dei più alti in meno di un decennio.

Secondo un rapporto del Consiglio Nazionale Svedese per la Prevenzione della Criminalità (BRA), il Paese scandinavo ha superato l’Italia e i paesi dell’Europa orientale per omicidi con arma da fuoco a causa delle attività delle bande criminali organizzate.

“Il tasso svedese è molto più alto rispetto ad altri Paesi europei, circa quattro morti per milione di abitanti all’anno. La media per l’Europa è di circa 1,6 morti per milione di abitanti”, afferma il documento.

“Nessuno degli altri Paesi inclusi nello studio ha registrato aumenti comparabili”. Il rapporto afferma che un calo di altre forme di violenza, incluso gli omicidi con armi bianche, ha mitigato l’aumento delle sparatorie mortali.

Tra il 2000 e il 2003, la Svezia era al 18° posto (su 22 Paesi) per sparatorie letali pro capite. Ma dopo un lungo periodo di declino, le sparatorie hanno iniziato ad aumentare a metà degli anni 2000 e hanno continuato a farlo, mentre nella maggior parte degli altri paesi in Europa la violenza è diminuita.

“L’aumento degli omicidi armati in Svezia è strettamente legato agli ambienti criminali nelle aree socialmente svantaggiate“, afferma il rapporto, osservando che le morti per arma da fuoco erano già raddoppiate tra il 2011 e il 2019, e ora rappresentano il 40% delle morti violente.

Il rapporto afferma che più di otto sparatorie su dieci sono collegate alla criminalità organizzata, una percentuale significativamente più alta rispetto ad altri paesi, e cita come potenziali fattori le guerre tra bande, il traffico di droga e la scarsa fiducia nei confronti delle forze dell’ordine.

Negli ultimi anni il governo socialdemocratico ha tentato di reprimere le attività delle gang: “La Svezia non deve abituarsi a questo. È possibile invertire la tendenza “, ha dichiarato il ministro degli interni, Mikael Damberg, in risposta al rapporto.

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