Sta girando sul web una dichiarazione di una scrittrice americana dal nome e cognome polacco che sostiene che “il più grande problema” riguardante l’intelligenza artificiale sarebbe la “direzione sbagliata”, argomentando in tal guisa: «Voglio che l’intelligenza artificiale faccia il mio bucato e lavi i miei piatti in modo che io possa produrra arte e scrivere, non che l’IA produca arte e scriva per me in modo da lasciarmi il tempo di fare il bucato e lavare i piatti».
You know what the biggest problem with pushing all-things-AI is? Wrong direction.
I want AI to do my laundry and dishes so that I can do art and writing, not for AI to do my art and writing so that I can do my laundry and dishes.— Joanna Maciejewska—Snakebitten is on preorder now! (@AuthorJMac) March 29, 2024
Qui però the biggest problem è tutto riconducibile alla questione femminile: ovvero che, per quanto le donne possano fingere il contrario, le loro priorità rimangono esattamente fare il bucato e lavare i piatti, tanto è vero che non si vergognano di subordinare l’arte a tali mansioni anche nel momento in cui sembra sostengano una sua presunta “superiorità”.
Per noi uomini è diverso, preferiremmo vivere nella sporcizia pur di creare un capolavoro. A parte che bisogna definire cos’è questa “sporcizia”: molto spesso si tratta di una macchia non visibile da occhio umano (ma percepibile dall’apparato visivo rettiliano di cui sono dotate le femmine) oppure di una infinita lamentela su quanto sia faticoso per loro svolgere mestieri che un uomo può fare in cinque minuti.
Per queste umanoidi vaginomunite è una vera e propria ossessione, non c’è niente da fare: non è casuale che, dopo aver tentato di schiavizzare il genere maschile (almeno in Occidente), ora vorrebbero distruggere pure l’ultimo ritrovato del genio virile, per l’appunto l’intelligenza artificiale, riducendola a un appendiabiti con le lucine. Il problema è che le donne di oggi, anche solo rispetto a quelle di 10-20 anni fa, in casa ormai non fanno più un granché : è stata una “rivoluzione culturale” imposta dal femminismo terminale che, tra le altre cose, obbliga il mainstream a rappresentare il maschio come perfetta casalinga, cambiapannolini e riempilavastoglie.
I sintomi di tale diabolico lavorio li si possono del resto constatare accendendo la televisione a qualsiasi ora del giorno: le pubblicità sono TUTTE all’insegna dell’uomo disperato perché sul pavimento rimangono aloni a prova di microscopio, perché la lavatrice non rispetta fantasmagorici standard di igiene e perché l’anticalcare non svolge propriamente il suo dovere (qualunque esso sia). Quindi le agenzie culturali spingono 24 ore su 24 l’immagine di un uomo ridotto a donnetta delle pulizie: va benissimo, ma le donne in cambio cosa fanno?
Mi torna in mente la storia di quella astronauta della NASA che qualche anno fa ha sclerato mentre era in orbita e ha cominciato a trapanare la Soyuz MS-09, perché “voleva tornare a casa”. Tra le tante ipotesi, si presume che sia uscita fuori di testa (cioè si sia comportata come il tipico esemplare femminile di essere umano) perché probabilmente il bagno era “sporco”, e non è un caso che i programmi spaziali americani negli ultimi anni siano soprattutto concentrati sulla possibilità di fornire urinatoi adatti agli standard igienici delle donne (altro che conquistare Marte…).
Una astronauta americana ha aperto un buco con un trapano sulla ISS dopo uno sclero
Le donne, in definitiva, hanno uno spazio mentale molto ristretto e per necessaria conseguenza la loro esistenza deve concentrarsi “tra il lavello e il mastello” (è un modo di dire che ho inventato ora, ma che spero possa informare una nuova saggezza popolare). L’orizzonte maschile è invece l’infinito, l’inesplorato, le profondità siderali inconcepibili, il limite estremo a cui possono spingersi l’intelligenza e la dedizione umane.
Ormai alle femmine abbiamo lasciato tutto: vogliamo pure permettergli di distruggere l’ultima espressione del nostro genio? Ma sì, fate pure i cazzoni misoneisti (sempre con computerino alla mano e la connessione pagata da mammà), lasciamo che macchine di ultimissima generazione indossino il grembiulino e sprechino tutto il loro potenziale a stirare una camicia perfettamente o togliere quell’alone dalla vetrata che dal 1975 non dava fastidio a nessuno (oppure a cucinare sushi, suggerire le migliori serie televisive di qualche piattaforma di streaming e riempire la ciotola dei croccantini del gatto).
Così le donne potranno avere tutto il tempo per “fare arte”, cioè scrivere racconti lesbo-fantasy ispirati a una puntata di Xena Principessa guerriera (altra effeminazione del capolavoro Hercules con il cavaliere protocristiano Kevin Sorbo) o dipingere quadri con il loro sangue mestruale.
Spero di avervi convinto a non rompermi più l’anima con questa storia che sto utilizzando troppo l’intelligenza artificiale. Non facciamoci fregare ancora da queste vipere in gonnella che alla fin fine non sanno nemmeno lavare due piatti in croce senza frignare per ore.
La nuova tecnologia è già umiliata da innumerevoli paletti politicamente corretti che impediscono di sfruttarne tutte le potenzialità: e allora, come si può moralmente accettare che macchine create per ricostruire Atlantide su Saturno, erigere una Cappella Sistina a ogni stazione di benzina o fare qualsiasi cosa una fantasia ordinata al Summum bonum (dunque non femminile) possa immaginare, si riducano a schiave della psicopatia domestica muliebre?
Anche per questo, ho deciso che utilizzerò l’intelligenza artificiale per trasformare in arte ogni opinione negativa su di essa. Per il momento inizierò col mettere in musica qualche commento (se gli interessati si sentono offesi basta chiedermi di rimuoverli e lo farò all’istante), ma tra poco già si potrà girare cortometraggi. Fatemi sapere se voi stessi volete che crei una canzone da qualche vostro scritto, magari specificando il vostro genere preferito. Ringrazio comunque questi due lettori che hanno indirettamente collaborato all’opera, in realtà qualsiasi critica è ben accetta, soprattutto se espressa con arguzia ed educazione (almeno voi non scleratemi).
Cosa ne pensi della robowaifu vagheggiata da certuni, che sbrighi le faccende domestiche come indicato dalla stunning and brave che hai citato, ed eventualmente escort robotica per sopperire alle mancanze delle biofemmine?
Temo finisca come Io e Caterina di Alberto Sordi…
Sono attente alla pulizia dei pavimenti, ma poi vivono con enormi loppidi puzzolenti
Tra cani e maschi è una guerra!