Guerre Stellari girato da Žižek

«Sapete cosa sarebbe davvero interessante da fare? Non prendetemi per uno stalinista ma, per esempio –è una mia vecchia tentazione– se dovessi rifare “Guerre Stellari” (ok, non ho i miliardi per rigirarlo), la mia versione presenterebbe Palpatine e Darth Vader come centralizzatori giusti, egualitari e progressisti che combattono contro i Jedi reazionari e feudali. Racconterebbe una storia completamente diversa, da un altro punto di vista.
Per che cosa combattono [i Jedi]? Tutta quella roba, “la Repubblica” ecc… Ma quale repubblica, quando hai una Principessa Leila, cavalieri, monarchi eccetera? No, l’Imperatore Palpatine e Darth Vader sono i veri e giusti rivoluzionari bonapartisti che tentano di liberarsi dal vecchio mondo»

È interessante notare una simile interpretazione della pellicola in una intervista dello storico Mario Liverani a “La Lettura” (4 giugno 2017)

«L’ideologia imperiale americana ha un carattere dinamico. E non c’è dubbio che chi resiste viene colpevolizzato, basti pensare all’uso di formule come “impero del male” o “asse del male”. Bisogna aggiungere però che gli Stati Uniti, al contrario dell’Assiria, non si presentano apertamente come un impero. Pensi alla saga di Guerre Stellari, chiaramente ispirata alla guerra fredda: i buoni sono una confederazione di popoli liberi e simboleggiano l’Occidente; dall’altra parte c’è un cupo impero militarista che richiama il blocco sovietico. Uno straordinario esempio di come si esercita il potere culturale».

Dobbiamo altresì osservare che film del genere, girati dalla prospettiva di Palpatine/Stalin, sono già stati fatti: il primo che mi viene in mente è Skanderbeg l’eroe albanese dell’Artista del popolo Sergej Jutkevič, un biopic del 1953 in cui l’Atleta di Cristo Skënderbeu raffigura appunto il saggio e giusto centralizzatore che unifica la nazione contro l’invasore barbarico e feudale.

Un secondo esempio ancora più pregnante è Vlad l’Impalatore del 1979, historical drama di oltre due ore del regista romeno Doru Năstase. In questa pellicola la figura del patriota cristiano Dracula è ancora più somigliante ai cattivi di Guerre Stellari; addirittura il “livellamento” egualitario viene espresso in forma plastica, quando Vlad III di Valacchia fa impalare più in alto i principi e voivodi rappresentanti del vecchio mondo o alleati dei sempiterni nemici feudali (ancora i turchi, ovviamente).

Un particolare suggestivo dell’epopea in costume, alla luce delle battute di Žižek, è il fatto che gli ottomani vengano rappresentanti quasi come i Jedi di Star Wars, ritratti con una connotazione positiva, o almeno neutrale, nelle invocazioni ad Allah per ottenere il potere con cui esercitare la Sua giustizia. In questo, vediamo adombrata la famigerata “forza”, nonché il ruolo dei “Cavalieri” spaziali come custodi della pace universale.

Dunque i capolavori nei quali i “cattivi” sono dipinti come “buoni” vennero già girati decenni fa: basta solo frugare un po’ nel cestino della storia…

Statua di un comandante dell’Armata Rossa (Tomsk, 1959)

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